Si apra il sipario. Siamo giunti agli ultimi anni di governo del faraone Merneptah e lo sguardo del popolo egizio è volto ai futuri leader che avranno l’onere di guidare questa grande nazione attraverso il tragico crollo dell'Età del Bronzo. Sceglierai un leader che governa con il pugno di ferro, uno che incoraggia la diplomazia e lo spirito di unità, o uno la cui astuzia gli permette di colpire con imprevedibilità?
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La stirpe egizia è ricca di degni pretendenti al trono. Ognuno di questi generali offre un’esperienza e uno stile di gioco unici che renderanno la conquista delle terre dal deserto del Sahara alle rive del Nilo un’impresa memorabile.
Seti conosce una sola lingua: la guerra. È il legittimo erede al trono d'Egitto e il suo stile di gioco è orientato quasi esclusivamente all'espansionismo aggressivo. Utilizzando un gran numero di truppe sacrificabili, spera di sopraffare il nemico prima che la sua eccezionale fanteria leggera e media infligga il colpo decisivo.
Tausret è la moglie di Seti, ma nutre ambizioni imperiali tutte sue. Genio metodico, elabora arguti piani economici per far crescere il suo impero e sconfiggere i suoi nemici. Utilizzando la sua vasta rete di risorse, costruisce potenti eserciti con carri per schiacciare i suoi nemici.
Amenmesse è il viceré di Kush e sa che per avere il vero potere sulle persone non serve la lealtà, ma il denaro. Usando le sue vaste risorse, può comprare la forza o barattarla al tavolo della diplomazia. Con i suoi potenti arcieri kushiti al seguito, mira a oscurare il sole con una selva di frecce.
Ramesses è il pretendente al trono e spera di emulare le gesta del suo omonimo, il grande Ramesses II. Giovane e ambizioso, la sua armata è composta da guerrieri d’élite, pochi, ma incredibilmente abili e bilanciati.
Gli Egizi sono i padroni del deserto e privilegiano le azioni da guerra chirurgiche per colpire i nemici in modo potente e rapido, con la speranza di causare malcontento tra le loro fila. La loro forza deriva dalla velocità e dalla manovrabilità, soprattutto nei vasti oceani di sabbia che costituiscono il dominio del Faraone. Di conseguenza, schierano prevalentemente forze con corazze leggere, con l'uso occasionale di armature medie per contrastare il nemico, una fanteria dai movimenti rapidi e carri leggeri ma letali che costituiscono il nucleo del loro esercito.