IIDEA, nella sua qualità di associazione che rappresenta l’industria dei video game e degli esports in Italia, esprime la sua piena solidarietà ai gestori delle sale LAN che hanno subito il sequestro di PC e console per videogiochi di intrattenimento nell’ambito di una recente attività di controllo realizzata dall’Agenzia per le Dogane e i Monopoli. L’Associazione ritiene che la normativa di pubblica sicurezza che impone l’omologazione degli apparecchi utilizzati per il gioco nei locali aperti al pubblico (art. 110 TULPS), di cui è stata contestata la violazione, non sia applicabile ai dispositivi messi a disposizione degli utenti per giocare ai videogiochi nelle sale LAN e auspica che questa interpretazione venga chiarita e confermata al più presto, per permettere agli operatori interessati di continuare a svolgere la loro attività con serenità e nel pieno rispetto della legge. IIDEA si rende inoltre disponibile ad accogliere le istanze dei gestori delle sale LAN e a lavorare insieme per definire una soluzione condivisa per l’inquadramento più corretto della loro attività sulla base della normativa vigente ed eventuali proposte da sottoporre all’attenzione delle istituzioni.
IIDEA ritiene tuttavia che sia importante non confondere l’attività delle sale LAN con l’intero ecosistema esports. Gli esports sono leghe, circuiti competitivi, tornei o competizioni simili che tipicamente coinvolgono un pubblico di spettatori in cui singoli giocatori o squadre videogiocano, sia di persona che online, allo scopo di ottenere premi o per puro intrattenimento e, benché in Italia non esista una regolamentazione specifica, come IIDEA ha più volte fatto notare, gli stessi sono assoggettati alle norme generali dell’ordinamento al pari di qualsiasi altra attività economica. IIDEA è anche consapevole che ci siano norme che attualmente impediscono lo sviluppo del settore in Italia e impattano negativamente sulla sua attrattività a livello internazionale, come ad esempio la regolamentazione in materia di manifestazioni a premi. Una regolamentazione specifica per il settore non esiste peraltro nemmeno nei principali mercati esports in Europa, come ad esempio Regno Unito, Germania e Spagna. L’unica eccezione è rappresentata dalla Francia, che ad oggi è l’unico paese europeo ad aver introdotto una norma che chiarisce correttamente che gli esports non devono essere considerati né sport né gioco d’azzardo, né devono conseguentemente essere regolamentati come tali.
ha dichiarato Thalita Malagò, Direttore Generale di IIDEA.“Laddove il Governo italiano ritenga necessario intervenire, IIDEA auspica che qualsiasi valutazione sia effettuata guardando all'evoluzione del settore esports nel contesto europeo, sia in termini di mercato che di cambiamenti normativi. In questo modo, non si rischia di danneggiare o minare la competitività dell'Italia rendendola meno attraente per gli investitori di altri paesi. Per esempio, il Parlamento europeo ha appena pubblicato una bozza del suo rapporto non legislativo "sugli Esports e i videogiochi" (2022/2027 (INI)). In questo rapporto, si afferma che "a causa della natura senza confini [degli esports], l'Unione europea è il livello appropriato per affrontare le sfide. Il rapporto dovrebbe essere approvato quest'anno e sostiene lo sviluppo di una strategia a lungo termine per i videogiochi nell'UE, compresi gli esports, da mettere in atto per l'intera regione. E anche questi sviluppi dovrebbero essere presi in considerazione”.