matematica, mondo, gaming
La svolta tecnologica che si è registrata negli ultimi venti anni è stata di una rapidità unica nella storia dell’umanità. L’introduzione dei computer e di internet, dei cellulari e del televisore ha cambiato radicalmente la nostra vita e, contestualmente, il nostro modo di passare il tempo, di lavorare, di comunicare, in una parola sola: di vivere.
Dietro tutto questo, però, non c’è solo la tecnologia, l’informatica, il digitale. O meglio, ci sono questi elementi che nascondono però un genitore comune: la matematica. I numeri, l’algebra, la geometria, gli algoritmi sono infatti alla base di questa svolta. E sono alla base anche di una nuova industria, quella del gaming. Stiamo parlando in questo caso di un nuovo settore in grande crescita, capace di attirare investitori, di generare flusso di denaro ma soprattutto di creare nuove professionalità. I videogiochi, dunque, non sono semplicemente “un gioco da ragazzi”. Così ha spiegato Marco Franciosi, professore associato di matematica all’Università di Pisa, che ha sottolineato come per lavorare allo sviluppo di un software o di un videogame servano competenze specifiche e non solo fantasia e capacità comunicativa.
Partiamo ad esempio dalla realizzazione grafica. La teoria fondamentale per una buona resa ci porta a parlare di interpolazione polinomiale. Con questo termine si indica il metodo per disegnare curve o superfici, riconducibili a equazioni polinomiali, in grado di creare una determinata forma, che passa per un certo numero di punti pre determinati.
Un altro esempio di come la matematica sia entrata nel mondo del gioco è quello che riferimento a due acronimi del mondo del gambling, ovvero il gioco legale e pubblico. Il primo è il RTP, ovvero il Return to Player. Stiamo parlando in questo caso della percentuale che torna al giocatore sottoforma di vincite, ovvero un indicatore fondamentale per scegliere a quale slot giocare. L’altra sigla è quella del RGN, ovvero il Random Generator Number. Come si legge su questa pagina, si tratta dell’algoritmo di generazione casuale di numeri, in maniera tale che le combinazioni di simboli e segni sui rulli delle slot sia sempre totalmente arbitraria, impossibile da calcolare o da prevedere.
E non finisce qui: dietro ai videogame c’è la geometria proiettiva, ci sono le parametrizzazioni nel piano proiettivo, ci sono calcolo delle probabilità ed equazioni. Nomi che sembrano inventati e che invece sono il pane quotidiano dei programmatori. Perché il gioco non è solo roba da ragazzi.
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