Torniamo nelle verdi vallate di Yonder: The Cloud Catcher Chronicles in questa nuova versione per XBOX One, vediamo cosa è cambiato nella produzione Merge Games
Laggiù, è questo il significato del termine “yonder” in inglese, ed è proprio da qui che partiamo a parlare, oggi di questo titolo rilasciato per PC, XBOX One, Playstation 4 e Nintendo Switch dal gruppo di sviluppatori Prideful Sloth. Se siete pronti ad avventurarvi in un mondo che ricorda tantissimo Hyrule allora siete nel posto giusto, seguiteci nella nostra recensione di Yonder: The Cloud Catcher Chronicles per Nintendo Switch.
In Yonder: The Cloud Catcher Chronicles non impersoniamo il classico “tizio qualunque”, no in questo caso ci mettiamo proprio nei panni dell’Eroe, e non un eroe qualsiasi ma l’Eroe di Gemea! E cos’è Gemea? Gemea è una terra lontana e ricca, pullulante di vita e benedetta dagli dei, almeno questo era quello che Gemea era prima dell’arrivo del Miasma che ha cambiato radicalmente questa meravigliosa ed incantata terra.
Spetta quindi a noi il compito di riportare la pace a la serenità in queste lande senza però muovere di un millimetro la nostra spada ma ricostruendo e purificando le aree corrotte da questa manifestazione del male. In controtendenza alla maggior parte dei titoli presenti sul mercato, l’opera prima dei ragazzi di Prideful Slot predilige un approccio non violento al titolo e chiede al giocatore di dimenticare gli scontri frenetici di cui pullulano gli altri videogiochi.
Se le battute iniziali vi hanno fatto venire alla mente le avventure di Link nell’ultimo The Legend Of Zelda: Breath of the Wild sappiate che state prendendo un abbaglio, Yonder non vuole assolutamente confrontarsi con il capolavoro di Nintendo e cerca anzi di proporre un gameplay diverso, fatto di crafting, recupero di materiale e ricostruzione degli ambienti piuttosto che di scontri con avversari e dungeon mortali. L’ultima fatica dei ragazzi di Prideful Sloth rinuncia e rifiuta in ogni modo la violenza che, molto spesso, è cardine e perno centrale di tantissime produzioni videoludiche.
E cosa propone quindi a livello di gameplay? Beh Yonder propone meccaniche di gioco basate sulla ricerca dei materiali e sulla ricostruzione di aree un tempo floride e ora ridotte a mere macerie. Girovagando per Gemea il nostro eroe incontrerà gli abitanti del posto e il nostro scopo sarà quello di riuscire a risolvere i loro piccoli e grandi problemi. Per raggiungere questo obiettivo possiamo farci aiutare da piccoli spiriti sparsi nel mondo di gioco che ci daranno supporto nel risanamento dei villaggi e delle costruzioni distrutte dal Miasma. Yonder: The Cloud Catcher Chronicles offre diverse facce dello stesa medaglia, da un lato troviamo una preponderante componente esplorativa unita a meccanismi che ricordano Minecraft o il più recente Dragon Questo Builder.
L’esplorazione delle terre di Gemea è una elemento fondamentale e appagante del gameplay, gli scorci stupendi che il gioco offre meritano di essere visitati e, “ristrutturazione dopo ristrutturazione” la storia del mondo di gioco riaffiora e diventa ogni attimo più tangibile. Un sistema di gilde sufficientemente vario ci consentirà, soprattutto nelle prime ore di gioco, di avere più cose da fare di quanto, effettivamente, possiamo prendere in carico. E’ sulla lunga distanza che il titolo dei ragazzi di Prideful Sloth mostra i primi segni di debolezza, quando cioè dopo aver esplorato il regno in lungo e in largo ci si rende conto che le stesse meccaniche di gameplay che fino a qualche ora prima ci avevano esaltato diventano pian piano ripetitive.
Dal punto di vista artistico Yonder: The Cloud Catcher Chronicles è un titolo decisamente ispirato, molti scorci vi lasceranno a bocca aperta pur non presentando una mole poligonale incredibile. Guardando qualche screenshot noterete subito delle somiglianze con The Legend Of Zelda: Breath of the Wild, anche in questo caso la produzione di Prideful Sloth non è in grado di competere con il mostro sacro di Nintendo ma le scelte delle palette cromatiche e quelle di ispirazione generale degli ambienti sono azzeccate e sufficientemente originali.
Per quanto riguarda la componente tecnica possiamo dire che Yonder: The Cloud Catcher Chronicles si comporta bene da questo punto di vista e, su Nintendo Switch, non abbiamo riscontrato problemi bloccanti a parte qualche rallentamento qua e la (sparito dalla versione XBOX One) che però non ha minimamente inficiato il gameplay. Perfettamente adatta anche la colonna sonora del titolo che riesce sempre a trovare le note giuste in relazione all'ambiente che stiamo visitando.
Yonder: The Cloud Catcher Chronicles è un titolo abbastanza atipico, un action gdr che ripudia ogni forma di violenza e che dimostra al mondo come sia possibile salvare un regno senza dover minimamente alzare la spada. L’opera prima dei ragazzi di Prideful Sloth merita di essere provata e dimostra coraggio proprio nel cercare di variare nell’ambito delle meccaniche di gioco, ormai sempre più spesso allineate tra le varie produzioni. Dopo aver provato sia la versione Nintendo Switch che quella XBOX One ci sentiamo di consigliarvi la prima perchè, seppur con qualche piccola magagna tecnica in più, Yonder: The Cloud Catcher Chronicles è più godibile su Switch per via delle peculiarità tipiche della console Nintendo. Detto questo, se possedete solo XBOX One e volete provare un open world fuori dagli schemi Yonder: The Cloud Catcher Chronicles è un titolo che vi consigliamo caldamente.
Trama 7.00
Gameplay 8.00
Arte e tecnica 9.00
ottima direzione artistica
buone meccaniche di gioco
forse troppo tranquillo per alcuni
crafting limitato
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Yonder: The Cloud Catcher Chronicles è ora disponibile anche per XBOX One
Merge Games e Prideful Sloth sono entusiasti di rivelare l'uscita di Yonder: The Cloud Catcher Chronicles su Xbox One.