Come un Dragone
La serie di
Yakuza è un esempio di come la perseveranza e la cura di un prodotto possano portare al successo, certo non è mai questione di poche settimane ma
SEGA ha creduto fortemente in questo progetto e i ragazzi di
Ryu Ga Gotoku Studio hanno saputo dimostrare (sul campo) di avere davvero le palle. Dopo un ottimo successo in Asia la serie è arrivata anche in Europa e gli apprezzamenti non sono tardati ad arrivare. Ora, dopo sei capitoli canonici, diversi spin off e raccolte Yakuza è pronta a cambiare volto e lo fa un nuovo protagonista:
Ichiban Kasugacon. Se siete pronti ad affezionarvi ad un nuovo personaggio e ad una nuova storia fatta di colpi di scena, criminali, amicizia e molto altro seguiteci nella nostra
recensione di Yakuza: Like a Dragon per XBOX One.
La trama di Yakuza: Like a Dragon
Yakuza: Like a Dragon, come i suoi predecessori da grossa importanza alla componente narrativa e alla storia, i ragazzi di
Ryu Ga Gotoku Studio hanno dimostrato a più riprese quanto il racconto in se e il mondo in cui questo viene portato al giocatore sia fondamentale per costruire un titolo che possa dare grandi soddisfazioni capitolo dopo capitolo. Se è vero che
Yakuza: Like a Dragon rappresenta, per molti versi, un nuovo inizio per la serie è altrettanto vero che le radici della saga non si possono (e non si vogliono, giustamente) cambiare. Eccoci di fronte di nuovo ad un titolo dove la storia è al centro della narrazione, un racconto che affonda le sue radici nell'ambiente e nella cultura circostante, una narrazione legata a doppio filo alle persone, alle loro abitudini e al loro stato sociale.
Cambia il protagonista ma, di fatto, non cambiano le sue radici, il piccolo
Ichiban Kasuga è un orfano (esattamente come Kiryu) che, per sopravvivere in un mondo tutt'altro che semplice trova rifugio nella criminalità. Il nostro eroe fa il suo ingresso nella famiglia
Tojo, la voglia di riscatto è molta e il Ichiban butta anima e corpo nel clan. Ichiban è così devono al suo clan e al patriarca della sua famiglia che finisce in galera addossandosi la colpa di un omicidio mai commesso. Passano gli anni, quindici, poi diventati diciotto a causa del carattere un po' troppo brusco del nostro protagonista, prima che possa rivedere la luce del sole. Ogni giorno in prigione ha immaginato il giorno in cui quei dannati cancelli si aprivano e lui tornava li, tra i suoi amici. Quel giorno è arrivato ma non c'è nessuno ad attendere Ichiban all'uscita del penitenziario, anzi, tornato di fronte al suo patriarca (che aveva protetto dalla prigione) si ritrova con una pistola puntata in faccia e il grilletto premuto.
Questo è l'incipit che vi accoglierà in
Yakuza: Like a Dragon, come potete ben capire il titolo parte già in quarta e non ci mette molto a gettarvi d'improvviso in un modo senza scrupoli. E' interessante vedere anche come gli sviluppatori hanno trasformato il mondo dopo i diciotto anni passati in galera, un mondo che Ichiban fatica a riconoscere e in cui dovrà trovare un suo nuovo spazio. Ichiban non sarà il solo personaggio a cui vi affezionerete e che imparerete ad amare, il nostro eroe (o anti eroe) incontrerà sulla sua strada persone diverse, che hanno perso tutto o che combattono per se stessi, persone diverse che SEGA è stata in grado di delineare con una cura davvero unica. Non proseguiamo oltre con la trama, vogliamo che ve la godiate minuto dopo minuto e, ve lo assicuriamo, ne avrete per parecchie ore. Infine vi ricordiamo che
Yakuza: Like a Dragon è localizzato in italiano.
Il gameplay di Yakuza: Like a Dragon
Se sotto il profilo narrativo
Yakuza: Like a Dragon ha mantenuto lo stesso atteggiamento di profondo rispetto verso la trama e il racconto (pur cambiando sostanzialmente il punto di vista della narrazione dove il focus ora è diretto agli ultimi, i dimentica) la grossa modifica arriva sul piano del gameplay. Yakuza: Like a Dragon abbandona la strada degli action-rpg e intraprende quella, più tradizionale e canonica dei
JRPG. Si avete letto bene
Yakuza: Like a Dragon è un gioco di ruolo giapponese di stampo abbastanza classico dove turni, abilità e tattica la fanno da padrona.
Yakuza: Like a Dragon abbandona il gameplay tipico degli action RPG per abbracciare quello dei JRPG
In
Yakuza: Like a Dragon le vostre abilità col pad non sono più così importanti come nei precedenti capitoli, qui conta la pianificazione, la crescita del personaggio, la scelta del party e anche un po' di fortuna. Come in ogni buon JRPG che si rispetti anche in
Yakuza: Like a Dragon avrete modo di far crescere il vostro protagonista e i suoi compagni, equipaggiarli, investire sulle loro capacità e abilità. Avrete anche modo di affrontare una serie di quest secondarie che vi permetteranno di aumentare ulteriormente la vostra esperienza e finirete vittima degli scontri casuali per le strade di
Yokohama. Yakuza: Like a Dragon è un gioco di ruolo giapponese ambientato nel mondo della malavita che vi permette di godere del punto di vista non del capoclan ma di un manipolo di uomini che ormai non ha più nulla perdere.
Il combat system passa da un sistema molto action (anche se basato su abilità, livello e classe del personaggio) dei capitoli precedenti ad un sistema a turni tipico dei GDR giapponesi. In ogni turno abbiamo la possibilità di muoversi, attaccare, difendere e usare le abilità speciali. Ottima la varietà delle classi e il livello di personalizzazione offerto. Pad alla mano
Yakuza: Like a Dragon si gioca alla grande, i comandi sono perfettamente ottimizzati per il pad e durante le nostre partite su
XBOX One ci siamo sempre trovati perfettamente con i controlli del gioco. Non potevano mancare i mini giochi che, anche in questo capitolo, permettono di "spezzare" il ritmo della partita.
L'arte e la tecnica di Yakuza: Like a Dragon
Yakuza: Like a Dragon è, con tutta probabilità, il capitolo tecnicamente migliore di tutta la serie. Gli sviluppatori hanno dato fondo a tutta la loro esperienza in merito e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. La cura con cui è confezionato
Yakuza: Like a Dragon è maniacale, girare per le strade di
Yokohama ci ha ricordato, per certi versi, le stesse emozioni vissute tanti anni fa in
Shenmue. Ottima anche la trovata di tenere un profilo un po' sopra le righe con questo episodio che vi strapperà sicuramente più di un sorriso.
Dal lato tecnico non ci sono grandi problemi da sollevare, il titolo si è comportato perfettamente durante le nostre partite su
XBOX One X, il titolo offre un perfetto bilanciamento tra qualità visiva e performance. Con la componente action praticamente azzerata non sarebbe stato necessario avere un frame rate granitico (almeno per il gameplay) ma gli sviluppatori hanno voluto comunque fare le cose per bene. Molto buoni gli effetti di luci e la mole poligonale di protagonisti, comprimari e ambienti. Ottime anche le scelte delle cartelle colore.
Abbiamo trovato il comparto audio del titolo perfettamente adatto al contesto e all'ambiente, sia per quanto riguarda la colonna sonora che per gli effetti audio veri e propri.