Piccole grandi perle
Fortunatamente sono diversi i progetti passati da "piccola nicchia" a prodotti conosciuti ai più nel mondo degli indie. Il titolo che, sicuramente ha fatto più parlare di se in questo senso è stato Minecraft (certo pensare che questo gigante sia nato come un piccolo titolo indipendente fa pensare molto, ma è andata proprio così). Oggi parliamo di un titolo, altrettanto valido, che però non ha avuto la sconfinata fortuna del gioco di
MOJANG: stiamo parlando di
La-Mulana e del suo seguito
La-Mulana 2 che sono sbarcati da pochissimo su tutte le piattaforme. Se siete pronti ad affrontare caverne pericolose in un mondo in pixel art seguiteci nella nostra
recensione di La-Mulana 1 & 2 per XBOX One.
La trama di La-Mulana 1 & 2
Conviene porre subito l'accento su un dato visibile praticamente a chiunque inizi a giocare questi due piccoli gioielli:
La-Mulana (sia il primo che il secondo capitolo) non offrono trame o racconti particolarmente ispirati. Il cuore pulsante del titolo va ricercato infatti in ben altri aspetti e, primo fra tutti, quello da indicare è la giocabilità, il suo essere incredibilmente antico e moderno allo stesso tempo.
Ma bando alle ciance, d'altra parte dobbiam pur parlare di quello che muove il protagonista a imbracciare
cappello e frusta (come un
novello Indiana Jones e mettersi a girovagare per le rovine di
La-Mualna).
In
La-Mulana, il primo titolo della serie (che vi ricordiamo
uscì per la prima volta nel 2005 nel solo Giappone) impersoniamo
Lemeza Kosugi un ricercatore archeologo che ha da sempre la passione di rovistare tra antiche rovine per recuperare oggetti preziosi, manufatti e risolvere enigmi. Nei panni di questo prode avventuriero ci troveremo ad aggirarci per un complesso e tentacolare reticolo di stanze e ambienti pronti ad affrontare ogni avversità per svelare il segreto del santuario di
La-Mulana. Il racconto, nel titolo, è sempre sotteso, mai vivo e vibrante, la narrazione passa più per una lore ricca di contenuti ma tutta da scoprire: per certi versi ci si ritrova un po' come in
Dark Souls, dove è il mondo di gioco che ti racconta una storia, una storia che per molti potrebbe passare inosservata.
Il seguito,
La-Mulana 2, racconta le avventure delle figlia del nostro amato archeologo, la giovane (e bella)
Lumisa che si ritrova a doversi mettere sulle tracce del suo scomparso padre. Fortunatamente la giovane fanciulla ha un carattere molto simile a quello di suo padre ed ha seguito anch'essa una vita fatta di ricerche, esplorazioni e quant'altro. Le rovine di La-Mulana sono state trasformate in un'attrazione turistica, ma a quanto pare non è tutto oro quel che luccica, cercando il padre si imbatte infatti nella mitologica
Eg-Lana, un nuovo intricato mondo tutto da esplorare.
Vi ricordiamo che
La-Mulana 1 & 2 è localizzato in inglese e non presenta la lingua italiana.
Il gameplay di La-Mulana 1 & 2
Ma
cosa ha reso La-Mulana un fenomeno di culto nel mondo indie prima e col resto del mondo videoludico poi? La risposta è semplice e complessa allo stesso tempo: il gameplay.
Nigoro, un po' come
Pixel con
Cave Story, è riuscito a riprendere parte delle meccaniche dei metroidvania e incastrarle in un mondo ricco di dettagli ed estremamente interessante dal punto di vista contenutistico.
La-Mulana (e il suo seguito) si presentano, a prima vista, come un platform 2D abbastanza canonico, è giocando ora, dopo ora, che ci si rende conto di quanto "bastardo" sia il lavoro svolto dal team di sviluppo, di quanto siano intricati i vari livelli, di come quella che sembrava una macchia sul muro sia invece un passaggio segreto.
La-Mulana prende in toto la filosofia dei metroidvania e la incastra in un titolo dove i puzzle e gli enigmi proposti sono difficili e complessi, dove la risoluzione di un enigma raramente porta ad un effetto immediato: quando sentirete la famosa campanellina che vi avverte di aver "scoperto o risolto qualcosa" questo "qualcosa" potrebbe esser diverse schermate prima del punto dove siete.
Giocare a La-Mulana è, d'altra parte, estremamente appagante e durante le partite vi sentirete divisi equamente tra sconforto e voglia di farcela, tra frustrazione per l'ennesima morte e soddisfazione per aver passato quel dannato enigma che sembrava irrisolvibile fino a poche ore prima. Giocare con i due titoli sviluppati da Nigoro è come tornare bambini quando, a scuola, si faceva quadrato per capire "come passare quel livello", ecco quello che vi capiterà giocando
La-Mulana è questo. Armatevi di pazienza, ma non solo, carta e penna potranno essere dei grandissimi alleati perchè in alcune circostanze dovrete per forza prendere appunti su ambienti, enigmi o altro per poter proseguire: il gioco fa di tutto per essere sadico, ma nel modo giusto).
L'arte e la tecnica di La-Mulana 1 & 2
La-Mulana 1 & 2 è una vera e propria piccola perla anche sotto il profilo della direzione artistica: i due titoli sono degli ottimi esempio di pixel art allo stato puro: è vero abbiamo visto lavori molto più dettagliati e di impatto (qualcuno ha detto
Dead Cells per caso?) ma il titolo di Nigoro non vuole essere "il top della pixel art" in senso stretto, vuole invece rappresentare e rendere omaggio a tutta quella serie di piccoli capolavori di inizio anni '90 con forti richiami alla scena MSX.
Inutile discutere del comparto tecnico: ovviamente la nostra prova su
XBOX One X non ha destato il minimo problema sotto il profilo di performance, così come non abbiamo trovato problemi o bug bloccanti. Più interessante è invece la scelta della palette cromatica e del level design, se all'inizio il titolo vi sembrerà molto "scuro" è perchè dovete abituarvi a queste tinte quando giocate a La-Mulana, perchè quelle scelte servono per dare ancora più senso ad un gameplay che fa di tutto per farvi vivere le sensazioni dell'archeologo Lemeza o di sua figlia, sperduti in un labirintico santuario brulicante di trappole e di mostri.
Ottima anche la colonna sonora che si adatta perfettamente al mood del titolo.