Piacchiaduro, solo il nome del genere da gia' una forte indicazione sulla meccanica di gioco ma preparatevi perche' Way of the Passive Fist e' qui per cambiare le carte in tavola
Quella di menar le mani è una situazione che ci troviamo ad affrontare in tantissime situazioni in svariati videogiochi. Ma se vi dicessimo che qui sotto leggerete la recensione di un titolo che ci chiede di fare il contrario? Già, lo scopo di Way of the Passive Fist è proprio quello di difendersi, di parare gli attacchi dei nostri avversari! Originale vero? Allora se volete saperne di più seguiteci nella nostra recensione!
Il piccolo studio di sviluppo Household Games ha voluto stupirci con un concept originale e davvero diverso dal solito. Anche il setting della nostra avventura è qualcosa di abbastanza atipico, ci troviamo infatti su Zircon V, in un ambiente post apocalittico che tanto ricorda Mad Max, sia per il respiro della scena che per i vari personaggi che fanno da contorno. Noi impersoniamo The Wanderer un eroe (o forse è meglio dire un non-eroe) che decide di mettere fine una volta per tutte al degrado che affligge il pianeta e ai soprusi che esseri spregevoli continuano a perpetrare indisturbati.
The Wanderer non ha a sua disposizione superpoteri, ne è un mutante in grado di sfracellare il cranio dei suoi avversari col solo sguardo ma ha un importante asso nella manica padroneggia l’Arte del Pugno Passivo. Questa tecnica di combattimento consiste nello sfinire l’avversario parando tutti i suoi colpi e, una volta stremato, porre fine alla sua esistenza con un solo colpo.
Come potete ben capire la trama di Way of the Passive Fist mostra un lato quasi comico, con il nostro eroe che sfrutta la parata per eliminare orde e orde di avversari. L’impianto narrativo è originale e si sposa perfettamente con le atmosfere da “coin op anni 90” che si respirano giocando al titolo dei ragazzi di Household Games.
Se già la trama vi ha lasciato un attimo disorientati preparatevi a veder il gioco in azione. Come scrivevamo poco sopra la sensazione, pad alla mano, è quella di aver fatto un salto indietro di oltre vent’anni. A concentrarsi sullo schermo della TV e andando indietro con i ricordi sembra quasi di sentire quell’odore tipico delle sale giochi, con le incitazioni per i propri amici e l’esaltazione quando anche il maledetto boss di fine livello veniva giù (e magari con una sola monetina da 500 L. ).
Ma Way of the Passive Fist, pur condividendo gran parte della struttura con i beat ‘em up degli anni 90 ne ribalta completamente la logica, e non è più la velocità delle nostre dita che premono freneticamente i tasti del cabinato, ma l’attenta e ragionata opera di intercettazione delle mosse avversarie. Si, The Wanderer non picchia la gente, no, non è il nuovo Chuck Norris, lui pensa a difendersi, a far affaticare l’avversario (un po’ come in un incontro di boxe) fino a quando quest’ultimo cadrà a terra con un solo semplice colpo.
Le prime partite sono state difficili da digerire, il sistema di controllo, seppur preciso e reattivo, invoglia il giocatore a menar le mani e invece il gioco si aspetta riflessi pronti e schivate all’ultimo secondo. Una volta presa confidenza con il sistema di gioco però Way of the Passive Fist riesce a portare sullo schermo un gameplay fresco, raffinato e originale, lontano dal button smashing forsennato che troviamo su tanti altri titoli. E’ importante apprendere e fare propri i pattern di attacco dei nemici ed affrontare il titolo come fosse un rhythm game, con i suoi tempi, le sue pause e i suoi momenti dove picchiare duro.
Livello dopo livello abbiamo la possibilità di far crescere le abilità di The Wanderer e avvicinarlo al nostro modo di giocare perchè, anche se le meccaniche di gioco sono queste, è possibile attuare un proprio stile e un proprio approccio al gameplay. Se tutto questo vi ha esaltati (o almeno incuriositi) sappiate che inoltre, il livello di difficoltà di Way of the Passive Fist è tarato sul medio alto, l’ultima fatica dei ragazzi di Household Games non è assolutamente un gioco che fa sconti e anzi, picchia duro su ogni nostro singolo errore. Un sistema di check point ben congegnato ci consente di non dover impazzire a ripercorrere aree molto lunghe di livello.
Buone notizia anche sul fronte artistico e tecnico. Way of the Passive Fist mostra un design ricercato che ben si adatta ai canoni tradizionali della scena post-apocalittica. Alcuni scorci fanno tornare alla mente Mad Max, sia per gli ambienti che per i personaggi che vivono in questo pianeta disperso nell’universo.
C’è da dire che i ragazzi di Household Games hanno fatto davvero di tutto per richiamare le atmosfere pixellose dei coin op anni 90, e non solo dall’utilizzo che hanno fatto della pixel art ma anche (e soprattutto) dai piccoli dettagli con cui hanno valorizzato Way of the Passive Fist. Esattamente come succedeva nei picchiaduro a scorrimento con cui siamo cresciuti l’avanzamento nel livello si blocca per far “entrare” gli avversari e, una volta eliminati appare la classica freccia “GO”, insomma tanti dettagli come questo fanno di Way of the Passive Fist un vero e proprio tributo a quell’epoca.
Dal punto di vista tecnico non abbiamo segnalazioni particolari da fare, il gioco gira fluido e senza rallentamenti di sorta e questo è fondamentale vista la natura del titolo. Dulcis in fundo il titolo è anche localizzato in italiano, potrete quindi seguire le vicende di The Wanderer senza particolari problemi.
Way of the Passive Fist è un titolo originale e divertente che cambia completamente il paradigma dei picchiaduro a scorrimento. Una volta metabolizzate le meccaniche di gameplay diventa quasi naturale parare o schivare un colpo piuttosto che cercare di infliggerne uno (anche negli altri giochi!).
Trama 7.50
Gameplay 8.00
Arte e tecnica 8.00
originale
curva di apprendimento ripida