Taverna, Billy e HeroQuest
I nostri lettori più giovani conosceranno forse solo una delle tre parole del titolo del paragrafo: probabilmente "taverna", in effetti
Billy e di
HeroQuest sono due nomi quasi del tutto scomparsi. La mitica bevanda (il Billy) si estinse nel 1992 quando invece cominciava a prendere piede
HeroQuest un gioco da tavola a turni dove si impersonavano vari eroi e un dungeon master narrava le vicende e dirigeva il gioco. Un GDR cartaceo semplificato che utilizzava (bellissime) miniature e di cui ho ancora a casa una scatola e di cui vado fierissimo.
Ma perchè questa nostalgica introduzione? Perchè il gioco di cui parliamo oggi,
Warhammer Quest, sembra attingere a piene mani dall'universo dei board game degli anni 90 e in particolare da
HeroQuest ma andiamo con ordine e proseguiamo nella nostra recensione.
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Le avventure di un pomeriggio
La caratteristica principale dei board game era il fatto che non potevi giocare da solo, ti serviva almeno un fratello (o un amico) con cui giocare, uno doveva fare il dungeon master e raccontare la storia oltre che comandare le orde di nemici e mostri che popolavano i vari dungeon e almeno un altro giocatore doveva impersonare l'eroe che affrontava l'avventura (ah il multiplayer locale!). Il set di gioco base offriva una serie di avventure e, se avevi la fortuna di avere un amico con tanta fantasia, il gioco diventava praticamente infinito. In sostanza il giocatore si trovava in un dungeon con il proprio personaggio e la sua scheda, ad ogni turno poteva tirare i dadi e muoversi di conseguenza. Il mondo intorno a lui veniva costruito dal dungeon master man a mano che il personaggio avanzava quindi non sapevi mai cosa potevi trovare in una stanza, che mostri, tesori o trappole potevano essere nascoste. Gli scontri contro gli avversari venivano gestiti tramite un sistema di dadi dedicati e delle carte che permettevano di avere un equipaggiamento migliore o magie e oggetti speciali.
Ovviamente lo scopo finale era giungere alla fine dell'avventura e terminare così la quest.
Ecco
Warhammer Quest fa la stessa cosa, ma anzichè aver bisogno di un amico che faccia da dungeon master ci pensa il gioco a farlo per lui, a voi resta solo la parte "ludica", tutto fantastico allora? Non del tutto, qualche problema c'è ma
il gioco sembra proprio la versione virtuale di HeroQuest e questo è un gran bene. Nel gioco verrete introdotti alle varie quest, ambientate nell'universo di Warhammer fantasy, ogni volta che le accetterete e vi ritroverete a girovagare per oscuri dungon o puzzolenti prigioni tipiche delle ambientazioni di
Games Workshop.
Carta, penna, danni e dadi
Come avrete immaginato da quanto scritto sopra la struttura di gioco di
Warhammer Quest è basata su un sistema a turni. Durante il nostro turno possiamo compiere delle azioni, muoverci e attaccare. A seconda del tipo di eroe che controlliamo (il gioco ci consente di gestire un party di personaggi) possiamo pianificare il nostro attacco e cercare così di superare la stanza che abbiamo scoperto. Si le stanze vanno effettivamente scoperte e, un po' come succedeva in
HeroQuest vediamo volta per volta il mondo comporsi intorno a noi. Ogni volta che ci avviciniamo alla nebbiolina che limita il nostro campo visivo l'area viene resa disponibile e con essa i nemici che vi sono posizionati.
Warhammer Quest offre diversi tipi di eroi e mette a nostra disposizione diverse classi prese direttamente da
Warhammer, abbiamo quindi a disposizione maghi grigio e elfi, barbari e nani guerrieri, insomma e tipiche figure del fantasy di
Games Workshop. Ogni tipologia di personaggio ci permette di avere a disposizione un ventaglio di abilità e caratteristiche che possono modificare le sorti delle battaglie.
Quando muoviamo i nostri personaggi per la mappa dobbiamo prestare attenzione ai loro punti forti e alle loro debolezze, mandare allo sbando un mago in prima linea difficilmente sarà una scelta vincente.
Gli avversari lasceranno a terra del loot alla loro morte, potremo così trovare oro o del nuovo equipaggiamento o anche ciarpame da rivedere in città. Al termine di ogni missione possiamo tornare in città per restorarci e fare gli acquisti e i dovuti upgrade. La struttura di gioco consente anche di far crescere il proprio personaggio e il suo livello così da renderlo più competitivo col progredire dell'avventura.
Se state cercando un gioco tutto azione e combattimenti,
Warhammer Quest non fa di sicuro per voi, ma se invece cercate un gioco appagante e, in alcuni casi, anche punitivo siete nel posto giusto, perchè in alcuni frangenti il titolo di
Chilled Mouse non fa di certo sconti. Per sua natura il gioco mostra un gameplay abbastanza ripetitivo, e proprio a questo vi riferivamo quando si parlava dei difetti, ma d'altro canto è insito nella natura del titolo.
Giù per i dungeon
Dal punto di vista artistico
Warhammer Quest prende ovviamente (e giustamente) a mani basse dall'universo di
Warhammer. Le tinte di colore utilizzate, le tematiche e gli avversari sono presi direttamente dalla mitica serie di
Games Workshop e questo è un gran bene. Dal punto di vista tecnico al titolo non si può chiedere gran che, quello che vediamo a video è ben realizzato e riporta fedelmente l look & feel dei board game classici. I menù e le interfacce di controllo potevano forse essere adattate meglio ai monitor e alle TV, sembrano un po' portate alla bene meglio dalla versione mobile.
La colonna sonora del titolo è poco varia ma epica al punto giusto (sopratutto durante i menù e le scene di intermezzo) e accompagna il giocatore come sottofondo aiutando l'immersione generale. Gli effetti sonori non fanno certo gridare al miracolo e potevano essere curati maggiormente.
Il titolo tradotto e sottotitolato in italiano, non avrete quindi problemi a seguire le vicende del nostro gruppo di eroi e un breve (ma esaustivo) tutorial (che potete seguire nel nostro video introduttivo) riesce a dare al giocatore tutte le informazioni necessarie per affrontare il resto del gioco.