Bastardi liofilizzati
Prendete
Jonathan Chey, co-fondatore di
Irrational Games (presente il capolavoro di
Bioshock, ecco l'hanno fatto loro), una manciata di proiettili, un pizzico di roguelike e un design artistico di prim'ordine, mescolate il tutto e quello che otterrete è
Void Bastard: una vera, piccola perla, ma ora bando alle ciance e seguiteci nella nostra
recensione di Void Bastards.
La trama di Void Bastards
Nell'introduzione abbiamo nominato
Bioshock, il titolo di
Irrational Games stupì pubblico e critica per le sue mille sfaccettature, per la trama intrigante e per l'universo che
Ken Levine e compagni erano stati in grado di mettere in piedi. Inutile dire che all'annuncio di
Void Bastards, che vanta tra le sue file nientepopodimenoche
Jonathan Chey (co-fondatore di Irrational Games) le antenne di tutti gli addetti alla stampa si rizzarono di colpo. Siamo quindi di fronte ad una nuova
Rapture dello spazio? No, ma i ragazzi di
Blue Manchu hanno saputo creare un universo originale e sfaccettato, scopriamone una piccola parte insieme.
In
Void Bastards impersoniamo un carcerato, o meglio, più carcerati che hanno un compito specifico: portare la nave
S.T.E.V. fuori dalla
Nebulosa Sargasso e per fare questo siamo chiamati a raccogliere componenti e oggetti che consentiranno all'astronave di fare il salto iperspaziale che è necessario al completamento della missione. Abbiamo parlato di "più carcerati" e c'è un motivo: in
Void Bastards ogni volta che moriremmo ricominceremo da capo impersonando un nuovo personaggio: la nave
S.T.E.V. prenderà il DNA liofilizzato di un detenuto e lo farà "tornare vivo", un piccolo zainetto si aggancerà al malcapitato ed eccoci pronti per una nuova missione.
Questo è il "ciclo vitale" di
Void Bastards, un ciclo che si sposa appieno con la filosofia rogue-lite di del titolo e con il suo gameplay: un mix tra survival e stealth che ci ha colpito in modo decisamente positivo. Non andiamo oltre con la trama ma vi diciamo solo che, a livello di difficoltà normale, arriverete ai titoli di coda in una dozzina d'ore circa, pronti per una nuova run a difficoltà maggiore.
Il gameplay di Void Bastards
Categorizzare
Void Bastards in un unico genere è a tratti inutile e parecchio complicato. Il titolo di
Blue Manchu infatti è un riuscito mix di diverse anime: abbiamo la componente
FPS, una struttura r
ogue-lite e un sottofondo
stealth e
survival che affiorano nel gameplay senza soluzione di continuità. Solitamente questo genere di mix non porta a grandi risultati e questo perchè è sempre difficile riuscire a dosare correttamente le varie sfumature e le varie peculiarità dei generi utilizzati.
Nel caso di
Void Bastards però, fortunatamente, gli sviluppatori sono riusciti nell'arduo compito e quello che ci troviamo davanti è un titolo divertente e appagante che riesce a regalare al giocatore una profondità di gameplay sempre più rara. Ad ogni run il nostro alter ego prenderà il posto del precedente detenuto e, con un sistema di generazione casuale del personaggio, avremo a che fare con protagonisti completamente diversi tra loro e e non solo nell'aspetto fisico! Ogni personaggio in
Void Bastards infatti ha delle caratteristiche che lo rendono unico rispetto ai suoi predecessori: vi capiterà infatti di prendere i comandi di detenuti affetti da tosse (perchè fumatori ad esempio) e questo renderà l'approccio stealth parecchio più complesso visto che gli avversari sentiranno la vostra tosse e si metteranno in allerta. Questo è solo un esempio di quanta cura sia stata posta nella realizzazione di
Void Bastards.
Pad alla mano
Void Bastards risulta estremamente godibile, con un sistema di controllo che risponde perfettamente ai nostri comandi. Il titolo inoltre mette in campo un level design ben studiato (pur essendo i livelli generati proceduralmente), i "pezzi" che compongono i vari livelli ben si amalgamano fra loro e la resa delle ambientazioni è ottima. Ad ogni run saremo chiamati ad affrontare un livello con un obiettivo ben preciso: recuperare un oggetto, trovare un componente ecc, al termine del nostro incarico verremo recuperati e portati allo
S.T.E.V. e saremo così pronti per una nuova missione. La morte è un elemento chiave del gameplay (tant'è che nel tutorial moriremo per forza) visto che ogni volta che lasceremo il nostro detenuto sul campo il suo "successore" guadagnerà l'esperienza del primo e parte del suo equipaggiamento: insomma non tutto è perduto.
Se dobbiamo trovare un difetto a livello di gameplay possiamo trovarlo nel gunplay vero e proprio col titolo che stenta a dare una sensazione appagante a fronte dei colpi inferti. Inutile dire che
Void Batards si propone come un titolo decisamente longevo se lo si pone nell'ottica di riaffrontare i vari livelli a difficoltà crescente cercando di sfruttare al meglio lo stealth per evitare gli scontri diretti con i nemici. Evitare gli scontri è importante perchè nel titolo di Blue Manchu avremo sempre i proiettili contati e "tirare giù" i nemici non è facile come si possa pensare.
L'arte e la tecnica di Void Bastards
Dal punto di vista artistico
Void Bastards è senza ombra di dubbio eccellente. I ragazzi di
Blue Manchu sono riusciti a dare un tono ironico e scherzoso al titolo riuscendo nell'intento di presentare qualcosa di originale e artisticamente interessante. Distante anni luce dalla pixel art che ormai è diventata come la gramegna,
Void Bastards presenta una grafica in cell shading in stile fumetto che non si limita ai soli tratti della matita virtuale ma che immerge il giocatore in un vero e proprio mondo che sembra uscito dalle pagine di un fumetto anni 40.
Dallo stile del protagonista e degli avversari passando per il design delle astronavi e delle armi, il tutto ha un non so che di demodè che lo rende immediatamente riconoscibile rispetto alla massa. Anche l'idea di utilizzare dei baloon a mo di onomatopea è interessante e rende il titolo unico nel genere di appartenenza. L'aspetto grafico semplice ha permesso inoltre agli sviluppatori di poter avere un engine decisamente leggero e infatti, a livello prestazionale,
Void Bastards risulta fluido e scattante.
Durante le nostre partite su
XBOX One non abbiamo inoltre mai riscontrato problemi di sorta, bug bloccanti o errori che potessero compromettere la giocabilità del titolo. Anche dal profilo sonoro il titolo pubblicato da
Humble Bundle si difende benissimo riuscendo a proporre una serie di suoni campionati perfettamente fittanti l'ambientazione, stessa cosa si può dire infine per la colonna sonora.