È tutta questione di prospettiva
I puzzle game sono un genere particolare, un genere che ha radici storiche profonde e che ha saputo innovarsi nel corso degli anni sfruttando gli avanzamenti tecnologici come veri e propri trampolini di lancio. Se ci pensiamo bene in effetti i titoli più interessanti, spesso, non sono interessanti solo per le loro meccaniche puzzle ma anche per come queste vengono declinate su base tecnologica, nel prossimo paragrafo ne parleremo in modo più approfondito con degli esempi concreti visto che, volontariamente, non vogliamo parlarvi della trama
Viewfinder, il titolo di cui parliamo oggi, sviluppato dai ragazzi di
Sad Owl Studios e pubblicato da
Thunderful (che ci ha gentilmente offerto una copia del gioco per poterlo toccare con mano). Detto questo non ci resta che prepararci a vivere un'avventura davvero unica nella nostra
recensione di Viewfinder per PC (giocato su Steam Deck).
La trama di Viewfinder
Come accennato in apertura non vi parleremo della
trama di Viewfinder e non lo faremo di proposito perchè l'elemento narrativo è un elemento molto importante nell'esperienza di gioco, nel modo in cui
Viewfinder si vive. Solitamente non parliamo mai in modo approfondito della trama dei singoli videogiochi e questo per evitare spoiler ma parliamo solo degli incipit narrativi e di come questi vengono esplosi durante la narrazione ma, per
Viewfinder non vi daremo nemmeno questi piccoli indizi e vi lasceremo (come siamo stati lasciati anche noi) soli in questo mondo unico e meraviglioso.
Ma quindi, come occupiamo questo paragrafo? Beh ci piacerebbe chiudere il discorso iniziato nell'introduzione che lega tecnologia a evoluzione del genere puzzle game, un argomento molto importante che è
parte del cuore stesso di Viewfinder. I puzzle game hanno origini molto "antiche" anche nel mondo videoludico ma, a differenza di altri generi, hanno saputo sfruttare gli avanzamenti tecnologici per modificare il proprio gameplay in modo completamente differente dagli altri generi. Per intenderci, se nei platform, pur con tutti gli avanzamenti tecnologici, il genere ha mantenuti dei capisaldi che persistono ancora oggi, nei puzzle game questo non è successo. Alcuni puzzle game infatti sono strettamente legati alla tecnologia e alla sua evoluzione: pensiamo per esempio a
Portal di
Valve, la meccanica di gameplay del titolo è strettamente legati alla tecnologia che sta dietro ai portali e all'avanzamento dei motori grafici, oppure a titoli più recenti come
SUPERLIMINAL (se non ne sapete nulla sul titolo date un occhio alla nostra
recensione per farvi un'idea) dove la prospettiva viene sfruttata per risolvere puzzle ambientali.
Nel corso degli anni abbiamo giocato e recensito diversi puzzle game che ci hanno lasciato a bocca aperta, da
The Witness che ha dimostrato al mondo come si può creare un vero capolavoro con una singola meccanica e come la narrazione trovi ampiamente spazio nel genere fino al recente
The Entropy Centre (che, anche qui, se volete saperne di più vi lasciamo il link alla
recensione) che unisce meccaniche viste in altri titoli in un contesto unico e dannatamente interessante. Ma anche a titoli come
Etherborn (eccovi il link alla
recensione) o
The Turing Test, che abbiamo
avuto modo di provare nella sua versione
Nintendo Switch. Potremo portare ancora un sacco di esempi ma forse è giunto il momento di andare oltre, ma non prima di ricordarvi che
Viewfinder è localizzato in italiano.
Il gameplay di Viewfinder
Viewfinder è, da un certo punto di vista, un'altra dimostrazione vivente di come la semplicità possa essere (davvero) la chiave del successo. Per definire il
gameplay di Viewfinder non dobbiamo infatti usare milioni di parole o spiegazioni incredibili: nel titolo di
Sad Owl Studios tutto è lineare e semplice ma al contempo coerente e completamente folle. In
Viewfinder vedete il mondo in prima persona e, in questo mondo, sarete chiamati a passare di livello in livello risolvendo i puzzle ambientali che il titolo, volta per volta, vi sottopone. All'inizio del gioco non avrete con voi strumenti futuristici come quelli visti in altri titoli, armi che vi permettono di creare varchi spazio-temporali o altro, sarete solo voi e l'ambiente che vi circonda.
Viewfinder fa della pulizia logica delle sue meccaniche la sua vera chiave di forza
Il meccanismo che sta alla base di
Viewfinder è semplice: per passare al livello successivo dovrete trovare un portale ma quest'ultimo non sarà mai comodamente a portata di mano. Il mondo di gioco è ricco di ostacoli, burroni, scale e precipizi e questi non sono mai facilmente collegati tra loro ed è qui che Viewfinder sfodera la sua carta vincente: il protagonista potrà sfruttare foto, dipinti o altro per "ampliare" il mondo di gioco creando un vero e proprio pezzo di realtà da un disegno o da una foto. Giocare a Viewfinder è più semplice che spiegare Viewfinder e dopo qualche minuto di gioco avrete già sotto controllo il tutto.
Se all'inizio i rompicapi presentati sono abbastanza guidati è con il ritrovamento della
Polaroid (passate le prime fasi) che il gameplay di Viewfinder amplia ulteriormente il suo respiro permettendo al giocatore soluzioni diverse allo stesso enigma. Con la
Polaroid potrete infatti scattare foto ad altri pezzi del livello e sfruttarli per ricreare altri elementi per raggiungere il luogo desiderato ma non solo. Non vogliamo proseguire oltre per non rovinarvi la sorpresa perchè, se avete un po' di pensiero laterale, in Viewfinder vi divertirete come matti. Abbiamo trovato il sistema di controllo preciso e perfettamente adatto al titolo e dobbiamo dire che,
giocato in mobilità su Steam Deck,
Viewfinder ha anche una marcia in più.
L'arte e la tecnica di Viewfinder
Le buone notizie non si fermano a trama e gameplay ma proseguono per la componente artistica e tecnica:
Viewfinder offre un colpo d'occhio eccellente e gli onirici mondi che vedete negli screen di queste pagine non sono gli unici che incontrerete nel corso della vostra avventura. I ragazzi di
Sad Owl Studios hanno saputo creare un contesto artistico davvero profondo e pensato in ogni sua più piccola parte, il passaggio da un livello all'altro è fortemente guidato dalla narrazione e tutto acquisisce una sua coerenza.
Ottimo il lavoro svolto anche dal punto di vista tecnico e non parliamo solo della solidità del titolo in se e per se ma anche di tutto quello che è stato fatto per fare in modo che il gioco non si "rompesse" sotto il peso della variabilità delle situazioni. Abbiamo giocato a
Viewfinder su Steam Deck e il gioco si è comportato decisamente bene, sia sotto il profilo del frame rate che sotto quello del consumo della batteria.
Ottima anche la componente sonora che si sposa perfettamente con le atmosfere presenti nel titolo.