Di Shinobi, Turrican e altri grandi nomi
Che i ragazzi di
JoyMasher avessero talento e una particolare capacità nella creazione di titoli che sembrano usciti direttamente da una cartuccia del Mega Drive o del Super Nintendo non è certo una novità. Titoli come
Blazing Chrome o
Oniken (di cui, se volete saperne di più, potete leggere la
nostra recensione) hanno già ampiamente dimostrato quanto gli sviluppatori brasiliani siano a loro agio con i titoli in stile retrò. Oggi parliamo della loro ultima fatica,
Vengeful Guardian: Moonrider che si presenta come la summa di tutto quello che hanno appreso dai lavori precedenti. Se siete curiosi di sapere come se la cava il titolo in questione su Steam Deck non vi resta che seguirci nella nostra
recensione di Vengeful Guardian: Moonrider per PC.
La trama di Vengeful Guardian: Moonrider
Partiamo dal presupposto che stiamo parlando di un titolo dall'anima fortemente retrò quanto nella componente più estetica così come in quella demandata alla narrativa (e, ovviamente, anche al gameplay). La
trama di Vengeful Guardian: Moonrider segue fedelmente i canoni a cui eravamo abituati negli anni 90, dove (molto spesso in questo genere di titoli) il canovaccio narrativo serviva unicamente come pretesto per disseminare morte e distruzione ai cattivoni di turno. Questa piccola "intro" sul discorso della trama non serve per "giustificare" il fatto che la trama sia completamente insipida e fine a se stessa, quanto per inquadrare il contesto della recensione: abbiamo approcciato Vengeful Guardian: Moonrider come se stessimo giocando ad un gioco sviluppato e prodotto davvero negli anni 90.
Detto questo il titolo si apre con un breve filmato che mostra un futuro poco roseo dove il governo ha instaurato uno stato di polizia sfruttando gli agenti robotici contro la popolazione soggiogandola e esprimendo quindi un governo di tipo dittatoriale. Con la classica scusa dell'attacco terroristico il governatore ha dispiegato le armi contro dei manifestanti e instaurato un regime di vero terrore. Per fortuna ci siamo noi però! Si perchè in
Vengeful Guardian: Moonrider impersoniamo un automa ribelle che ha giurato vendetta contro il sistema e che non si fermerà davanti a nulla pur di ripristinare ordine e giustizia.
Come potete ben capire questo incipit narrativo serve come giustificazione alla missione che ci porterà per gli otto livelli magistralmente costruiti e preparati dai ragazzi di JoyMasher. Se state cercando una trama ricca di contenuti e particolarmente densa ed affascinante restereste probabilmente delusi ma, altrettanto probabilmente, non stareste cercando un titolo come
Vengeful Guardian: Moonrider. Ultimo dettaglio
Vengeful Guardian: Moonrider è localizzato in italiano quindi potete seguire il tutto anche se non conoscete l'inglese.
Il gameplay di Vengeful Guardian: Moonrider
Ma passiamo al vero piatto forte della produzione: il
gameplay. Inutile girarci troppo attorno,
Vengeful Guardian: Moonrider è gameplay duro e puro. Iniziamo dalle basi: Vengeful Guardian: Moonrider è un action platform vecchio stampo che strizza più di un occhio a produzioni ultra classiche come Shinobi. Un occhio attento noterà subito le similitudini: il tipo di salto, l'approccio agli avversari, la struttura dei livelli... tutto nel titolo di JoyMasher è fatto per sembrare realmente prodotto negli anni 90 e il bello è che l'operazione è completamente riuscita.
Vengeful Guardian: Moonrider è gameplay duro e puro.
Prendete tutti gli elementi degli action platform dell'epoca del Mega Drive e del Super Nintendo e li ritroverete qui riproposti pari pari.
Moonrider (
il nostro protagonista ndr.) è in grado di saltare, può sferrare possenti attacchi con la sua katana, può correre ed effettuare salti più lunghi, ha la possibilità di lanciare attacchi speciali o sfruttare il salto per eseguire attacchi dall'altro. Non esistono nel gameplay di Vengeful Guardian: Moonrider delle meccaniche di gameplay moderne ma tutto sembra (e lo è) cristallizzato in un epoca che ora non c'è più. E volete sapere il bello di tutto questo? Il bello è che queste meccaniche (punitive, a volte frustranti o limitate) funzionano ancora alla grande e non solo per il senso di dejavu che si prova giocando ma proprio per il piacere di trovare un livello di sfida che ormai si riscontra difficilmente.
Ecco, parlando di livello di sfida dobbiamo ricordare che
Vengeful Guardian: Moonrider non è un gioco semplice, tutt'altro e non è assolutamente un titolo adatto a tutti. Per provare piacere nel giocare all'ultima fatica di JoyMasher dovete prepararvi a fare un salto nel tempo indietro di quasi trent'anni. Tutto diventa più chiaro quando, pad alla mano, sembra che il protagonista si muova in modo legnoso, quando la croce direzionale funzionerà meglio che l'analogico e via di questo passo ma i ricordi sono una strana bestia e, come per magia, chi ha già giocato ai vari Shinobi e compagni comincerà a riattivare dei ricordi sopiti e, come una sorta di memoria muscolare, ritornerà in possesso dei suoi (ormai sopiti) ricordi da gamer old school. Se la difficoltà del titolo in se non vi basta avrete la possibilità di raccogliere dei malus (si, dei malus) che renderanno la sfida ancora più ardua.
L'arte e la tecnica di Vengeful Guardian: Moonrider
Ovviamente per la componente artistica e tecnica valgono le stesse considerazioni fatte su gameplay e trama:
Vengeful Guardian: Moonrider è un titolo che sa di retrò da ogni parte lo si guardi. Anche la direzione artistica del titolo infatti ricalca le "linee guida" dei titoli a 16 bit che tanto ci hanno fatto sognare da ragazzini. Dalle palette cromatiche fino alla realizzazione dei singoli sprite e delle animazioni ogni elemento sembra uscito da uno studio di sviluppo di quegli anni. Abbiamo apprezzato anche la capacità di JoyMasher di guardare con riverenza al passato ma di sapere, al contempo, costruire un'icona nuova: Moonrider che, pur con tutti gli stilemi del caso ha una sua personalità.
Dal punto di vista tecnico non abbiamo nulla da dire, il lavoro svolto dagli sviluppatori è pressochè esente da difetti e
Vengeful Guardian: Moonrider si fa giocare divinamente su Steam Deck (piattaforma su cui abbiamo giocato il titolo). Non abbiamo riscontrato problemi ne bug e la durata della batteria della "console" di casa Valve è decisamente eccellente per questo genere di titoli.
Anche la colonna sonora segue la traiettoria tracciata dal resto della produzione e propone musichette orecchiabili che accompagnano perfettamente il titolo in questione.
