Cosa mai potrà andare storto?
L'arrivo sul mercato di
Torchlight (del primo titolo della serie, datata 2009) fu un bel colpo di scena: i creatori della serie Diablo lasciarono Blizzard per creare
Runic Games. Di acqua ne è passata sotto i ponti e Torchlight è stato in grado di crearsi una sua fan-base che si è appassionata al titolo e alle sue particolarità. Dopo l'eccellente
Torchlight II le aspettative per
Torchlight III erano decisamente alte
ma qualcosa è andato storto, il titolo infatti non rispecchia la qualità a cui lo studio di sviluppo ci aveva abituato, scopriamo insieme il perchè nella nostra
recensione di Torchlight III per XBOX One.
La trama di Torchlight III
Prima di parlare della trama che muove le vicende in
Torchlight III conviene fare un piccolo excursus sulla saga e sul come è stata in grado di ritagliarsi una sua fan-base così affezionata. A livello qualitativo
Torchlight è riuscito ad imporsi sul mare di hack 'n slash che popolano il mercato grazie da una sua precisa identità. A differenza dei cloni di Diablo infatti Torchlight presenta un contesto molto più colorato e cartoonesco con una trama molto più "leggera", se vogliamo, rispetto alla precedente creazione di
Max ed Erich Schaefer. Il secondo capitolo (se ve lo siete persi potete leggere la nostra
recensione di Torchlight II) aveva ampliato e migliorato quanto di buono aveva già fatto il primo episodio, inutile dire che le aspettative su questo terzo capitolo erano altissime.
Purtroppo però
Torchlight III è stato piagato da uno sviluppo complicato, il titolo era stato pensato per essere una sorta di MMORPG: il suo titolo era
Torchlight Frontiers ma gravi problemi di produzione obbligarono i ragazzi di
Echtra Games a virare verso una produzione più "classica", ecco allora fare la sua comparsa
Torchlight III. Forse questa brusca virata verso un titolo di stampo di più classico è stato il primo problema del titolo e, ovviamente, ad andarci di mezzo in primis è stato il comparto narrativo.
La trama di
Torchlight III è infatti particolarmente banale. Se è vero che, generalmente, da un hack 'n slash non si hanno grandi aspettative in tema di trama e narrazione, è altrettanto vero che da un gioco che pone il numerino "3" sul suo titolo ci si aspetta qualcosa che fosse, almeno, legato ai titoli precedenti. Purtroppo però la trama ha solo labili riferimenti al passato e, in buona sostanza, il giocatore è chiamato ad impersonare l'eroe che dovrà salvare il mondo dall'ennesimo male risvegliatosi anni e anni dopo gli eventi passati nel precedente capitolo. Insomma,
sotto il profilo narrativo Torchlight III è decisamente deludente. Fortunatamente non dovrete mettere mano al dizionario di inglese per seguire le vicende visto che
Torchlight III è localizzato in italiano.
Il gameplay di Torchlight III
Lo sviluppo travagliato di Torchlight III si riflette anche sul gameplay del titolo che, purtroppo, non brilla come ci saremmo aspettati. E' vero che le nostre aspettative in questo frangente erano davvero alte ma è altrettanto vero che erano decisamente lecite. I
capitoli precedenti di
Torchlight ci avevano fatto innamorare di un sistema di gioco semplice ma estremamente efficace, ricco di cose da fare e vario, immediato e divertente. Le varie classi che potevamo utilizzare in Torchlight II non erano forse il massimo dell'originalità ma garantivano al giocare una varietà e una personalizzazione decisamente notevoli.
Torchlight III offre quattro classi ai giocatori tra cui scegliere, tra di esse troviamo il
Mago e il
Ranger, due classi molto classiche, con poche idee originali e dedicate a chi cerca un approccio molto tradizionale al gameplay. Discorso completamente diverso invece per le due new entry, stiamo parlando del
Forgiato e del
Mastrorotaia. Ecco, queste due sono proprio le classi che ci aspettavamo dal nuovo Torchlight: originali, folli e decisamente in linea con il mondo che Runic Games creò 11 anni fa. Iniziamo con il Forgiato, una sorta di stufa a legna con le gambe, un robot del passato, divertente e letale allo stesso tempo. Grazie alla sua fornace è in grado di incenerire gli avversari. Anche il Mastrorotaia ha da dire la sua, la nuova classe farà la gioia degli amanti dei trenini, il nostro prode personaggio potrà infatti costruire delle rotaie su cui gireranno dei trenini in grado di inanellare una notevole quantità di danni o di buff di potenziamento. Ottima sia come classe di supporto che come singola.
Pad alla mano Torchlight III è risultato molto più ferraginoso dei suoi predecessori, giocando si ha una continua sensazione di "attesa" dovuta al fatto che concatenare le varie abilità speciali risulta molto lento. Questo è dovuto dal fatto che per lanciare la successiva abilità bisognerà attendere la fine dell'animazione della precedente, capite bene che in un hack 'n slash (dove anche il button smashing vuole la sua parte) è un problema non da poco. Durante la ventina d'ore che vi separano dai titoli di coda avrete modo di giocare in molti livelli, la generazione procedurale non è però delle migliori e molto presto vi troverete a vedere interi blocchi di livello riciclati o, peggio ancora, davvero mal costruiti.
L'arte e la tecnica di Torchlight III
Iniziamo subito col dire che, in questa situazione al limite della decenza, la componente artistica si salva:
Torchlight III piacerà (stilisticamente) a tutti quelli che già amavano i precedenti capitoli. Il design dei protagonisti e degli ambienti, le scelte cromatiche e il "tocco da Torchlight" è vivo e vegeto in questo nuovo capitolo ma la sensazione di "fretta da release date" si sente anche in questo campo.
Il motore di gioco si presenta bene,
Torchlight III durante le nostre prove su XBOX One X non ha mostrato rallentamenti o problemi tecnici, il motore di gioco gira fluido e, complice anche una art direction votata all'essenzialità, la resa generale è molto buona. Peccato però per l'evidente riciclo di asset, sia dai titoli precedenti che all'interno dello stesso
Torchlight III. Vedere dei boss che altro non sono che la versione ingigantita di minion trovati a centinaia nei livelli è deprimente, alle volte non sono stati modificati nemmeno i pattern di attacco... Anche la trovata di "ricolorare" le creature era una pratica che speravamo di non rivedere alla fine del 2020.
Buono il comparto audio, certamente non in grado di far gridare al miracolo ma almeno svolge degnamente il suo lavoro.