Dammi il cinque!
Ci troviamo oggi a parlare di
Tom Clancy's Ghost Recon: Breakpoint, ultimo arrivato in casa
Ubisoft che, percorrendo quando già in parte fatte con
Wildlands porta avanti la serie di
Ghost Recon ad ambientazione open world. Sviluppato dalla divisione europea di
Ubisoft (e più precisamente da
Ubisoft Paris)
Ghost Recon Breakpoint parte dalle (ottime) basi di
Wildlands per evolvere ulteriormente la serie, saranno riusciti gli sviluppatori francesi nel loro intento? Scopriamolo nella nostra
recensione di Ghost Recon: Breakpoint.
La trama di Tom Clacy's Ghost Recon: Breakpoint
Ghost Recon Breakpoint è ambientato sull'isola di
Auroa, un'isola fittizia nell'Oceano Pacifico Meridionale dove una società privata, la
Skell Tech ha stabilito la sua base operativa e il centro nevralgico delle sue ricerche e dei suoi studi. Ma di cosa si occupa la
Skell Tech? Lo scopo dell'azienda è quella di studiare nuovi sistemi che permettano di migliorare la qualità della vita delle persone in un prossimo futuro. La società ha scelto un'isola sperduta per poter portare avanti in tutta tranquillità il proprio utopistico progetto cercando di ridurre al minimo le interferenze della società civile nei suoi esperimenti.
Tutto sembra andare per il meglio almeno fino a quando
Cole D. Walker con il suo gruppo di mercenari: i
Lupi non prendono il controllo dell'isola con un violento colpo di stato. Inutile dire che le tecnologie che la
Skell Tech stava sviluppando sono di grande importanza per tutto il mondo e che nelle mani sbagliate possono creare non pochi grattacapi al mondo intero. Ecco che quindi, proprio in veste di Ghost, veniamo inviati sull'isola nei panni di
Nomad, il protagonista di questa avventura (liberamente personalizzabile da ogni giocatore) per riprendere il controllo delle strutture e cacciare i Lupi da
Aura.
Sarebbe tutto semplice se non fosse che i
Lupi guidati da
Cole, sono formati da una cellula incontrollata dei Ghost e proprio Cole è stato un compagno e commilitone del nostro protagonista. Questa volta siamo chiamati a combattere contro quelli che fino a pochi giorni prima erano i nostri compagni, con le stesse armi, la stessa preparazione e gli stessi metodi di combattimento: le cose si fanno molto più complesse del solito.
Con uno spunto narrativo che mette in campo due fazioni molto simili tra loro (i Ghost e i Lupi)
Ubisoft ha cercato di pareggiare il divario a cui siamo stati spesso abituati tra preparazione del protagonista ed avversari: in questo caso infatti non avremo a che fare con narcotrafficanti poco organizzati ma con soldati d'elite altamente specializzati e con armi futuristiche nate da un progetto segretissimo della
Skell Tech. Anche se le premesse narrative sembrano interessanti purtroppo la narrazione si perde nelle pieghe dell'open world di
Ghost Recon Breakpoint e la trama non riesce mai ad emergere come ci sarebbe piaciuto potesse fare. Al netto di questo l'ultima fatica di
Ubisoft cerca di tenere il passo agli eventi con una serie di cut-scene che riportano il giocatore nel bel mezzo della narrazione durante le missioni principali.
Il gameplay di Tom Clancy's Ghost Recon Breakpoint
Fin dai primi minuti di gioco è evidente quando
Ghost Recon Breakpoint sia un po' "figlio" di
Ghost Recon: Wildlands il titolo propone infatti un mondo open world che, come nel precedente titolo, mette nelle mani del giocatore un ventaglio decisamente generoso di cose da fare, obiettivi, posti da esplorare e chi più ne ha più ne metta. Partiamo subito però col problema più grosso che, dal nostro punto di vista,
Breakpoint ha: il suo mondo di gioco. Sia ben inteso, girare per le foreste e le strade di
Aura è indubbiamente divertente (sopra tutto se lo farete in compagnia di un amico), ma l'open world proposto è il classico open world di
Ubisoft pieno di cose da fare ma poco carismatico, poco realistico, poco "mondo".
L'avvento di titoli come
Zelda Breath of the Wild o dell'imponente
Red Dead Redemption 2 ha segnato un nuovo corso per gli open world dove non conta più solo la quantità (e qui il
Breakpoint non ha sicuramente problemi), quanto per la sua qualità. Il mondo di gioco sembra infatti piatto e poco dettagliato, manca di carisma e di particolarità, ripetiamo ci sono si un sacco di cose da fare ma nessuna di queste riuscirà davvero a rapirvi.
Per il resto invece
Ghost Recon Breakpoint risulta divertente, immediato e stimolante con un substrato tattico sicuramente più approfondito di quanto visto in
Wildlands. Pad alla mano poi l'ultima fatica di Ubisoft risulta immediata e la risposta del gioco ai comandi è sempre ottima, precisa e non abbiamo mai avuto la sensazione che i comandi impartiti arrivassero in ritardo. Ogni volta che si apre una sparatoria l'adrenalina sale velocemente, complice anche l'approccio differente che i nuovi avversari hanno verso di noi che, per inciso, ci troveremo sempre in inferiorità numerica e senza il supporto di compagni (a differenza di
Wildlands qui non abbiamo amici a coprirci le spalle) e, anche per questo motivo, sarete chiamati a pianificare bene gli scontri (quando ne avrete l'opportunità ovviamente).
Tra le mille attività a cui sarete chiamati a partecipare ovviamente vi troverete ad avere a che fare con le missioni principali e quelle secondarie, inutile dire che il tiro generale delle varie quest e subquest varia molto ma spesso vi troverete ad avere la sensazione di giocare a qualcosa di già visto. Sembra che
Ubisoft sia rimasta poco focalizzata sull'obiettivo che si era prefissata, a conti fatti non si capisce molto bene cosa voglia essere davvero
Ghost Recon Breakpoint, il titolo fa tantissime cose ma non riesce ad eccellere in nessuna e si avverte immediatamente la mancanza di centratura (se così possiamo dire) dell'intera produzione.
Chiudiamo invece la nostra chiacchierata sul gameplay confermandovi la
totale localizzazione in italiano del titolo, localizzazione per altro di ottima fattura, sia nel recitato che a livello di traduzione vera e propria.
L'arte e la tecnica di Tom Clancy's Ghost Recon Breakpoint
Tecnicamente parlando
Ghost Recon Breakpoint ha saputo regalarci scorci di sicuro impatto con dei colpi d'occhio interessanti, come spesso accade nei titoli open world l'ultima fatica di
Ubisoft si perde un po' nei dettagli (sopra tutto degli interni) ma cerca sempre di mantenere una qualità degli ambienti e dei personaggi alta.
Artisticamente parlando
Ghost Recon Breakpoint non si discosta molto dai canoni della serie con una serie di richiami (anche piuttosto diretti) a tutta quella che è la lore di
Ghost Recon. La parte più notevole e interessante della produzione si può trovare nei dettagli dei
Lupi e della loro unità con un misto di soluzioni sia carismatiche che belle da vedere nonchè immediatamente riconoscibili.
Durante le nostre partite su
XBOX One X poi non abbiamo trovato problemi di sorta, ne bug bloccanti che abbiano inficiato la corretta fruizione del titolo, certo un gioco di queste dimensioni si porta sempre con se una serie di sbavature (oggettivamente di difficile controllo) ma tutto sommato la situazione è sotto controllo (sopra tutto grazie alle correzioni che i ragazzi di
Ubisoft hanno già apportato e a quelle che sono in lavorazione).
Molto buona anche la colonna sonora e la componente effettistica che si adatta perfettamente al mood della produzione e che riesce a tenere compagnia al giocatore durante le sue scorribande per la terra di
Auroa.