Clone di Bloodborne?
Oggi parliamo di un titolo uscito a metà agosto e passato un po' in sordina (almeno per quanto riguarda l'ambiente videoludico più "mainstream"):
Thymesia. Il titolo sviluppato dai ragazzi di
OverBorder Studio e pubblicato da
Team17 è un soulslike che strizza, senza ombra di dubbio, l'occhio a
Bloodborne ma chiamarlo clone ci sembra un po' eccessivo. I ragazzi cinesi hanno sicuramente preso molti spunti dall'esclusiva Playstation di
FROM Software ma forse, il titolo che più gli si avvicina come gameplay è
Sekiro (ecco, se volete saperne di più leggete la nostra
recensione di Sekiro: Shadows Die Twice). Bene, fatte le dovute presentazioni e premesse non ci resta che addentrarci nell'oscuro
regno di Hermes con la nostra
recensione di Thymesia per PC.
La trama di Thymesia
Come da tradizione dei soulslike più puri il mondo in cui il giocatore si ritrova è un mondo devastato, corroso da piaghe che ne hanno mutato per sempre le sembianze. Prima di parlare del nostro protagonista,
Corvus, conviene fare due parole sul mondo di gioco, il
Regno di Hermes. Il regno di Hermes era un regno un tempo prospero dove l'alchimia era riuscita a dare una vera e propria svolta al destino del mondo. Gli alchimisti erano stati in grado di trasformare il regno in un vero e proprio paradiso ma una tremenda piaga sferzò il corso degli eventi rendendo Hermes quello che oggi è: un regno finito, logorato da una piaga apparentemente incurabile che devasta tutto ciò che incontra.
Ovviamente però un barlume di speranza c'è ed è rappresentato proprio da noi, Corvus, un guerriero frutto di un esperimento alchemico che l'ha dotato di poteri particolari (il nostro eroe è infatti un semi-umano, un uomo-corvo). Ben presto vi renderete conto che Corvus ha già salvato il regno e quello che andrete a rivivere altro non è che un grandissimo flashback in cui il nostro protagonista deve recuperare i vari frammenti di ricordo per ri-scoprire come poter liberare Hermes dall'eterna dannazione.
La trama di Thymesia è abbastanza lineare e non presenta un canovaccio narrativo particolarmente ricco o articolato ma la lore del mondo di gioco è ben congeniata e, raccogliendo gli appunti testuali sparsi nei livelli, il giocatore è in grado di ricostruire la storia del regno scoprendola passo dopo passo. Non andremo oltre nel raccontarvi la
trama di Thymesia ma vogliamo rassicurare i non anglofoni tra voi:
Thymesia è localizzato in italiano.
Il gameplay di Thymesia
Se già le ambientazioni possono ricordare ai giocatori la città di
Yharnam anche il gameplay ha diversi punti di contatto con il capolavoro di
FROM Software. Partiamo togliendo subito l'elefante dalla stanza: le movenze di Corvus, il modo di approcciare gli avversari e la meccanica delle ferite ricorda molto da vicino Bloodborne ma i due titoli non sono così identici. Anche Thymesia offre un gameplay rapido e predilige (come Sekiro del resto) un approccio più votato all'attacco rispetto alla difesa, in
Thymesia infatti dovrete rapidamente apprendere come sfruttare al meglio le vostre due armi: la sciabola e l'artiglio. Con la prima sarete in grado di aprire una ferita nell'avversario mentre con la seconda "consolida il danno". Se infatti non interverrete con l'artiglio la ferita dell'avversario si rimarginerà e perderete così il vantaggio tattico: insomma più riuscirete ad infliggere danni consecutivi più eliminerete i vostri avversari.
Thymesia è un titolo semplice da apprendere ma difficile da padroneggiare
Altra meccanica interessante è quella che consente a Corvus di "rubare" le
armi pestilenziali agli avversari: il nostro eroe è in grado quindi di sfoderare un colpo molto potente ma che potrà essere usato una singola volta. Molto ben strutturato anche il sistema di abilità che permette di far evolvere Corvus come meglio credete e inoltre avrete modo di riposizionare i vostri punti abilità ai punti di sosta permettendovi così di poter "testare" varie build nelle varie occasioni (ovviamente, ogni volta che vi fermerete in questi luoghi i nemici riappariranno). Il sistema offre un buon numero di abilità passive e attive che potrete usare per personalizzare il vostro stile di gioco anche perchè in Thymesia non avrete modo di apportare grandi modifiche al vostro personaggio (non sono presenti "classi" tanto per intenderci).
Detto così sembra che vada tutto bene e, se consideriamo il fatto che il titolo è stato sviluppato da un team di sole sette persone è un gran risultato ma Thymesia ha anche qualche difetto che è bene rimarcare. Prima di tutto la varietà: se i livelli sono infatti diversi tra loro vi renderete presto conto di quanto gli scontri non lo siano affatto. Il numero di nemici è piuttosto esiguo e presto vi troverete circondati da un alone di déjà vu riguardo a situazioni già vissute. Questo difetto è mitigato dal fatto che il titolo si completa in circa una decina d'ore ma, ovviamente, la rigiocabilità ne risente abbastanza. Anche la curva di difficoltà non è perfettamente calibrata e, dopo qualche ora di gioco vi sembrerà di essere una sorta di macchina da guerra (situazione ben diversa rispetto ai soulslike in genere).
L'arte e la tecnica di Thymesia
Sotto il profilo artistico la nostra opinione è abbastanza divisa: da una parte siamo rimasti affascinati dalle atmosfere e dalla lore del titolo mentre dall'altra ci siamo trovati a dover constatare come gli sviluppatori non siano riusciti a sfruttare pienamente questa ambientazione. Sia chiaro
Thymesia è ricco di spunti interessanti e di luoghi e avversari anche carismatici ma passando da ambientazione ad ambientazione si nota che "manca qualcosa", forse gli ambienti un po' spogli e gli avversari che si ripetono aiutano molto ad alimentare questa sensazione.
Tecnicamente parlando possiamo dire di essere sufficientemente soddisfatti: Thymesia offre un buon colpo d'occhio pur senza stupire. Abbiamo
giocato a Thyemsia su Steam Deck e la resa grafica del titolo sullo schermo da 7" della macchina di Valve è senza dubbio buono, così come il suo framerate. Certo, bisogna scendere a qualche compromesso ma, riassumendo, Thymesia è un titolo che si gioca molto bene anche a 40 FPS.
Buona anche la colonna sonora e gli effetti audio che non stupiscono ma ben si adattano al clima generale della produzione.