Di nuovo sul fronte della battaglia
E' un periodo d'oro per
Nintendo Switch, la console ibrida di casa Nintendo è riuscita a catalizzare su di se l'attenzione del mondo intero. Dai piccoli studi indipendenti ai grandi publisher infatti, tutti hanno dimostrato interesse e supporto verso la piccola console, tra questi big player del mondo videoludico non sono mancati (per fortuna) i ragazzi di
CD PROJEKT RED che, dopo un'ottima conversione (considerando anche le limitazioni tecniche dell'hardware) di
The Witcher 3 ha portato sul piccolo schermo di
Switch anche
Thronebreaker: The Witcher Tales. Oggi siamo qui a parlare proprio di questo piccolo capolavoro (che per altro abbiamo già elogiato nella nostra
recensione di Thronebreaker: The Witcher Tales per XBOX One) che giunge, finalmente, su
Nintendo Switch.
Come è già capitato in passato, in questa recensione ci occuperemo delle differenze che la versione "portatile" (se così possiamo chiamarla) del gioco con la sua versione per le altre piattaforme. Di seguito trovate quindi gli stessi "paragrafi" della nostra precedente recensione, così da poter approfondire trama, gameplay e componente artistica che sono rimasti invariati rispetto alle precedenti incarnazioni del titolo.
Effettivamente il lavoro di conversione svolto su
Thronebreaker: The Witcher Tales è eccellente, il titolo su
Nintendo Switch vanta tutti i contenuti disponibili nella versione che abbiamo avuto modo di giocare su
XBOX One, tra cui spicca l'eccezionale lavoro di localizzazione (sia scritto che doppiato) presente nel titolo. Partiamo proprio da qui per discutere della componente artistica del gioco che risulta di ottima fattura (e di ottima resa) anche sulla piccola console di Nintendo (considerate che abbiamo giocato il titolo in modalità handled come sempre facciamo per i giochi
Switch). Molto buona anche la parte più prettamente tecnica, ovviamente è impossibile non notare una piccola perdita di qualità generale ma la resa a schermo è davvero impressionante. C'è da dire che il titolo
CD PROJEKT RED non aveva chissà che velleità a livello tecnico ma è giusto evidenziare quanto il lavoro di porting sia stato svolto in maniera eccellente.
Pad alla mano
Thronebreaker: The Witcher Tales si lascia giocare perfettamente: i comandi che già risultavano molto comodi sul pad
XBOX One rispondono perfettamente anche sulla console
Nintendo. Ottima anche la lettura del campo di gioco, punto che ci aveva lasciato perplessi prima dei test effettivi console alla mano. In effetti il campo di battaglia del
GWENT rimane perfettamente leggibile, anche dal punto di vista dei testi a schermo che risultano di facile lettura. Sarebbe assurdo non elogiare poi (l'ennesima volta) il gameplay generale del titolo che riesce a dare ulteriore profondità al GWENT intervallando le partite a carte con momenti di esplorazione e narrazione.
Se non conoscete nulla di
Thronebreaker: The Witcher Tales continuate a leggere la nostra recensione per scoprire la storia che si cela dietro le battaglie che andrete ad affrontare e per sapere come "funziona" il titolo di
CD PROJEKT RED. Se invece sapete già tutto del titolo e la vostra domanda è solo "Ma questa nuova versione, vale i soldi spesi?" Beh la risposta è semplice: "Si,
Thronebreaker: The Witcher Tales è un gioco di ottima fattura in grado di regalarvi ore e ore di divertimento, in modalità portatile fra l'altro!".
Un racconto nel mondo di The Witcher
CD PROJEKT RED è una delle software house (nonchè publisher) più interessanti di tutta l'Europa, i ragazzi polacchi hanno saputo dare dimostrazione nel corso degli anni di essere dei veri e propri maestri nella creazione di titoli che riuscissero a mettere d'accordo pubblico e critica. L'esempio più eclatante di ottima produzione è stato
The Witcher 3: Wild Hunt, un vero e proprio capolavoro sia dal punto di vista tecnico che narrativo / contenutistico. Oggi siamo qui a parlare di
Thronebreaker: The Witcher Tales, un gioco che non ha l'ambizione di bissare il successo del terzo capitlo del popolare strigo ma vuole mostrarci un'altra faccia dell'intricato mondo di gioco nato dalla penna di
Andrzej Sapkowski. Se volete quindi saperne di più su questo nuovo titolo non indugiate e continuate a leggere la nostra
recensione di Thronebreaker: The Witcher Tales.
La trama di Thronebreaker: The Witcher Tales
Inutile girarci intorno, la componente narrativa, la storia, la trama e l'intreccio che si nasconde dietro ogni gioco che porta nel titolo la parola "
The Witcher" è un tassello importantissimo. Eccoci quindi a introdurvi alla trama che si nasconde dietro
Thronebreaker: The Witcher Tales: gli eventi narrati in questo spin-off anticipano quelli dei primo
The Witcher di una manciata d'anni e qui il protagonista non è il famoso strigo bensì la bella e carismatica
Meve: regina di
Rivia. Conviene dire subito che
Thronebreaker: The Witcher Tales non è un RPG, quindi chi si aspettava un gioco di ruolo potrebbe rimanere in parte deluso, l'ultima fatica dei ragazzi di
CD PROJEKT rappresenta infatti la componente single player del famoso gioco di carte presene in
The Witcher 3 e di cui abbiamo parlato nel nostro approfondimento sul
GWENT. Ma bando alle ciance e torniamo a parlare ella storia che muove
Thronebreaker: The Witcher Tales, la Regina Meve infatti dovrà guardarsi dai giochi di potere che si stanno svolgendo a corte mentre la seconda guerra con
Nilfgaard infuria e sta mettendo a ferro e fuoco il suo regno.
E' interessante notare come i ragazzi di
CD PROJEKT abbiano sfruttato a pieno il background e le ambientazioni del brand per costruire una storia interessante pur non coinvolgendo
Geralt dimostrazione che il brand di
The Witcher ha parecchie carte da giocare (è proprio il caso di dirlo). Per portare a termine l'avventura
Thronebreaker: The Witcher Tales vi ruberà oltre le venti ore, che passerete tra partite al GWENT e l'esplorazione del vasto mondo di gioco.
Il gameplay di Thronebreaker: The Witcher Tales
Thronebreaker: The Witcher Tales è un titolo che vive di due anime ben distinte: quella strettamente legata alla sua natura di "card game" relativamente al GWENT e quella più legata alla narrazione, alle scelte che dovremo prendere durante la partita di stampo più ruolesco. I ragazzi di CD PROJEKT sono stati molto bravi nel bilanciare e a mantenere l'equità tra i due mondi e il mix che ne è uscito è decisamente interessante. E' interessante anche perchè
Thronebreaker: The Witcher Tales riesce ad essere interessante per due fasce di utenza: chi ha adorato (o mostrato interesse) per il gioco del GWENT e chi è invece più legato alla storia e al background dei libri di
Andrzej Sapkowski. Quando ci muoviamo per la mappa di gioco possiamo interagire con determinati elementi dell'ambiente per raccogliere legna e oro ad esempio e utilizzare questi componenti nel nostro campo base. E' il campo base l'elemento che approfondisce gli aspetti più gestionali e manageriali del titolo, è infatti qui che possiamo decidere come far evolvere il nostro esercito. Possiamo ad esempio potenziare le varie tende dell'accampamento e aprire nuove possibilità sulla creazione di carte (e sul setting del nostro mazzo). Come abbiamo scritto nel campo base è possibile potenziare le varie tende e questi potenziamenti ci aprono nuove possibilità per far evolvere il nostro esercito e soprattutto il nostro mazzo di carte.
E' proprio il mazzo l'elemento centrale del gameplay, nell'accampamento possiamo infatti decidere la composizione dello stesso e creare nuove carte da affiancare a quelle già presenti. La composizione del nostro mazzo però non viene modificata solo grazie all'inclusione di nuove carte ma anche dalle scelte che compiamo durante l'avventura, a seconda di determinate decisioni che prenderemo infatti alcune carte potrebbero decidere di "abbandonarci" costringendoci quindi a cambiare la strategia in corsa. Una volta che entriamo in battaglia
Thronebreaker: The Witcher Tales mostra la sua natura da card game e propone al giocatore le stesse regole che abbiamo già visto e apprezzato nel
GWENT. Per chi leggendo si è preoccupato del fatto che
Thronebreaker: The Witcher Tales abbia una serie di "sublivelli" di gameplay diversi non deve temere, il titolo
CD PROJEKT guida i giocatori alle prime armi per mano grazie ad un corposo ma estremamente semplice tutorial.
L'arte e la tecnica di Thronebreaker: The Witcher Tales
Anche dal punto di vista artistico e tecnico
Thronebreaker: The Witcher Tales riesce a farsi notare, non che la cosa ci stupisca più di tanto visto che i programmatori polacchi hanno dato più volte in passato prova della loro competenza e bravura. Va fatto notare che questa volta non stiamo parlando di un titolo con un budget milionario eppure l'impegno profuso, e i risultati ottenuti, sono decisamente ottimi. In
Thronebreaker: The Witcher Tales si respira aria di
The Witcher in ogni angolo, nei personaggi proposti a schermo (sia protagonisti, che primari o semplici comparse), la sensazione che si ha mentre si gioca è quella di essere a tutti gli effetti in un titolo della saga. La stessa cura riposta nella direzione artistica la ritroviamo anche, in misura proporzionale, anche in quella tecnica: pur non facendo sfoggio di un motore grafico che muove milioni di poligono al secondo il titolo dei ragazzi di
CD PROJEKT riesce a regalare un impatto visivo interessante. Parte di questo "effetto wow" che si ha guardando gli screenshot è dovuto probabilmente alla scelta di utilizzare un approccio in cell-shading con delle tinte slavate che rendono a visione d'insieme simile ad un quadro in movimento.
Ottime anche le parti in stile visual novel dove possiamo seguire i dialoghi tra i personaggi, prendere le decisioni e seguire quindi il corso della narrazione. Ottima anche la realizzazione dei campi di battaglia contestuali alla situazione e ricchi di dettagli, inutile invece parlare delle carte da gioco, veri e propri piccoli dipinti. Chiude in bellezza un comparto audio id tutto rispetto, epico e travolgente quando necessario e lento e rassicurante durante i momenti più tranquilli. Ci teniamo infine a far notare che
Thronebreaker: The Witcher Tales è
completamente localizzato in italiano sia nei sottotitoli che nell'ottimo doppiaggio, una nota che merita grande considerazione dal nostro punto di vista.