L'ombra del passato
Oggi parliamo di un titolo sviluppato dai ragazzi italiani di
One O One Games e che, dopo essere uscito su
PC,
XBOX One e
Playstation 4 si appresta a fare la sua comparsa anche su
Nintendo Switch ed è proprio sulla piattaforma di casa
Nintendo che abbiamo giocato questo particolare thriller. Stiamo parlando di
The Suicide of Rachel Foster, una sorta di walking simulator che vi porta in uno sperduto hotel del Montana e che vi farà rivivere la storia di Nicole, e non solo la sua. Siamo rimasti piacevolmente colpiti dal modo in cui gli sviluppatori hanno trattato temi profondi (spesso ignorati) e complessi da affrontare all'interno del media videoludico ma ora non vi facciamo perdere altro tempo e vi portiamo nell'hotel in Montana dove si svolge la vicenda nella nostra
recensione di The Suicide of Rachel Foster per Nintendo Switch.
La trama di The Suicide of Rachel Foster
Vi parleremo molto brevemente della trama di
The Suicide of Rachel Foster per due principali motivi: il primo è perchè è la storia e i suoi risvolti che tengono in piedi tutto il titolo di
One O One Games e in secondo luogo perchè per arrivare ai titoli di coda vi serviranno circa cinque ore e non vogliamo rubarvi nemmeno un secondo dell'atmosfera che si respira all'interno del titolo. Partiamo dal presupposto che se avete apprezzato titoli come
What Remains of Edith Finch (se volete saperne di più potete leggere la nostra
recensione) o
Firewatch siamo sicuri che apprezzerete anche il titolo in oggetto. In The Suicide of Rachel Foster impersoniamo Nicole, una ragazza che eredita un hotel nel Montana, l'hotel dove è cresciuta con i suoi genitori. Nicole non ha però avuto un'infanzia facile, il padre di Nicole,
Leonard, tradiva la moglie con una ragazzina di sedici anni, Rachel Foster, la figlia del pastore del paese.
La violenza psicologica del padre spinse la ragazza al suicidio: il padre di Nicole aveva rovinato due famiglie. E il 1993 quando anche la mamma di Nicole viene a mancare e quest'ultima eredita l'hotel di famiglia e l'ultimo desiderio di sua madre è quello di vendere l'hotel per ripagare i torti che la sua famiglia aveva fatto ai Foster e per liberarsi per sempre dei fantasmi del passato. È così che nei panni di Nicole arriviamo in Montana con l'intento di rimettere a posto le cose, fare una sorta di elenco di tutto ciò che è presente in hotel e metterlo quindi in vendita. Una terribile tormenta di neve ci obbliga però a restare all'interno dello stesso ed è proprio esplorando l'edificio che i fantasmi del passato tornano a mostrarsi.
L'unico nostro contatto con l'esterno sarà Irving, l'operatore della FEMA che ci darà un grosso sostegno psicologico e non ci farà sentire completamente soli all'interno dell'hotel abbandonato. La
trama di The Suicide of Rachel Foster è estremamente pilotata e, un po' come avviene in altri walking simulator, vi sembrerà di vivere un film interattivo. Non vi vogliamo svelare nulla per non rovinarvi alcuna sorpresa, vi basti sapere che nella manciata di ore che vi serviranno per portare a termine l'avventura avrete diversi momenti "wow". Infine vi ricordiamo che
The Suicide of Rachel Foster è localizzato in italiano.
Il gameplay di The Suicide of Rachel Foster
Il
gameplay di The Suicide of Rachel Foster è decisamente la parte più "scricchiolante" dell'avventura e questo per un motivo ben preciso: a voler ben guardare The Suicide of Rachel Foster non ha un vero e proprio gameplay. Ok, forse l'espressione è un po' forte ma non è del tutto falsa, mettetevi comodi che cerchiamo di spiegarci meglio: se avete già giocato a walking simulator vi risulterà chiaramente più facile comprendere la nostra affermazione. In The Suicide of Rachel Foster avete a disposizione due elementi cruciali: del tempo libero e un hotel da esplorare, all'inizio non avrete infatti in mente un vero e proprio obiettivo ma sarà la vostra sete di conoscenza che vi porterà ad esplorare e ricercare, a scavare nel passato di cui, voi stessi, fate parte.
La componente fondamentale di The Suicide of Rachel Foster non è il gameplay fine a se stesso quando l'elemento emozionale del titolo.
The Suicide of Rachel Foster non è un survival horror, non esistono nemici o mostri che vogliono farvi la pelle ma in diverse occasioni, giocando, vi sentirete braccati, osservati e seguiti da presenze che gli occhi umani non possono vedere. È indubbia la qualità degli sviluppatori nel ricreare un'atmosfera quasi da thriller, facendo sentire al giocatore una pressione palpabile ma mai reale. Nel titolo vi muoverete in prima persona e non avrete modo di interagire con molti elementi, ad aiutarvi nella ricerca di verità avrete con voi un telefono (con cui potrete parlare con Irving), una torcia a dinamo e poco altro. Non avrete nemmeno a che fare con particolari indovinelli o puzzle e spesso vi toccherà di tornare sui vostri passi per scoprire che elementi che ritenevate privi di interesse erano in realtà dei veri e propri fari luminosi nella vostra ricerca.
Giocare a The Suicide of Rachel Foster su Nintendo Switch offre un'esperienza ancora diversa dal giocare lo stesso titolo su altre piattaforme: forse per il fatto che giocato in modalità portatile (e magari con un bel paio di cuffie) la tensione e l'immersione crescono a dismisura. Se state cercando un titolo volto all'azione The Suicide of Rachel Foster non è chiaramente il gioco che fa per voi, ma se state cercando un gioco che vi racconti una storia profonda e interessante e che metta in risalto la vostra capacità di esplorazione siete nel posto giusto.
L'arte e la tecnica di The Suicide of Rachel Foster
Dobbiamo dire che, dal punto di vista tecnico e artistico, il titolo di
One O One Games (e pubblicato da
Daedalic Entertainment) ci ha soddisfatto appieno: l'atmosfera che si respira e la realizzazione dell'hotel ci hanno convinto moltissimo. Gli appassionati
Stephen King troveranno diversi riferimenti (più o meno velati) all'
Overlook Hotel di Shining e in alcuni frangenti l'atmosfera che si respira non è tanto dissimile. Abbiamo apprezzato anche la capacità degli sviluppatori di ricreare le atmosfere tipiche dei primi anni novanta. Ottima poi la scelta dei colori, della disposizione delle fonti di illuminazione e della creazione dell'atmosfera generale (parte del merito va anche al comparto audio).
Sotto il profilo tecnico non abbiamo remore da fare,
The Suicide of Rachel Foster gira molto bene su Switch e, giocato in modalità portatile, anche la componente tecnica riesce a ritrovare un sano vigore. Il piccolo schermo dell'ibrida di casa Nintendo riduce le limitazioni grafiche e risalta la direzione artistica e l'architettura delle varie ambientazioni. Non abbiamo inoltre incontrato bug o problemi che potessero inficiare il gameplay.
Buone notizie anche nel campo sonoro, sia per quello che riguarda gli effetti sonori che per la colonna sonora che si sposa perfettamente (e a volte sottolinea in maniera marcata) l'atmosfera generale del titolo.