La storia di una vita
Oggi parliamo di un puzzle game in prima persona che ha destato fin dal suo annuncio il nostro interesse nei suoi confronti. Stiamo parlando di
The Sojourn, sviluppato dai ragazzi di
Shifting Tides e pubblicato da
Iceberg Interactive. Prima di iniziare la nostra
recensione di The Sojourn non possiamo non fare un plauso all'atmosfera del titolo e alla sua direzione artistica che colpisce fin dai primi minuti di gioco, ma ora bando alle ciance e continuiamo con la nostra recensione!
La trama di The Sojourn
Parlare della trama di
The Sojourn non è facile e non lo è principalmente per due motivi: il primo è perchè il titolo dei ragazzi di
Shifting Tides non racconta direttamente una storia ma fa vivere al giocatore (in prima persona) la storia di qualcun altro e, secondo motivo per cui è difficile discuterne è perchè non vi è una vera e propria narrazione ma è il mondo di gioco che narra (da solo) la sua storia e quella del piccolo protagonista.
Ma andiamo con ordine, non vogliamo ne rovinarvi la sorpresa (o le sorprese durante il gioco) ma non vogliamo nemmeno che siate più confusi di prima dopo aver letto la
recensione. Per far questo vi raccontiamo, in modo semplice e diretto, quelli che sono i primi minuti di gioco, con le emozioni e le sensazioni che ci hanno avvolto all'avvio di
The Sojourn.
Appena avviato il titolo ci ritroviamo in una stanza oscura, senza luce, tutto intorno a noi sembra ovattato, non passa molto tempo che una piccola luce pulsante ci indica la via, traccia un percorso e ci porta verso la stanza successiva. E così, stanza dopo stanza apprendiamo qualcosa di più sulle nostre capacità, dal guardarci intorno e muovere i primi passi fino a sfruttare i poteri che sembra attivarsi al nostro passaggio come l'ingresso nel mondo oscuro. Delle statue sulla via raccontano una storia, la storia di un ragazzino, la nostra storia che riviviamo momento dopo momento.
Non esiste una voce fuori campo che ci accompagna, ne un indicatore su dove andare, ma è il mondo intorno a noi che ci parla, si racconta e pian piano scopriamo risvolti e importanti ma non solo: il titolo insinua nella nostra mente domande, quesiti e solleva dubbi.
The Sojourn è riuscito a farci riflettere come pochi altri titoli hanno fatto ultimamente (e no, non solo a livello di gameplay).
Il gameplay di The Sojourn
Come avrete ben capito
The Sojourn è un titolo introspettivo, un gioco che non ama mostrare subito tutte le sue carte e che cerca di stimolare la mente del giocatore non soltanto con enigmi e puzzle ma sopra tutto con domande sottese, situazioni ed eventi. Lo story telling del titolo è sibillino, sempre presente ma calibrato e prettamente legato alla voglia del giocatore di scoprire qualcosa di più, di fargli guardare dentro.
Ma pad alla mano come si comporta
The Sojourn? Il titolo sviluppato dai ragazzi di
Shifting Tides si può classificare come un puzzle game in prima persona e l'aria che si respira fin dai primi minuti ricorda molto il fantastico
The Witness che ci ha lasciato incantati tanto tempo fa. Esattamente come nel titolo di
Jonathan Blow anche in
The Sojourn abbiamo a che fare con una serie di puzzle legati principalmente ad una singola meccanica, nella fattispecie quella di trasposizione nel mondo oscuro.
Per arrivare alla fine di ogni livello infatti dobbiamo riuscire a raggiungere l'uscita e tra noi e l'ultima porta solitamente si stagliano diversi ostacoli che possiamo superare usando la testa e una certa prontezza di riflessi. Il nostro protagonista ha la possibilità, attraverso particolari portali, di passare nella versione "oscura" del mondo di gioco dove alcuni elementi presenti nella realtà funzionano diversamente o rispondono in modo diverso. La permanenza in questo stato non è però eterna, abbiamo un numero di "passi" che possiamo utilizzare prima di essere riportati al nostro universo. In questo ambiente si possono attivare statue che ci consentono di teletrasportarci, portali che duplicano gli oggetti e via di questo passo.
Man a mano che si avanza la difficoltà degli enigmi cresce e vi capiterà più volte di dovervi fermare a riflettere molto prima di trovare la soluzione. Proprio per questo
The Sojourn è un titolo che richiederà molta della vostra pazienza e quindi non risulta un titolo completamente adatto a tutti. I puzzle ci sono parsi però ben bilanciati e inoltre il titolo offre anche dei puzzle segreti da risolvere per avere accesso ad elementi di trama e lore che sono in grado di spiegare meglio alcuni eventi e aiutano il giocatore a fare luce su punti oscuri della trama.
Non anglofoni gioite:
The Sojourn è infatti localizzato in italiano con una traduzione, per altro, ben fatta.
L'arte e la tecnica di The Sojourn
The Sojourn è un titolo che ci ha lasciato a bocca aperta, fin dal primo sguardo. I ragazzi di
Shifting Tides hanno saputo imbastire un modo di gioco onirico, artisticamente originale. Se per certi versi le ambientazioni ci hanno ricordato
Rime (titolo che abbiamo adorato alla follia ma non ci azzecca niente con
The Sojourn a livello di gameplay) l'impronta degli sviluppatori è ben visibile in ogni angolo del gioco, e siamo sicuri che non appena entrerete nella prima aperta e vedrete il mondo di gioco "costruirsi" con pezzi di terreno che compongono il mondo di gioco resterete a bocca aperta.
Durante la nostra prova su
XBOX One X non abbiamo mai assistito a rallentamenti o freeze e il gioco gira fluido senza intoppi. Pur non mostrando una mole poligonale impressionante il titolo riesce a regalare scorsi che potrebbero tranquillamente diventare wallpaper senza troppi problemi. Anche dal punto di vista del sonoro
The Sojourn riesce ad essere efficace, sia nella creazione dell'atmosfera che nell'accompagnare il giocatore nel corso delle partite.
Ci sarebbe tanto da dire sul fronte artistico ma in questo caso un'immagine vale davvero più di mille parole:
The Sojourn è ispirato, originale e dannatamente bello da vedere, riesce ad essere romantico e introspettivo allo stesso tempo.