Questione di punti di vista
Oggi parliamo di
The Room, o meglio, della sua trasposizione per
Nintendo Switch. Il titolo dei ragazzi di
Fireproof Games infatti è nato (ed è stato pensato) per essere sviluppato e giocato su piattaforme mobili e più precisamente
Android e
iOs. Gli sviluppatori, in collaborazione con i ragazzi di
Team 17 hanno deciso di portare la loro opera sulla piattaforma che più ha punti di contatto con gli smartphone: il
Nintendo Switch. Vediamo insieme come è andato il porting e cosa ha funzionato alla grande e cosa meno.
La trama di The Room
Partiamo da un presupposto:
The Room è un puzzle game, questa premessa è importante perchè è un genere che difficilmente si presta a portare sui nostri monitor trame particolarmente complesse o profonde (certo abbiamo le ovvie eccezioni come
The Witness o
The Talos Principle ad esempio). La trama di
The Room è molto semplice e i ragazzi di
Fireproof Games si sono concentrati di più sulla narrativa e sull'avanzamento degli eventi che non sulla scrittura della stessa.
In
The Room veniamo in possesso di una lettera di un nostro vecchio amico, questa lettera ci porta nella sua abitazione abbandonata ed è qui che inizia la nostra avventura ed è qui che dovremo iniziare a risolvere i vari enigmi che nasconde la scatola. Non vogliamo spoilerarvi niente, non solo per non rovinare il gusto della scoperta ma perchè i vari foglietti che scandiscono l'evolvere della storia sono il parte del combustibile che alimenta la curiosità riguardo i segreti nascosti dalla misteriosa scatola.
Il gameplay di The Room
All'epoca della sua uscita per iPad e smartphone
The Room aveva colpito pubblico e critica perchè il titolo di
Fireproof Games aveva capito come usare perfettamente le caratteristiche dei dispositivi touch. Gli enigmi che vengono proposti in
The Room, oltre che decisamente originali, hanno infatti la caratteristica di
essere pensati per il touchscreen e questo fa tutta la differenza del mondo. Fatta questa premessa quale piattaforma (ad ampio mercato aggiungiamo) era la scelta più ovvia dove far approdare quindi questa piccola perla se non la
Switch di
Nintendo?
Giocare a
The Room ci ha fatto tornare un po' indietro nel tempo quando ci stupivamo dei titoli per il vecchio
Nintedo DS dove dicevi "cavolo, non poteva esistere se non su questa piattaforma" e The Room giocato su
Switch da proprio lo stesso effetto: quello di un prodotto fatto "ad hoc" per quella piattaforma. Dal punto di vista del gameplay vero e proprio
The Room vi mette davanti ad una serie di enigmi a difficoltà crescente dove il giocatore deve manovrare ingranaggi e usare la testa per risolvere i puzzle che gli vengono presentati.
Se dovessimo definire il gameplay di The Room lo potremo definire come "
equilibrato", gli enigmi non sono assolutamente cervellotici e la lora difficoltà aumenta con l'esperienza che il giocatore fa sul titolo stesso. E' molto interessante il sistema che hanno pensato gli sviluppatori
rendendo tutto "naturale", se infatti dovete inserire una chiave in una serratura basterà prendere la chiava e metterla nella toppa, esattamente come fareste nella realtà, così come se dovete far scorrere un meccanismo, vi basterà "passare il dito": il tutto diventerà estremamente automatico dopo pochissime partite. Di contro dobbiamo dire che, se il sistema touch funziona alla grande, quello rimappato sui tasti scricchiola molto, proprio in virtù di quanto detto fino ad ora sul "design" del titolo stesso.
L'arte e la tecnica di The Room
Dal punto di vista tecnico e artistico il lavoro svolto dai ragazzi di
Fireproof Games è sicuramente interessante e merita attenzione. Possiamo subito dire che la componente artistica e di design è subordinata a quella di gameplay, in
The Room è infatti evidente come ogni elemento a schermo sia funzionale al gameplay e nulla è messo a caso. Il design delle ambientazioni (e degli enigmi stessi) ci ha ricordato degli elementi steam punk (e questo ci ha fatto decisamente piacere) anche se la produzione in se non è proprio attribuibile a quel genere.
La cura per i dettagli è maniacale e tutti gli elementi di
The Room diventano parte integrante del gioco stesso, ogni leva, ogni toppa per le chiavi, ogni elemento da scorrere viene resto "vivo" dall'utilizzo di ombre ed effetti di luce (e particellari) ottimamente realizzati. Anche la colonna sonora e gli effetti audio aiutano il giocatore a creare l'immersività necessaria a concentrarsi sul puzzle da risolvere al momento.
Dal punto di vista tecnico il porting non offre il fianco a critiche e
Nintendo Switch gestisce ottimamente ogni elemento di gioco, sia in modalità handled che in docked. Proprio riguardo a questo discorso si può notare come il titolo sia stato pensato e sviluppato per tablet e come la componente grafica sia funzionale al gameplay touch più che a quello rimappato sul controller.