Un racconto che inizia tanti e tanti anni fa
Dopo annunci, notizie, voci di corridoio, smentite e conferme, dopo una serie di eventi e contro-eventi eccoci a parlare di
The Outer Worlds e di quello che, a prima vista e ha detta di tutti, sembra essere il seguito spirituale di quel
Fallout che sembra aver perso un po' il fuoco su se stesso (il tragico
Fallout 76 è li a dimostrarlo, sotto gli occhi di tutti). Eccoci quindi a parlare di quello, possiamo dirlo senza timori di smentita, è a tutti gli effetti una piccola perla, frutto del duro lavoro di un team di sviluppo che ha saputo dare tanto al mercato videoludico e che ora si trova sotto l'ala protettrice degli
Xbox Game Studios e da cui il mondo intero si aspetta grandi cose. Bene, mettetevi comodi perchè abbiamo parecchio da discutere, seguiteci quindi nella nostra
recensione di The Outer Worlds. PS: Per chi ha spiato il voto (
oddio è li in alto, chi non lo vedrebbe? ndr.) quel nove è completamente meritato.
La trama di The Outer Worlds
Prima di parlare della trama vera e propria di
The Outer Worlds vorremmo soffermarci un secondo su quella che è la filosofia che sta alla base del prodotto di
Obsidian e di come, per certi versi, sembra che il gruppo di sviluppatori si sia voluto riappropriare di ciò che ritenevano (pensiamo noi) che di diritto appartenesse a loro: il brand di
Fallout. E' già la seconda volta che nominiamo il brand di casa
Bethesda, non sarà l'ultima e, possiamo garantirvelo, è abbastanza naturale che ciò accada. Quindi, un po' di storia:
Obsidian Entertainment nasce dallo smembramento di
Black Isle Studio incredibile studio di sviluppo che ha dato i natali (e per certi versi definito), il genere dei giochi di ruolo occidentali in ambito videoludico; a loro sono da attribuire capolavori immortali come
Fallout,
Ice Wind Dale e, sopra tutto,
Planescape: Torment (di cui abbiamo trattato anche il seguito spirituale
Torment: Tides of Numenera sulle nostre pagine tanto tempo fa). I ragazzi di
Obsidian sono a loro volta padri di titoli di titoli dall'incredibile spessore come
Star Wars: Knights of the Old Republic II: The Sith Lords,
Neverwinter Nights 2,
Fallout: New Vegas (e qui casca l'asino!),
Pillars Of Eternity II e
South Park: Il bastone della verità giusto per citare i più importanti. Insomma come potrete ben capire gli sviluppatori americani ne capiscono di RPG e
The Outer Worlds rappresenta un po' la summa di tutto quello che il team di sviluppo è stato in grado di produrre in questi 16 anni di presenza sul mercato.
Ma torniamo al gioco,
The Outer Worlds ci mette nei panni di un sopravvissuto, o di una sopravvissuta a seconda del sesso del personaggio che decideremo di interpretare, dell'astronave
Speranza. L'astronave avrebbe dovuto portarci, in dieci anni, in un nuovo mondo: un posto dove avremo potuto ricominciare tutto da capo. Qualcosa è però andato storto, il nostro sonno criogenico è durato oltre settant'anni e non siamo arrivati per niente nel tanto agognato nuovo mondo: ci troviamo invece nella
colonia di Alcione, con più domande che risposte. Facciamo subito la conoscenza di
Phineas un poco di buono che ci ha svegliato di soprassalto dal nostro sonno criogenico e che ci invia alla ricerca di una nave spaziale proprio nel sistema di pianeti gestiti da un gruppo di multinazionali. Inutile dire che il giocatore si trova immediatamente sommerso dalle domande: cosa è successo al resto dell'equipaggio della
Speranza? Perchè nessuno ha risvegliato il nostro protagonista? Chi è Phineas e centra forse qualcosa con tutto il resto? Non andremo oltre nel raccontarvi la storia, vi lasciamo al semplice preambolo perchè vogliamo che ognuno di voi possa gustarsi ogni singolo momento della narrazione e di ogni colpo di scena che la trama saprà regalarvi.
Dobbiamo fare i complimenti ai ragazzi di
Obsidian per la qualità della scrittura e della narrazione, per la capacità di scongiurare i tempi morti e per aver creato un universo (e una sua lore) credibile, valida ed estremamente dettagliata e sfaccettata. Da
Fallout The Outer Worlds prende anche l'umorismo "macabro", le battute taglienti e le situazioni, al limite dell'assurdo, con cui vi troverete ad avere a che fare.
The Outer Worlds può essere visto anche come anello di congiunzione tra i mondi di
Borderlands e le ambientazioni post-apocalittiche di
Fallout.
Il gameplay di The Outer Worlds
E' nel gameplay che la manina magica di
Obsidian fa valere di più la sua influenza perchè
The Outer Worlds riesce a semplificare (senza devastare) le meccaniche RPG tipiche dei giochi di ruolo tradizionali. La prima cosa che ci viene chiesta è, ovviamente, la creazione e configurazione del nostro alter-ego. In
The Outer Worlds non impersonerete un personaggio pre-fabbricato ma sarete vi a decidere il sesso del protagonista e le sue abilità. Ed è proprio con le abilità che iniziamo a parlare del sistema di gioco; in
The Outer Worlds potete decidere come suddividere le vostre competenze utilizzando un sistema di punti (da 0 a 100) che vi renderà più o meno competenti in un determinato campo: ci troviamo così a decidere se investire nel gruppo "Invisibilità" che vi consentirà di migliorare le vostre abilità da hacker, piuttosto che di quelle relative al furto o allo scassinamento oppure se investire nella abilità "Distanza" che prediligono l'uso di pisolite, armi da fuoco e chi più ne ha più ne metta. Oltre alle abilità dobbiamo decidere anche gli attributi base, quindi quelli legati a
Corpo,
Mente e
Personalità: inutile dire che questi valori influenzano il "funzionamento" stesso del vostro personaggio.
Sfatiamo subito un primo mito:
The Outer Worlds non è un titolo open-world: non potrete quindi muovervi come meglio credente per il mondo di gioco (o meglio, lo potete fare ma non in un sandbox unico) e questa scelta ha permesso agli sviluppatori di poter avere un controllo più stretto sulla narrazione e, per lo meno, sulla trama principale. Interessante anche il fatto che possiamo decidere se e a che fazione legarci: in questo contesto di vede anche il sopraffino lavoro di personalizzazione e definizione del mondo di gioco, con la possibilità di aderire o meno ad una fazione (con le relative conseguenze, è ovvio).
E' interessante anche far notare come
The Outer Worlds sia estremamente malleabile pad alla mano: ricordiamoci che
The Outer Worlds è classificato come un
action-gdr e proprio così possiamo decidere di giocarlo, imbracciando il fucile e polverizzando tutto quello che ci capita a tiro (trasformandolo quasi in un FPS), ma nessuno ci vieta di avere un approccio più silenzioso, avvicinando il sistema di gioco ai classici stealth game (certo magari non con la stessa profondità di un
Thief). Fermi tutti, se qualcuno sta pensando che nel titolo di
Obsidian è possibile arrivare ai titoli di coda senza colpo ferire deve ricredersi, il titolo è (e resta), di fatto, un action-gdr: certo giocando di ruolo potete evitare degli scontri a fuoco (magari scegliendo la giusta via nei dialoghi o passando inosservati) ma una mano sulla pistola dovrete necessariamente metterla tra l'inizio del gioco e il finale.
Facciamo un piccolo punto sul gunplay e poi parliamo di arte e tecnica per poi finire col riassuntone: pad alla mano
The Outer Worlds si presenta come uno sparatutto in prima persona, per eliminare gli avversari non esiste un sistema a turni o di pianificazione (come avveniva per esempio in Fallout) ma possiamo rallentare il tempo per prendere meglio la mira e colpire gli avversari esattamente dove vogliamo. Ovvio che la nostra capacità di utilizzo dell'arma, che le statistiche del pezzo d'artiglieria che imbracciamo e che le caratteristiche del nostro avversario entrano tutte in gioco ma, di base, al giocatore viene chiesta una buona conoscenza del sistema di shooting per portare a casa il risultato. Inutile dire che il completamento delle missioni, le uccisioni degli avversari e la progressione nella trama principale porteranno all'accumulo di esperienza che permetterà al nostro alter-ego di crescere e migliorare le proprie caratteristiche.
L'arte e la tecnica di The Outer Worlds
Chiudiamo la nostra recensione parlando della componente artistica e tecnica dell'ultima fatica di casa
Obsidian. Partiamo parlando del comparto tecnico e qui possiamo dire che gli sviluppatori hanno fatto un lavoro decisamente interessante: durante le nostre partite su
XBOX One X non siamo mai andati incontro a rallentamenti o problemi. La resa degli ambienti aperti è ottima così come il sistema di illuminazione e, in generale la qualità di quello che si vede (e che si sente) è mediamente alta. Certo non mancano alcuni alti e bassi tra le varie ambientazioni e spesso gli ambienti interni ci sono sembrati un po' spogli ma niente che possa rovinare il colpo d'occhio generale, anzi alcuni scorci potrete utilizzarli tranquillamente come sfondo dei vostri desktop.
E' sul piano artistico che però
The Outer Worlds mostra le sue carte migliori: l'universo creato dai ragazzi di
Obsidian attinge a piene mani dalla saga di
Borderlands e di
Fallout ma senza rubare nulla, anzi va a valorizzare gli elementi di entrambe le saghe (e non solo) e le revisiona in un universo tutto nuovo con le sue regole e la sua lore. Il mondo di
The Outer Worlds riesce ad essere originale pur senza avere chissà che spunti geniali o unici: l'alchimia creata dal team di sviluppo tra narrazione, progressione e ambienti è incredibile, in
The Outer Worlds continuerete (sopra tutto nelle prime battute) a dire "wow", "urca!" ecc, insomma l'effetto "wow" è garantito.
Ci teniamo infine a ricordarvi che il titolo è
localizzato in italiano (e che la traduzione è anche di ottima fattura) mentre il doppiaggio rimane in inglese (
e che doppiaggio signori!). Anche i non anglofoni potranno quindi godersi appieno questa piccola perla senza dover continuamente mettere mano al dizionario!