In The Lost Child intraprendiamo una missione per conto di Dio, la salvezza del mondo dipendera' solo da noi
Dal creatore di El Shaddai arriva un nuovo rpg roguelike caratterizzato da tinte molto forti e da una storia avvincente e, per diversi versi, originale e arzigogolata: stiamo parlando di The Lost Child. Se questo incipit ha scosso in voi anche solo un minimo di interesse conviene che continuiate a leggere la nostra recensione di The Lost Child perché ci sono diversi punti interessanti di cui discutere!
Nel titolo sviluppato dai ragazzi di Kadokawa Games impersoniamo Hayato, un giovane giornalista che lavora in una rivista che parla di argomenti un po’ atipici rispetto a quello che ritroviamo dal giornalaio tutti i giorni: l’occulto. Negli ultimi periodi il nostro eroe è intento a scrivere un articolo su una misteriosa ombra che sembra stia causando non pochi problemi alla circolazione ferroviaria tanto da causare incidenti e problemi non di poco conto. Un giorno, sulla banchina in attesa del treno è lo stesso Hayato che fa la “conoscenza” di quest’ombra che, all’improvviso, lo spinge verso i binari.
Grazie all’intervento di una ragazza sconosciuta Hayato si salva e si ritrova tra le mani una misteriosa valigetta lasciatagli dalla ragazza ormai svanita. Come se tutto questo non bastasse già da solo a rendere un incipit abbastanza carico per la giusta spinta iniziale, un’altra splendida fanciulla si presenta al cospetto di Hayato e gli comunica la sua missione: Salvare il genere umano da mostri, demoni e altre amenità: siamo in missione per conto di Dio!
La valigetta contiene una speciale pistola in grado di intrappolare i malefici esseri e di purificarli, così facendo possiamo utilizzarli contro le orde di demoni con cui avremo a che fare. La nostra missione di salvataggio del Mondo inizia quindi così, con una pistola converti-demoni, un obiettivo e tutta la tensione del caso, questo è l’inizio di The Lost Child!!
The Lost Child offre un gameplay che ricorda, molto da vicino, quello dei giochi dei Pokemon. Il nostro eroe, grazie alla poderosa pistola Gangour è in grado di catturare gli avversari e soggiogarli al proprio volere e potere. E qui entra in scena la prima meccanica di gioco che è bene fare subito propria: la formazione del party. Avere un party equilibrato è essenziale per sopravvivere nel mondo di The Lost Child, sopratutto avanzando nell’avventura.
Avere mostri anche molto potenti da schierare ma tutti dello stesso tipo renderebbe la squadra sbilanciata e mostrerebbe il fianco ad avversari che potrebbero sfruttare le nostre debolezze per eliminarci senza troppi problemi. Mano a mano che si avanza nell’avventura è più semplice trovare guerrieri più forti e ci si rende presto conto che il party (e le sue riserve) possono cambiare con grande facilità. Le battaglie si svolgono a turni dopo incontri casuali sulla mappa di gioco, da questo punto di vista The Lost Child ha tenuto fede alla radicata tradizione di gameplay dei titoli jrpg roguelike. Una volta terminata la battaglia possiamo decidere di far crescere in esperienza i nostri eroi (ad esempio Hyamato, ma anche Lua) e/o le nostre pedine, i mostri che abbiamo catturato, i nostri Astral.
Ed è proprio in questa evoluzione che si vedono i punti in comune con le produzioni Pokemon: gli Astral possono crescere di livello e, in base al tipo di creatura arrivare al proprio level cap. Una volta raggiunto il level cap abbiamo la possibilità di farli evolvere in una evoluzione che ne modifica l’aspetto e l’efficacia. Capite bene che con un sistema così nasce tutta una parte di gameplay legata alla collezione e al potenziamento del proprio parco creature.
The Lost Child, anche dal punto di vista della direzione artistica riprende molto dalla tradizione rpg giapponese. Con un misto tra manga e animazione giapponese The Lost Child riprende molto anche da quell’Ed Shaddai che forse non ha avuto l’accoglienza meritata, passando un po’ in secondo piano. Le cut-scene e l’inconfondibile character design del maestro Sawaki Takeyasu bucano letteralmente lo schermo. Tecnicamente The Lost Child (abbiamo provato la versione per Nintendo Switch) ci ha piacevolmente colpito, nessun problema tecnico di sorta e nessun rallentamento si sono evidenziati durante le nostre partite.
L’accompagnamento sonoro fa di tutto per creare il giusto contesto per l’avventura e dare il giusto risalto ai momenti pi importanti del titolo. Peccato per la mancata localizzazione in italiano, sopratutto perchè per risolvere determinati enigmi è fondamentale una buona comprensione dei testi e della lingua inglese.
The Lost Child è un ottimo jrpg, la storia è interessante ed originale e le meccaniche di gameplay appassionano rapidamente il giocatore e lo tengono legato allo schermo fino ai titoli di coda. La mancata localizzazione mina la fruibilità del titolo per i non avvezzi alla lingua inglese, l’acquisto è quindi consigliato a chi conosce l’inglese.
Trama 8.00
Gameplay 8.00
Arte e tecnica 7.50
gameplay divertente
trama avvincente
manca l’italiano