Uno Sherlock oscuro
Sulle pagine di
Gamernews.it (e anche all'interno delle
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H.P. Lovecraft. Oggi parliamo di un altro titolo che non fa molto per nascondere i suoi legami con lo scrittore americano: stiamo parlando dell'ultimo titolo di
Plot Twist e
Rogue Games (che ringraziamo per il codice fornitoci per testare il gioco):
The Last Case of Benedict Fox. Se siete pronti ad addentrarvi in una villa infestata nella Boston degli anni 20 non vi resta che seguirci nella
recensione di The Last Case of Benedict Fox per PC (giocato su Steam Deck).
La trama di The Last Case of Benedict Fox
Partiamo, come al solito, parlando di trama e narrazione e possiamo dire che la
trama di The Last Case of Benedict Fox non è qualcosa che vi resterà nella mente per gli anni a venire ma, se non altro, svolge il suo ruolo fino agli attimi finali dell'avventura. Ad ogni modo siam qui per raccontarvi qualcosa sulla storia che muove il nostro protagonista ed è proprio quello che faremo. È il 1925, siamo a Boston ed è una notte buia e tempestosa, sembra il classico incipit da film americano e le similitudini non finiscono qui...
La nostra auto corre per le strade verso una destinazione che la gente del posto cerca di evitare il più possibile, la fama di casa stregata aleggia intorno all'edificio e forse non tutte le dicerie sono fasulle.... Noi vestiamo i panni di un detective ma non un agente qualunque, siamo
Benedict Fox, famoso detective che con il mistero e l'occulto ha ben più che dei semplici collegamenti. Il padre del protagonista infatti è un personaggio alquanto emblematico e la sua vicinanza alle forze oscure e al sovrannaturale è cosa nota.
Eccoci quindi all'interno della villa alla ricerca di misteri che nostro padre sembra aver nascosto ben in profondità ma, fortunatamente, non siamo soli in questa avventura, una forza oscura (forse presente solo nella nostra mente) ci sprona, ci aiuta, ci consiglia e ci guida... qualcosa di malvagio è celato in essa o è solo una nostra impressione? L'incipit narrativo di
The Last Case of Benedict Fox è abbastanza spiazzante per il videogiocatore che viene catapultato senza troppi preamboli all'interno della magione e che si ritrova a dover affrontare una missione che, all'inizio, non è proprio chiara. Fortunatamente però
The Last Case of Benedict Fox è localizzato in italiano e quindi potrete seguire le vicende del protagonista anche se non avete una buona conoscenza della lingua inglese.
Il gameplay di The Last Case of Benedict Fox
Ma passiamo a parlare del
gameplay di The Last Case of Benedict Fox, il titolo sviluppato dai ragazzi di
Plot Twist è un metroidvania dalla struttura abbastanza classica ma, a differenza di tanti altri titoli simili (abbiamo
recensito Itorah giusto qualche giorno fa...) non vi troverete ad affrontare un'unica grande mappa completamente interconnessa ma potrete sfruttare la capacità di
Benedict Fox di entrare nella mente (e nei ricordi) delle persone ed è qui che il nostro protagonista si troverà di fronte a dei veri e propri labirinti che potrà superare solo contando sulle sue abilità (e su quelle del suo compagno).
Pad alla mano The Last Case of Benedict Fox è divertente ma soffre di qualche problema con i controlli
Man a mano che incontriamo i vari personaggi all'interno della villa avremo modo di entrare nei loro ricordi e avere accesso a quello che il titolo chiama Limbo. Sarà grazie agli indizi raccolti nei ricordi frammentati e corrotti di chi ha investigato prima di lui che potremo arrivare alla soluzione del caso ma le cose sono un po' più complesse di come possono sembrare. I ricordi infatti sono articolati, quasi labirintici e per procedere in essi sarete costretti ad avvalervi della vostra astuzia ma anche dei poteri del vostro compagno demone. Abbiamo trovato il level design ben strutturato con una particolare attenzione per l'avanzamento negli stessi che, come da tradizione dei
metroddvania, obbliga il giocatore a dover tornare sui propri passi per poter avanzare.
Al netto del backtracking (che è un "problema non problema" visto il genere) ci è capitato più volte di perderci perchè il titolo non ha un sistema di indicatori strutturato e questo obbliga il giocatore a mantenere una certa concentrazione per evitare di perdersi. Un altro piccolo difetto (che in certi contesti tanto piccolo non è) è relativo alle sezioni platform: in alcuni frangenti abbiamo avuto qualche problema saltando da un punto all'altro perchè è richiesta spesso una precisione millimetrica, precisione che non sempre il titolo riesce a garantire. Detto questo pad alla mano The Last Case of Benedict Fox è divertente e anche il sistema di controllo è ben gestito su
Steam Deck (piattaforma su cui abbiamo provato il titolo).
L'arte e la tecnica di The Last Case of Benedict Fox
Se la trama di The Last Case of Benedict Fox ci ha intrigato (pur non essendo memorabile) e il
gameplay ha saputo divertirci (anche in questo caso, non scevro da difetti ma comunque godibile) sul comparto tecnico siamo ugualmente divisi: da una parte troviamo infatti una
direzione artistica ispirata e riconoscibile e dall'altra troviamo un
comparto tecnico un po' claudicante. The Last Case of Benedict Fox incarna sicuramente molto bene lo spirito di racconto da H.P. Lovecraft sia per la sua capacità di creare atmosfere oscure quanto per i riferimenti agli scritti del famoso scrittore. Non solo abbiamo apprezzato il lavoro che gli sviluppatori hanno svolto nelle componenti d'azione del titolo ma anche nei menu e nei componenti di contorno.
Dal punto di vista tecnico invece
The Last Case of Benedict Fox ci è sembrato un po' sottotono con qualche problema qua e la e qualche bug che ha spezzato un po' il ritmo del titolo. Ad ogni modo su Steam Deck il titolo gira decentemente e il problema più grave è rappresentato dai testi poco leggibili (ma è un problema comune a diversi titoli giocati sulla portatile di casa Valve).
Buona la componente sonora, sia per quanto riguarda la soundtrack quanto per gli effetti audio.