Torniamo ad Asposia per proseguire la nostra avventura in compagnia di Robert, Laura e il piccione Peck!
Magari alcuni di voi ricordano The Inner World, l’avventura grafica che avevamo analizzato nella nostra recensione diverso tempo fa. Oggi parliamo del suo seguito: The Inner World: The Last Wind Monk che riprende la narrazione esattamente da dove l’avevamo lasciata alla fine del primo capitolo. Prendete le vostre cose e seguiteci nell’avventura all’interno del mondo cavo!
Partiamo subito col dire che The Inner World: The Last Wind Monk è il seguito diretto di The Inner World e, subito dopo la schermata del titolo un breve video riassume le travagliate avventure di Robert e Laura del capitolo precedente. Se non avete giocato il primo episodio e non volete rovinarvi la sorpresa non leggete oltre (e sopratutto non giocato subito a The Last Wind Monk ma dedicatevi prima al suo predecessore.
ATTENZIONE SPOILER:
Avevamo lasciato, al termine della prima avventura, Robert, Laura e il piccione Peck alla gloriosa salvezza di Asposia. Nel primo capitolo infatti i nostri tre eroi sono riusciti a sconfiggere il malefico Conroy, il dittatore che teneva in scacco tutto l’Inner World grazie al controllo sull’ultimo pozzo del vento funzionante, l’unico elemento che permettesse all’aria di entrare ad Asposia e rendere così possibile la vita.
Conroy aveva convinto la popolazione che i nasi a flauto fossero gli evocatori dei basilischi quando in realtà è proprio grazie a loro se il vento continua a scorrere ad Asposia. In questa nuova avventura ci troviamo invece a fare i conti con Emil, un seguace di Conroy che ha instaurato una dittatura (che per molti versi ricorda il periodo nazista) e con il solo scopo di eliminare tutti i monaci del vento, accusati stavolta di essere i mandanti dell’eliminazione del prode Conroy e causa di tutti i mali di Asposia. In questa faccenda entrano in scena, ovviamente, i nostri eroi e, sopratutto, Roberto, Laura e Peck (il piccione).
Esattamente come per The Inner World, anche il suo seguito si presenta come un’avventura grafica vecchio stile. I ragazzi di Fizbin Studio si sono ispirati alle passate avventure grafiche di Lucasarts a perle come Monkey Islands, giusto per citare il primo che ci viene in mente. Spetterà a noi smascherare il malvagio Emil a colpi di risoluzione di enigmi e di trovate furbe per risolvere i vari problemi.
La storia ci porta in diverse ambientazioni, ognuna dotata di una sua caratterizzazione e dei suoi misteri da risolvere. Molto spesso la soluzione degli enigmi è possibile grazie all’unione delle capacità dei nostri vari protagonisti, Peck il piccione ad esempio è in grado di volare e raggiungere elementi inaccessibili a Robert o Laura, ma non è in grado di percorrere grandi distanze con gli oggetti tra le zampe. Combinando quindi le caratteristiche peculiari di ogni personaggio diventa possibile raggiungere la soluzione dei vari rompicapo. I puzzle proposti non sono estremamente difficili e la difficoltà generale del titolo è ben bilanciata. Gli elementi con cui possiamo interagire sono evidenziati a video con piccoli puntini gialli, se proprio ci troviamo bloccati un comodo sistema di aiuti ci viene in aiuto per risolvere la situazione e cavarci d’impiccio.
Ben consci che l’idea di utilizzare gli aiuti sia disonorevole per gli appassionati di avventure grafiche, gli sviluppatori hanno preso una scelta giusta introducendoli e rendendoli completamente facoltativi mantenendo un livello qualitativo e di difficoltà su livelli decisamente buoni. Anche se la maggior parte dei rompicapo proposti segue delle logiche abbastanza lineari di combinazione di elementi e capacità di utilizzare le caratteristiche dei personaggi in sequenza, in alcuni casi bisogna sviluppare un minimo di pensiero laterale per venire a capo della soluzione senza dover ricorrere agli aiutini.
The Inner World: The Last Wind Monk segue lo stesso stile grafico del predecessore. Completamente disegnato a mano, il titolo di Fizbin Studio riesce a proporre un impatto grafico di tutto rispetto con un tratto e uno stile unico e immediatamente riconoscibile. I disegni hanno un tratto pulito e ogni personaggio è caratterizzato e calato nel contesto in maniera impeccabile.
I dettagli a video sono numerosi e curati, così come gli sviluppatori hanno curato (e mantenuto) la lore e il background del titolo. Dal punto di vista tecnico il motore che muove il gioco fa il suo sporco lavoro, sono realizzati molto bene anche gli intermezzi della storia. Senza svelare nulla della storia, possiamo dire che gli sviluppatori hanno avuto un occhio di riguardo per il comparto audio e per la colonna sonora, visto che parte del titolo ruota proprio attorno ai Nasi a Flauto e alla loro importanza.
Ultima nota, ma non certo per poca importanza, il titolo è sottotitolato in italiano e con una qualità della traduzione molto buona, altrettanto buona è il doppiaggio inglese dei vari personaggi, adeguato al contesto e ben realizzato.
The Inner World: The Last Wind Monk è un ottimo sequel e riesce a continuare degnamente la storia raccontata nel primo capitolo. L’avventura di Robert, Laura e di tutti gli amici di Asposia continua in un mondo profondamente mutato e carico di riferimenti (nemmeno troppo velati) alla dittatura nazista di metà novecento. E’ interessante come un titolo che a prima vista possa sembrare così “scanzonato” riesca a fornire una seconda chiave di lettura più matura e adulta.
Trama 8.00
Gameplay 8.00
Arte e tecnica 8.00
profondo e divertente
non adatto a tutti