La fine di un'era (e di una stagione)
E così siamo giunti alla fine, no non alla fine di The Elder Scrolls ma alla fine della Stagione del
Cuore Oscuro di Skyrim, una lunga serie di quest che ci ha portato in giro per Tamriel in lungo e in largo. Oggi siamo qui per parlare dell'ultimo DLC (per quest'anno) di
The Elder Scrolls: Online. La creatura di Bethesda si è evoluta, ha trovato (e ritrovato) una sua dimensione e consolidato la sua posizione in un mercato, quello dei MMORPG, che sta vivendo un momento abbastanza complicato della propria vita. Non perdiamoci quindi in convenevoli e spostiamoci nel mondo di Tamriel con la nostra
recensione di The Elder Scrolls Online: Markath per XBOX One.
La trama di The Elder Scrolls Online: Markarth
Iniziamo come al solito a parlare della componente narrativa dell'avventura o meglio, dell'ultimo pezzo di una storia che ci fa compagnia da ormai diversi mesi.
The Elder Scrolls Online: Markarth è infatti l'ultimo tassello della trama del
Cuore Oscuro di Skyrim inaugurata ormai diversi mesi orsono. Se volete farvi un'idea del contesto e del contorno di questa avventura vi rimandiamo alla nostra
recensione di Greymoor e quella dedicata a
Stonethorn così da potervi fare un'idea del contesto narrativo. Ad ogni modo, come nei precedenti capitoli, anche questa volta ci troviamo davanti ad un DLC che permette al giocatore di esplorare due nuove mappe ambientate all'interno del
Reach. La protagonista non è solo la città, ma anche il sottosuolo di
Blackreach potrà essere esplorato.
In Markarth ci troviamo sulle tracce di
Rada Al-Saran, il capo dei Gray Host che, una volta fuggito da Solitude ha trovato conforto e riparo proprio qui nel
Reach. Ma non è giunto in queste lande a caso, è la sua ricerca del manufatto che l'ha portato qui e toccherà a noi mettere fine alla sua ricerca e salvare il salvabile.
Markarth abbandona le atmosfere tetre e gotiche di Stonethorn e, anche se il senso di oscurità aleggia ancora nell'aria, in Markarth si respira un'aria più comune, più "da Elder Scrolls". Non vi vogliamo raccontare nulla di più della storia, un po' perchè questo DLC non ha le dimensioni di una vera e propria espansione (come
Elsweyr tanto per dirne una) e risulta assolutamente più contenuto nella sua dimensione e ampiezza. Proprio per questo motivo non vi rovineremo minimamente la sorpresa.
Ancora una volta
Bethesda ci ha stupito con una qualità della scrittura che ci ha soddisfatto, certo resta il problema della
mancata localizzazione in italiano che, giocoforza, taglierà sicuramente parte del pubblico interessato che non ha dimestichezza con la lingua d'Albione (anche se nel mondo dei MMORPG è più difficile trovare persone che non conoscono l'inglese). Resta sicuramente da lodare il supporto e le attenzioni che Bethesda sta riservando a The Elder Scrolls, i contenuti "end game" sono consolidati e permettono veramente a tutti i tipi di giocatori di passare ore e ore nelle terre di Tamriel trovando sempre un sacco di cose da fare.
Il gameplay di The Elder Scrolls Online: Markarth
Markarth è un contenuto di supporto non un DLC che vuole rivoluzionare le meccaniche di gameplay già viste e consolidate in The Elder Scrolls Online. Proprio per questo chi si aspetta stravolgimenti sul profilo del gameplay resterà deluso, certo sembra un po' assurdo cercare proprio nel DLC conclusivo della stagione del
Cuore Oscuro di Skyrim degli stravolgimenti... Al netto di tutto questo, anche in Markarth vi troverete ad affrontare una catena di quest relative al "filone principale", quello della Stagione e una serie di attività collaterali che vi permetteranno di conoscere meglio Reach e il mondo che gli ruota intorno.
Interessante è l'introduzione della nuova arena:
Vateshran, un'arena dedicata al single player (se così si può chiamare visto che non potrete entrare in party), dove troverete diversi portali daedrici carichi di ogni tipo di mostro e, ovviamente verrete ricompensati con ricompense decisamente utili. Questa arena è, tra l'altro, decisamente ben bilanciata, con un inizio un po' sottotono e una escalation di difficoltà che, però, premia il giocatore con oggetti di sicuro interesse.
Abbiamo
giocato The Elder Scrolls Online: Markarth su XBOX One X, abbiamo usato, come di consueto il controller di XBOX e ci siamo trovati decisamente bene. Ormai The Elder Scrolls Online ha trovato il perfetto equilibrio nel sistema di controllo e non si sente minimamente la mancanza di mouse e tastiera.
L'arte e la tecnica di The Elder Scrolls Online: Markarth
Ottimo come sempre l'apporto artistico che il team di Bethesda ha impresso, anche, in questa sua produzione:
The Elder Scrolls Online: Markarth riesce ad incastonarsi perfettamente nella
Stagione del Cuore Oscuro di Skyrim e, al contempo, a variare ancora rispetto alle ambientazioni gotiche e dark del precedente
Greymoor. The Elder Scrolls Online riesce a stupire anche dopo così tanti anni, la cura nei dettagli, l'attenzione al mondo di gioco e alla sua lore, quasi maniacale, rende il titolo un contenuto aggiuntivo decisamente interessante per gli appassionati.
Niente da dire nemmeno sotto il profilo tecnico, il motore di gioco ha saputo reinventarsi e migliorarsi diverse volte dalla sua uscita originale, dal suo debutto (avvenuto ormai 6 anni fa) di strada ne ha fatta parecchia e su
XBOX One X The Elder Scrolls Online: Markarth fa la sua bella figura con delle ambientazioni non solo evocative ma anche ben modellate, con un level design intelligente e dei colpi d'occhio che potrebbero tranquillamente diventare dei wallpaper del vostro PC in ufficio.
In linea con il resto della produzione anche il comparto sonoro:
The Elder Scrolls Online: Markarth non delude nemmeno sotto questo punto di vista e offre al giocatore un accompagnamento musicale adatto alle atmosfere del DLC.