Menti geniali creano giochi geniali
Trovare giochi davvero originali è sempre più raro nel mondo videoludico. Le grandi compagnie cercano di creare (grandi) giochi utilizzando franchise di sicuro successo o formule di gioco collaudate e apprezzate dal grande pubblico. Lo possiamo vedere tutti i giorni, con orde di FPS proposti, sandbox che ormai troviamo con cadenza mensile sugli scaffali, addirittura i Minecraft-like spuntano come funghi.
In tutto questo marasma di cloni di se stessi ogni tanto qualcuno alza la testa e dimostra che si possono ancora creare formule originali, diverse, ma non per questo meno divertenti, è la storia del
SuperHot Team e del loro gioco:
SuperHot. Diciamolo subito, scrivere una recensione di
SuperHot è complesso, perchè è complesso definire cosa si prova giocandolo, date un occhio al video qui sotto per farvi subito un'idea del gioco.
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Il ritmo della vita
La nostra storia inizia con una
game jam per sviluppatori indie, dei ragazzi polacchi presentano un prototipo di gioco decisamente particolare, tutto ruota intorno al tempo e al suo concetto di scorrere, un concetto semplice che si esprime in una frase "il tempo scorre solo quando il giocatore si muove". Il mondo di gioco è di fatto "congelato", niente nel mondo di gioco si muove (o meglio si muove alla velocità normale) fino a quando il protagonista (cioè noi) non effettuiamo dei movimenti, anche minimi.
I ragazzi del
SuperHot Team hanno applicato questo concetto ad un FPS, e qui emerge già un incredibile contrasto, gli FPS sono solitamente giochi in cui la frenesia e i riflessi pronti sono fondamentali per restare in vita. In
SuperHot il gioco vi chiede di fermarvi e riflettere perchè giocare a
SuperHot con uno stile simile a Doom vi porterà a morte rapida e certa.
Quindi riassumiamo: tutto il gameplay del titolo è basato proprio sul concetto che il mondo intorno a noi si muove solo quando ci muoviamo noi, questo vuol dire che tutto, compreso i proiettili, si muove quando vogliamo noi. Siamo un nuovo Neo in Matrix.
Qui, io mi fermo qui
Approcciare
SuperHot come un qualunque FPS porta, come già detto, ad una fine precoce.
Definire SuperHot un FPS è riduttivo, è più un puzzle game o uno strategico travestito da FPS. Il gioco è diviso in vari livelli, introdotti da una storia un po' strana, che parla di ragazzi e giochi crackati, di realtà virtuale e vecchi sistemi operativi. In ogni livello ci troveremo soli contro un numero variabile di avversari, armati e non che hanno tutti lo stesso scopo, farci fuori.
Pur essendo sempre in inferiorità numerica e sempre meno armato degli avversari, poter decidere lo scorrere del tempo permette di mantenere una sfida equa.
Gli ambienti di gioco sono realizzati in modo decisamente particolare, con uno stile minimalista, quasi asettico, con una modellazione poligonale (finta) low-poly in cui è sempre ben chiaro chi sono i nemici, dove si stanno muovendo e quando appariranno. Il gioco utilizza infatti tre colori fondamentalmente: il bianco per gli ambienti, il rosso per rappresentare i nemici e il nero per rappresentare gli oggetti utilizzabili.
Proprio gli oggetti che possiamo utilizzare sono un argomento fondamentale per il titolo, rallentando il tempo potremo mettere KO i nostri avversari e rubargli le armi, non possiamo sapere però a priori quanti proiettili ci sono in una pistola. Possiamo lanciare la pistola vuota per stordire un avversario e prendere al volo la sua arma, o lanciargli una bottiglia dal bancone del bar per metterlo fuori combattimento.
Arte sullo schermo
Da quando farete partire il gioco ogni elemento presente a video vi lascerà a bocca aperta. Dal menù in stile DOS (che riporta i più vecchi di noi indietro di oltre vent'anni), agli extra che il gioco regala (come immagini in ASCII o mini giochi in stile DOS) fino alla realizzazione degli ambienti di gioco vi stupirà.
Artisticamente parlando
SuperHot è un gioco che lascia il segno. La direzione artistica del titolo è ispirata ed estremamente funzionale al gameplay. La realizzazione degli ambienti utilizzando poligoni senza texture, con un uso sapiente dell'illuminazione e dei colori per identificare gli elementi chiave a schermo rende il gioco fruibile e piacevole da guardare.
Anche il sonoro rispetta la regola d'oro che tutto si muove quando ci muoviamo noi, così anche i colpi di pistola, ad esempio, si sentono sincronizzati col nostro movimento rendendo il tutto ancora più immersivo.
Per dirla tutta
SuperHot è un gioco che tecnicamente ed artisticamente spacca di brutto.