Il cuore e il mare
Dobbiamo dirlo subito: recensire
Storm Boy: The Game non è facile, non è semplice perchè a prima vista lo si potrebbe etichettare come un titolo breve o forse come un gioco che non è un gioco. Spesso però fermarsi alle apparenze non è la scelta migliore e questo è uno di quei casi dove forse conviene fermarsi a riflettere e cercare di captare il respiro "dell'opera". Seguiteci nella nostra
recensione di Storm Boy: The Game se volete saperne di più sul titolo dei ragazzi di
Blowfish Games.
La trama di Storm Boy: The Game
Partiamo subito con l'elemento portante della produzione:
Storm Boy: The Game riprende infatti l'avventura narrata da
Colin Thiele nell'omonimo romanzo (già diventato film nel 1976). Dagli anni 70 ai giorni nostri di acqua ne è passata sotto i ponti e i ragazzi di
Blowfish Studios hanno deciso di riportare questa avventura nel mondo videoludico. Eccoci quindi a vestire i panni di Storm Boy, un ragazzino che vive col padre e un aborigeno in Australia. La mamma di
Storm Boy è venuta a mancare quando il ragazzino era solo un bambino e il padre decise di trasferirsi in un luogo più isolato dove vivere col figlio.
Il piccolo Storm Boy un giorno trova dei piccoli di pellicano e li alleva, due di essi se ne vanno appena possono ma uno gli resta a fianco e diventa, a tutti gli effetti, il suo unico migliore amico:
Mr Percival. Il titolo ci accompagna per le varie vicissitudini che coinvolgono il ragazzo e il suo amico.
Questa è, riassumendo, la storia che fa da sfondo al gioco e non andiamo oltre poichè il titolo dura davvero pochissimo: lo potrete completare in un'oretta circa. Il nostro consiglio è quello di "vivere" per quanto possibile la storia e le emozioni che il titolo dei ragazzi di
Blowfish Studios vuole trasmettere.
Il gameplay di Storm Boy: The Game
Se dal punto di vista narrativo
Storm Boy: The Game riesce a trasmettere emozioni (più o meno forti dipende poi dalla sensibilità di ognuno), dal punto di vista del gameplay il lavoro svolto dagli sviluppatori è abbastanza deludente.
Storm Boy: The Game in buona sostanza si configura come un insieme di mini-giochi abbastanza insipidi dal punto di vista del gioco vero e proprio, questi mini-giochi servono infatti più a cercare di far rivivere le emozioni e i momenti che i due protagonisti vivono insieme piuttosto che cercare di far "giocare" il videogiocatore.
Storm Boy: The Game è strutturato come un
walking simulator in 2D a scorrimento orizzontale, spetta a noi guidare il nostro protagonista attraverso diversi ambienti e fermarci a "giocare" ai mini giochi, non abbiamo però modo di scegliere strade alternative e non abbiamo scelte da compiere, dobbiamo solo portare Storm Boy dal punto A al punto B.
E quindi? Cosa rimane del gioco vero e proprio, beh decisamente poco, proprio per questo
Storm Boy: The Game va visto più come una (breve) avventura (poco) interattiva dove lo scopo principale è quello di farci vivere emozioni e farci emozionare lasciandoci, per esempio, scivolare lungo il pendio della spiaggia su una sabbia con un cartone sotto di noi, in piena libertà piuttosto che immergerci sul fondale oceanico.
Una volta terminato il gioco potrete rigiocare i vari mini-giochi quante volte lo vorrete (se lo vorrete).
L'arte e la tecnica di Storm Boy: The Game
L'
art direction è la seconda gamba sulla quale si regge la produzione di
Storm Boy: The Game, come abbiamo infatti scritto poco sopra il gameplay del titolo è praticamente inesistente, o meglio, strettamente legato al cercare di farci emozionare facendoci eseguire operazioni semplici che, immaginiamo, nell'intento degli sviluppatori vorrebbero aiutarci a rivivere i giorni di Storm Boy. Artisticamente parlando
Storm Boy: The Game non mostra chissà che guizzo artistico o particolarità ma riesce a creare le atmosfere necessarie a farci calare nella parte e da questo punto di vista il lavoro svolto è, secondo noi, pienamente riuscito.
Le scelte cromatiche, le texture slavate e il basso polycount riescono a ricreare un mondo quasi onirico. Dal punto di vista tecnico non abbiamo molto da dire, il motore è leggerissimo, non ha richiesto particolari sforzi all'
XBOX One su cui abbiamo giocato il titolo e non ha mostrato il fianco a problemi di sorta. Anche la colonna sonora è costruita per creare un senso di immedesimazione e di immersione del giocatore nei panni del protagonista.
Ci teniamo a sottolineare che il titolo
non è tradotto in italiano e questo è un peccato perchè, pur non essendo numerosissimi, i testi a schermo sono presenti e sono fondamentali per capire cosa sta succedendo; se a questo uniamo il fatto che il titolo potrebbe essere adatto ad un pubblico molto giovane per via della sua semplicità di gameplay potete ben capire quanto sarebbe stata importante una localizzazione in italiano.