Siete in trepidante attesa di un nuovo Heroes of Might And Magic? Oggi parliamo del suo successore spirituale nella recensione di Songs of Conquest per PC
Ormai ci ritroviamo quotidianamente ad avere a che fare con titoli che sfruttano il sistema dell'Early Access, alcuni in modo un po' sgangherato, altri in modo decisamente più utile, performante ed organizzato. Songs of Conquest, il titolo protagonista della nostra odierna recensione, rientra di diritto in questa seconda categoria. Lo strategico sviluppato da Lavapotion e pubblicato da Coffee Stain Publishing (che ringraziamo per averci concesso l'opportunità di provare il titolo) ha infatti sfruttato il suo periodo di Early Access per utilizzare il feedback offerto dalla community e portare a rilascio un titolo davvero notevole. Se siete appassionati della saga di Heroes of Might and Magic e siete alla ricerca di qualcosa di davvero simile sul mercato conviene che vi fermiate un attimo a leggere perchè ci sono buone notizie per voi! Seguiteci quindi nella nostra recensione di Songs of Conquest per PC (giocato su Steam Deck).
La trama di Songs of Conquest
Cominciamo parlando della trama e dei contenuti proposti da Songs of Conquest e iniziamo dicendo che i ragazzi di Lavapotion ce l'hanno messa davvero tutta per proporre un sacco di contenuti e tutti di assoluto valore e spessore. Partiamo dal fatto che in Songs of Conquest potrete gustarvi non una ma ben quattro campagne che vi mostreranno un punto di vista ogni volta diverso e che "cantano" le gesta di eroi di fazioni opposte, ognuna con le sue peculiarità, con le sue ragioni e con i suoi problemi. Oltre alla modalità campagna avrete modo di giocare a partite classiche e di avere accesso al potete editor di gioco che vi consentirà di creare i vostri mondi e di aumentare quindi notevolmente la longevità generale del titolo. Se a tutto questo aggiungete il fatto che potete giocare a Songs of Conquest sia in solitaria che in compagnia di amici capite bene quanta carne al fuoco abbiano messo i ragazzi di Lavapotion!
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Prima di parlarvi della modalità campagna di Songs of Conquest ci teniamo a darvi una ulteriore buona notizia, una notizia che riguarda la localizzazione del titolo: Songs of Conquest è tradotto in italiano e questo abbatte qualsiasi problema linguistico che avreste potuto incontrare nel caso non siate proprio ferrati con la lingua d'Albione. Trattandosi di una produzione indipendente questo non è un elemento assolutamente scontato, anche perchè la qualità generale della localizzazione è decisamente alta. Il punto di ingresso più naturale in Songs o Conquest è quello di affrontare la modalità campagna o, almeno, una delle quattro campagne disponibili. Nel nostro caso siamo partiti dalla prima, quella che ci mette nei panni di Cecelia Stoutheart, baronessa che ha ereditato il regno alla morte del padre e che si ritrova a gestire un problema interno non indifferente.
Nulla vi vieta però di affrontare una delle altre campagne dove i vari personaggi intrecciano le loro storie e dove possiamo vedere gli stessi eroi da punti di vista diversi: senza fare troppi spoiler, Xavier Silkspool che per Cecilia è un vile traditore, per i Rana (altra fazione presente in Songs of Conquest) risulta essere un amico e salvatore. Insomma ogni campagna ha la sua storia da raccontare e, a cantarla questa storia, sarà un bardo che, missione dopo missione, andrà a narrare le nostre vicende. Iniziare dalla prima campagna aiuta anche il giocatore a prendere confidenza con le meccaniche di gioco visto che il tutorial integrato risulta decisamente ben fatto e funzionale per i novizi del genere.
Il gameplay di Songs of Conquest
Per parlare del gameplay di Songs of Conquest non possiamo non fare un doveroso passo indietro di diversi anni e tornare in un tempo in cui la saga di Heroes of Might and Magic di Ubisoft dettava la linea che gli strategici dovevano seguire. In realtà (e per dover di cronaca ndr.) bisogna anche dire che Ubisoft ha acquisito i diritti di Heroes of Might and Magic da 3DO che li acquistò, a sua volta, da New World Computing. Al netto dei cambi societari però la formula che tanti (noi compresi ndr.) hanno amato è stata canonizzata proprio da Ubisoft. La serie (al netto dello spin off del remake che abbiamo recensito diverso tempo fa) è però "ferma" da diverso tempo e gli appassionati sono anni che stanno aspettando un degno seguito e Songs of Conquest è quanto di più simile si possa trovare rispetto alla saga di Might and Magic ma il titolo di Lavapotion non ha "clonato" il titolo, ha messo parecchio del proprio e ha dato una svecchiata importante a diverse meccaniche di gioco.
Songs of Conquest è un titolo che trasuda passione e amore per il prodotto che raramente abbiamo trovato in recenti produzioni.
Fatta una breve introduzione per mettere in chiaro che Songs of Conquest non vuole essere un titolo "innovativo" sul piano del gameplay (ma che in una certa misura riesce comunque ad essere ndr.), andiamo a parlare del gameplay vero e proprio. Quando si parla di Songs of Conquest si parla di uno strategico / gestionale, un titolo che fonde in se due componenti distinte ma strettamente collegate che mettono il giocatore in una condizione di prestare attenzione non solo a quello che succede sul campo di battaglia ma anche tutto intorno. Cerchiamo di essere più chiari: Songs of Conquest è diviso in tre grossi momenti di gameplay: il primo riguarda la gestione della propria roccaforte, del proprio insediamento, il secondo riguarda l'esplorazione della mappa di gioco (con tutto ciò che questo comporta) e il terzo, infine, il momento dedicato al combattimento.
Nel titolo di Lavapotion è essenziale riuscire a gestire degnamente la propria base operativa, rafforzarla e fare in modo che possa supportarci e sopportare gli attacchi degli avversari. Ecco quindi che Songs of Conquest diventa quasi un city builder dove la scelta degli edifici, dell'impiego delle risorse, della pianificazione delle difese diventa cruciale per portare a casa la missione e anche la pellaccia. La nostra base è anche essenziale quando si parla del secondo momento di gameplay: quello dedicato all'esplorazione. Dobbiamo infatti sempre considerare che il nostro eroe è chiamato ad esplorare la mappa del mondo di gioco e risolvere, volta per volta, piccole (e grandi) missioni che gli consentiranno di recuperare preziosi manufatti, importanti alleati, preziosi tesori e via di questo passo. Durante le varie esplorazioni (che avvengono sempre attraverso un sistema di turni del giocatore e della CPU o di giocatori in carne ed ossa) vi capiterà di dover ingaggiare battaglia contro altri gruppi o altre fazioni.
È in questo momento che entra in scena la terza anima di Songs of Conquest, quella più tattico/strategica che mette il giocatore nei panni del generale sul campo: dovrà disporre le truppe, sceglierne il posizionamento e pianificare la strategia di attacco su una mappa base esagonale. Il sistema di combattimento a turni è raffinato e unisce meccaniche classiche di bonus e malus (come la posizione delle varie unità) ad altre dinamiche di magia e potenziamenti che il tutorial del gioco spiega in modo egregio (in grado di essere compresi a fondo anche dai non avvezzi al genere). Abbiamo giocato a Songs of Conquest su Steam Deck e possiamo dire che la portatile di Valve sembra proprio la piattaforma ideale per gustarsi le avventure di Cecilia e di tutti i personaggi del titolo.
L'arte e la tecnica di Songs of Conquest
Ed eccoci arrivati a parlare della componente artistica e tecnica della produzione e qui non abbiamo molto da dire: come potete vedere voi stessi dagli screen presenti in questa pagina Songs of Conquest è un titolo che propone una direzione artistica che vira molto verso il fantasy più classico ma che, di contro, si presenta come assolutamente riconoscibile rispetto a tante produzioni simili. L'interfaccia di Songs of Conquest è sempre molto leggibile, il mondo di gioco è disegnato con una pixel art curata e sempre raffinata, così come curate e legate sono le varie animazioni. Un plauso va poi a come è stato confezionato il tutto: Songs of Conquest si presenta come un titolo curato in ogni dettaglio, dal più remoto dei menu dell'editor fino alla schermata principale.
Ottime notizie arrivano anche dal fronte tecnico: Songs of Conquest è un gioco che non necessita di macchine ultra potenti per girare bene. Abbiamo giocato tutte le nostre partite su Steam Deck e siamo stati assolutamente soddisfatti sia delle prestazioni che della leggibilità del mondo di gioco: anche se lo schermo di Steam Deck non è assolutamente di dimensioni generose il tutto è risultato leggibile a chiaro (paragonato ovviamente al tipo di gioco ndr.). Non abbiamo inoltre riscontrato problemi o bug durante le nostre partite, sintomo che il periodo di Early Access è stato davvero fondamentale per la produzione.
Un grange plauso va anche alla colonna sonora: epica e leggendaria come si conviene ad una produzione di questo genere. Anche mentre stiamo scrivendo queste righe la colonna sonora fa da sottofondo e siamo sicuri che potreste usarla come accompagnamento anche durante le ore di ufficio o per rilassarvi la sera. Buono anche il comparto degli effetti sonori che aiutano parecchio ad entrare nelle atmosfere proposte dal gioco.
Songs of Conquest è la classica piccola gemma di rara bellezza che rischia, purtroppo, di passare inosservata o, quanto meno, sottovalutata. Il lavoro svolto dai ragazzi di Lavapotion è imponente sia dal punto di vista prettamente quantitativo che da quello qualitativo. Songs of Conquest riesce ad unire meccaniche di gameplay affini ma distinte in un continuum ludico che risulta evidente fin dai primi minuti di gioco. Un plauso va poi fatto alla longevità della produzione che assicura decine e decine di ore di gioco varie sia in single player che in compagnia di amici. Se stavate cercando il degno erede di Heroes of Might and Magic potete anche interrompere le vostre ricerche: è qui e si chiama Songs of Conquest.