Passami la penna, si è incastrata la cassetta
Fire Face presenta la sua ultima fatica:
Small Radio Big Televisions un puzzle game psichedelico, che farà tornare molti di noi indietro, tra gli anni 80 e 90, dove le penne servivano sopratutto per recuperare le cassette mangiate dai nostri Walkman e musicassette e televisione riempivano quei vuoti durante la giornata come oggi fanno internet e i social network.
Proseguiamo nella nostra recensione per capire cosa ci ha proposto il nuovo titolo pubblicato da
Adult Swim Games.
Psichedelia, tutte le feste ti porti via
Small Radio Big Televisions è un puzzle game strano, ambientato in una fabbrica abbandonata (o almeno così sembra) che lascia il giocatore allo sbaraglio, senza tutorial, senza una guida, dobbiamo avanzare livello dopo livello fino alla fine. Un po' come accade in
The Witness (qui la
nostra recensione) anche in questo caso non abbiamo tutorial, ma siamo noi a dover scoprire come avanzare nel livello, come trovare la chiave di volta per risolvere il puzzle e passare alla stanza successiva.
Sbloccando determinati puzzle il gioco ci darà la possibilità di ascoltare una musicassetta, sulla quale è scritto un luogo, un concetto. Usandola nel nostro walkman verremo catapultati in luoghi distanti, forse ricordi, forse luoghi che non sono mai esistiti o forse, luoghi dove siamo già stati. Una volta risolti i puzzle di questi luoghi astratti torneremo alla nostra "fabbrica" per proseguire il gioco. Non torneremo a mani vuote però, ogni mondo presente nelle cassette, lascerà al giocatore una pietra una volta concluso.
Parlare di storia in
Small Radio Big Televisions è difficile, tutta la narrativa del titolo è espressa attraverso i puzzle, i colori e gli ambienti, è un viaggio virtuale, un gioco "muto", che racconta la propria storia con immagini e suoni.
Luoghi onirici, cassette e ricordi
Graficamente parlando
Small Radio Big Televisions mostra carattere, una direzione artistica ispirata e originale, tutto, dai menù fino ai mondi virtuali che scaturiscono dalle musicassette sono particolari e caratterizzati divinamente. L'alone di mistero di cui è intriso ogni singolo pixel è palpabile come in poche altre occasioni.
La scelta della palette cromatica, della differenza tra il grigio della fabbrica e i luoghi visitati nelle cassette è tanto forte quanto comunicativa.
Un pugno nello stomaco che fa passare il giocatore da verdi prati a stanze asettiche, da boschi dove filtra pochissima luce a ingranaggi e vernice.
Il lavoro svolto dai ragazzi di
Fire Face è lodevole e estremamente curato, il level design è pregevole e stuzzicherà più volte la vostra mente per cercare la soluzione dei vari enigmi.
L'utilizzo di grafica in low poly rende il gioco ancora più asettico e onirico, con un sapiente uso dei punti luce e degli effetti di illuminazione il titolo si rende ancora più particolare di quanto già non lo sia.