Ferisce più la carta che la spada
Il mix di generi ormai è sempre più diffuso nel mondo videoludico, da questo trend abbiamo avuto modo di scontrarci con idee decisamente esaltanti (qualcuno ha detto
Crypt of the Necrodancer?) ad altre meno riuscite. Oggi parliamo di un titolo che, possiamo dirlo subito, fa parte della prima parte:
Slay the Spire è un geniale mix di
deckbuilding e
RPG roguelite. I ragazzi di
Mega Crit, grazie al supporto di
Humble Bundle, hanno portato su PC e console un titolo interessante, profondo e longevo. Se volete saperne di più leggete la nostra
recensione di Slay the Spire.
La trama di Slay the Spire
Come scrivevamo in apertura
Slay the Spire (opera prima del team di sviluppo
Mega Crit) è un titolo che fonde le meccaniche di deckbuilding con quelle tipiche di un RPG roguelite, con una premessa di questo tipo non potevamo aspettarci un comparto narrativo che facesse gridare al miracolo e infatti la trama non è l'elemento più riuscito di
Slay the Spire. Questo non vuol però dire che gli sviluppatori non abbiano almeno cercato di dare un senso alle nostre battaglie contro la Guglia, ma andiamo con ordine.
In
Slay the Spire abbiamo un unico obiettivo: mettere fine alla Guglia, ma cos'è esattamente questo avversario? La Guglia è un dungeon vivente ricolmo di creature appartenenti al genere fantasy ma, ne parleremo meglio nel paragrafo dedicato alla componente artistica, rivisitate in chiave ironica. A noi spetta quindi il compito di ripulire il dungeon e possiamo farlo avvalendoci (e scegliendo) uno tra i tre protagonisti: iniziamo con
Defect, un automa che basa i suoi attacchi su globi di energia,
Ironclad: il classico combattente armato di spada e
Silent il rogue di turno, armata di pugnali e specializzata negli attacchi a base di veleni.
Scelto il nostro alter-ego non ci resta che addentrarci nel dungeon e affrontare gli avversari che, uno dopo l'altro, cercheranno di farci la pelle. A livello narrativo non c'è molto altro, il titolo infatti non offre un background particolare per i nostri personaggi, ne cerca di approfondire una trama di sorta. In buona sostanza la componente narrativa è praticamente assente in
Slay the Spire.
Il gameplay di Slay the Spire
Se dal punto di vista della narrazione il titolo di
Mega Crit non ha molto da dire o da insegnare, la suonata cambia in modo radicale quando si parla di gameplay perchè qui le cose si fanno estremamente interessanti. Partiamo subito con le basi: in
Slay the Spire una volta selezionato il nostro eroe ci troviamo con un mazzo di dieci carte nella nostra mano, è proprio grazie alle carte che potremo sconfiggere i vari mostri che si presenteranno ad ogni run. Sappiate che il numero di carte di cui potrà essere composto il vostro mazzo può essere ben superiore a dieci e che, al termine di ogni combattimento, potremo aggiungere al nostro mazzo una carta scelta a caso tra altre tre.
Inutile dire che il mazzo che andremo a comporre durante l'avventura, si farà via via più potente, ma è anche altrettanto vero che, in alcuni casi, potremo trovarci di fronte a carte che "ostacolano" il nostro mazzo rendendolo magari più lento o meno efficace. I ragazzi di
Mega Crit hanno pensato anche a questo problema e hanno infatti introdotto una meccanica che consente al giocatore di eliminare le carte dal mazzo ma non certo gratuitamente. Man a mano che togliamo le carte infatti il prezzo da pagare per poterle rimuovere diventerà più alto: questa meccanica è fondamentale per dare spessore al gioco obbligando il giocatore a soppesare sempre le scelte tra carte che vano tolte a tutti i costi ad altre che possono essere usate magari in combo o sistemi diversi. Già da questo meccanismo si intravedono le potenzialità tattiche del titolo ma
Slay the Spire non si ferma qui: non saremo infatti solo legati alla fortuna (o alla sfortuna) nella creazione del nostro mazzo ma potremo acquistare carte extra anche dai mercanti: c'è da dire però che il numero (e la qualità) delle carte che questi propongono è abbastanza altalenante.
Anche mantenere un giusto equilibrio tra attacco e difesa non è una cosa facile e cercare di tenere il mazzo sempre equilibrato è un'operazione complessa che richiede capacità tattiche e sangue freddo (per non lasciarsi prendere dalla foga di avere tutte le carte e subito). Ultima (ma non meno importante) componente che rende
Slay the Spire un gran gioco è la possibilità di combinare le carte e cercare tra essere la giusta sinergia per sfruttarle al meglio, in buona sostanza il titolo di
Mega Crit ripropone quelle che nei giochi di carte fisici (alla
Magic di turno per intenderci) viene definito "
combo". Sopravvivere al dungeon non è cosa facile, il sistema roguelite garantisce al giocatore di avere a disposizione sempre più carte man a mano che vengono eseguite run ma c'è da dire che il gameplay è ben bilanciato e la morte non è un evento estremo anzi, si finisce secchi al tappeto un gran numero di volte.
Durante l'esplorazione del dungeon ci si trova poi a fronteggiare diversi tipi di nemici, da quelli comuni più semplici da tirare giù a quelli Elite più tosti e, solitamente, con un bottino migliore.
Slay the Spire è un gioco che gioca la sua partita (scusate il gioco di parole!) nella capacità del giocatore di cercare un costante equilibrio con scelte prese a mente fredda e una pianificazione attenta risorse che il titolo gli metterà a disposizione volta per volta.
L'arte e la tecnica di Slay the Spire
Approfondiamo insieme la componente artistica e tecnica di questo piccolo gioiello, partiamo subito col dire che i ragazzi di
Mega Crit hanno fatto un ottimo lavoro dal punto di vista della direzione artistica:
Slay the Spire è dannatamente intrigante sia per le scelte di design che per il modo in cui il titolo di pone rispetto al mondo di gioco e al genere id appartenenza. Se è vero che la Guglia viene presentata come un'orribile calamità dall'altro è anche vero che i vari avversari vengono spesso ridicolizzati o rappresentati in modo ironico; non si prendono (e non vengono presi) mai troppo seriamente, con immagini alle volte caricaturali e alle volte tragicomiche.
La scelta di adottare questa direzione ha il doppio vantaggio di mantenere un'atmosfera scanzonata anche dopo la milionesima morte e quello di offrire al giocatore un background si stra-abusato ma carico di particolarità e differenze rispetto alla massa. Ci sono particolarmente piaciuti i design dei tre protagonisti: ispirati e originali, sopra tutto
Defect con quella sua aurea steampunk che si sposa incredibilmente bene con tutto il background artistico del titolo.
Un po' sottotono invece il comparto audio che non è riuscito a stupirci ne a colpirci come ci sarebbe piaciuto facesse. Sul versante tecnico non abbiamo molto da dire, il titolo è strutturato in maniera molto semplice e non necessita di forza bruta per poter mostrare le sue carte migliori. Chiudiamo portandovi un'altra buona notizia: il titolo è localizzato in italiano, anche i non anglofoni non faranno quindi fatica a interpretare correttamente le funzioni delle varie carte.
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