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Recensione Shining Resonance Refrain - Combattiamo l'Impero!

Rivivamo l'avventura di Yuma Ilvern nella sua guerra contro l'Impero! SEGA riporta Shining Resonance sulle nostre console nella sua nuova versione Shining: Resonance Refrain!

Ritorno in una terra leggendaria

Per la prima volta Shining Resonance esce dalle lande giapponesi per approdare su quelle americane ed europee, SEGA porta infatti il capitolo uscito per Playstation 3 nel 2014 anche su Playstation 4, XBOX One e PC in una veste tutta nuova: Shining Resonance Refrain. Se siete pronti ad avventurarvi in una terra di draghi, elfi e magia seguiteci nella nostra recensione di Shining Resonance Refrain.
 
Shining Resonance Refrain

La trama di Shining Resonance Refrain

Prima di parlare di Shining Resonance Refrain conviene fare un piccolo excursus sulle origini dell’ultimo titolo della serie, Shining Resonance Refrain affonda infatti le sue radici in Shining In The Darkness, titolo uscito nel lontano 1991 per SEGA Mega Drive (o SEGA Genesis che dir si voglia). Se volete sapere di cosa stiamo parlando potete trovare Shining In The Darkness, Shining Force e Shining Force II nella raccolta SEGA Mega Drive Collection che abbiamo recensito poco tempo fa.

Premesso quindi che il titolo ha origini antiche vediamo insieme cosa è successo nella terra di quella che adesso conosciamo come Astoria. La terra che ora calpestiamo aveva, in origine, un nome diverso: Alfheim, dominata da una divinità chiamata Deus quest’ultima si occupava di mantenere l’equilibrio tra gli elementi. Elfi e Draghi convivevano pacificamente e la terra di Alfheim prosperava. Nessuno può però sapere cosa passa nella mente di una divinità e Deus decise un giorno di creare un nuovo mondo originandolo dalle ceneri di Alfheim. E’ in quel preciso istante che scoppio la guerra tra elfi: divisi in un due fazioni (che si schierò con i draghi a difesa del vecchio regno e chi con la divinità) si diedero battaglia fino alla sconfitta di Deus.

La terra era salva ma il regno provato e devastato da una lunga guerra che lasciò in vita pochissimi Draghi ed Elfi. Passarono i secoli e questa storia divenne leggenda: il Ragnarok, la terra lenì le sue ferite e tornò fertile attirando una nuova razza: quella umana. Gli uomini fondarono il regno di Astoria e allargarono il loro dominio su tutta Alfheim. Questa è la trama che fa da colonna portante per il titolo, noi impersoniamo Yuma, un eroe introverso su cui grava il peso del futuro di Alfheim, portatori dell’Anima dello Shining Dragon ci ritroviamo prigionieri di esseri senza scrupoli e, proprio da questa prigionia, si consolida una profonda amicizia profonda con altri Elfi che ci porterà a battere il mondo di gioco in lungo e in largo in cerca di giustizia.
 
Shining Resonance Refrain

Il gameplay di Shining Resonance Refrain

Shining Resonance Refrain incarna gli stilemi classici dei JRPG, dalla trama di stampo tipicamente nipponico fino alle scelte di gameplay e design. Iniziamo parlando del combat system: centro nevralgico del titolo SEGA e componente fondamentale di ogni JRPG che si rispetti; da questo punto di vista gli sviluppatori hanno optato per un sistema di combattimento in tempo reale forse un po’ troppo votato al button smashing.

Abbiamo la possibilità di comandare un solo personaggio del party alla volta e con esso possiamo inanellare una serie di colpi verso il o i nemici di turno, il resto della gestione del gruppo è deputata all’intelligenza artificiale (che si comporta, tutto sommato, anche bene). Possiamo impostare le stance degli altri componenti per fare in modo di pianificare meglio la nostra strategia in battaglia. Nel combat system Shining Resonance Refrain assomiglia quasi più a un musou tanto ci siamo trovati a pigiare senza tregua i pulsanti del pad.

E’ grazie alla forma di drago che riusciamo però a dare maggiore spettacolarità e varietà agli scontri: liberando la nostra forma draconica infatti scateneremo una potenza quasi fuori controllo che ci consentirà di risolvere diversi scontri in un attimo. Per cercare di dare maggiore profondità ai combattimenti è stato introdotto un sistema di stamina che però funziona per metà visto che, di fatto, ci è capitato molto spesso di chiudere gli scontri prima di terminare effettivamente la stamina (che scende molto lentamente). E’ anche vero che l’introduzione del sistema B.A.N.D. (che ci permette di utilizzare tecniche di gruppo) aiuta molto la ricerca di un approccio armonico al combattimento e che l’utilizzo di attacchi concatenati e combo farà crescere il BMP (Battle Performance Mana) sbloccando così attacchi ancora più letali.

Fatto salvo che il combat system soffre di qualche problema relativo al button smashing (se non si cercano combinazioni in BMP e lavoro di squadra) come si comporta Shining Resonance Refrain nelle altre componenti di gameplay? Il titolo SEGA unisce alle fasi sfacciatamente action dei momenti dove, come da tradizione dei GDR orientali, il giocatore può approfondire la crescita del suo personaggio e la sua “maturazione”. Shining Resonance Refrain offre anche al giocatore la possibilità di seguire delle romance e una gestione dei rapporti personali tra membri del gruppo, questa componente permette di conoscere meglio la storia dei singoli componenti e, ovviamente va a inficiare parte dei rapporti con gli altri membri del gruppo. Se affrontato con il giusto approccio Shining Resonance Refrain può tenervi incollati alla tv per diverso tempo, la storia è interessante e il gameplay (seppur con un combat system con qualche difetto) riesce a divertire. 
 
Shining Resonance Refrain

L’arte e la tecnica di Shining Resonance Refrain

Dal punto di vista artistico il titolo SEGA dimostra fin dai primi attimi uno stile spiccatamente giapponese. Ottima la scelta delle palette cromatiche e lo stile e l’art direction riescono a risultare interessanti. Non bisogna dimenticare che Shining Resonance Refrain è un mix tra remastered e remake in quanto dal punto di vista tecnico il titolo ha subito solo una rivisitazione (che infatti dimostra chiaramente il gap tecnologico rispetto all’attuale generazione) ma è andato anche ad aggiungere contenuti extra (operazione tipica di un remake piuttosto che di una remastered).

La mole poligonale mossa dal motore di gioco è chiaramente inferiore ai titoli a cui ci siamo abituati ma il colpo d’occhio non è affatto male, anche le texture utilizzate riescono a dare una sorta di nuova faccia al titolo SEGA. Peccato per la mancata localizzazione in italiano che rischia di tenere il titolo abbastanza alla larga da chi non mastica decentemente l’inglese, ottimo invece il doppiaggio (sia in inglese che in lingua originale: in giapponese). Durante la nostra run su XBOX One non abbiamo riscontrato problemi e il motore di gioco ha retto tranquillamente anche le situazioni più concitate.

Chiudiamo la nostra analisi tecnica parlando del comparto sonoro: decisamente curate le musiche di accompagnamento, niente che finirà nella top 10 delle colonne sonore della storia del videoludo ma sicuramente azzeccate per ambientazione e atmosfera. 
 
Shining Resonance Refrain 

Shining Resonance Refrain

Shining Resonance Refrain è un buon jrpg, minato forse da un combat system un po’ ripetitivo ci è piaciuto per la sua trama e il suo approccio al gioco alla portata di tutti. Il titolo SEGA non obbliga il giocatore a pianificare ogni scontro e sacrifica le componenti più tecniche sull’altare dell’azione vera e propria. Peccato per la mancata localizzazione in italiano!

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Trama 8.00

Gameplay 8.00

Arte e tecnica 7.50

Pro:

storia interessante

divertente pad alla mano

Contro:

manca l’italiano

combat system migliorabile

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