L'olocausto nucleare fuori casa
Oggi torniamo a parlare di un titolo che abbiamo recensito per
XBOX One e che ci aveva divertito ma per cui non eravamo rimasti profondamente colpiti, stiamo parlando di
Sheltered: gestionale post-apocalittico di
Team17 e
Unicube disponibile da poco anche su
Nintendo Switch. Il titolo mette nelle mani del giocatore la sorte di una famiglia sopravvissuta all'olocausto nucleare, in
Sheltered siamo infatti chiamati a esaudire tutte le richieste dei vari componenti della famiglia, mantenere la nostra "casa" al sicuro e in funzione e, nel mentre, cercare di trovare delle vie di uscita a quello che sembra essere un destino ormai segnato. Ma cosa porta di nuovo questa nuova versione? Beh innanzi tutto la ormai chiara portabilità e poi si porta con se anche due modalità di gioco e proprio di queste dure parleremo in questa breve introduzione:
Surrounded e
Stasis.
Facciamo un piccolo appunto: quello che abbiamo detto per la versione
XBOX One vale anche per la versione
Nintendo Switch, ma ora parliamo delle modalità extra. Partiamo con
Surrounded: in questa modalità partiamo con un grosso vantaggio: la nostra abitazione ha già tutto il necessario per farci sopravvivere, a lungo e felici! E dove sta il casino allora? Ma nei predoni!
Surrounded infatti assomiglia di più ad una modalità orda per
Sheltered che non alla modalità gestionale, il nostro scopo è infatti quello di far sopravvivere la nostra famiglia più a lungo possibile cercando di respingere l'avanzata dei cattivoni di turno.
E' interessante notare come
Unicube e
Team17 siano riusciti a dare una nuova declinazione a
Sheltered senza però snaturarlo. La seconda modalità, denominata
Stasis mette la nostra famiglia al centro di un'avventura leggermente diversa: i nostri eroi si risvegliano infatti dopo 60 anni di sonno criogenico e, dall'interno della loro abitazione (anche questa volta col massimo dei comfort) devono progettare e costruire un razzo per lasciare definitivamente il pianeta e guadagnarsi così la salvezza. Anche in questo caso si nota una certa voglia di cambiare le meccaniche di gioco (o almeno le regole di ingaggio) e ci siamo decisamente divertiti giocando questa variante.
Ma in buona sostanza l'acquisto di questa versione è consigliato? La risposta è: dipende, se non avete giocato prima
Sheltered allora è meglio buttarsi (se possibile) su questa nuova incarnazione per Nintendo Switch, viceversa se avete già salvato la vostra famiglia dall'olocausto atomico su un'altra piattaforma forse non ha senso rigiocare il titolo sulla console della casa di
Kyoto.
Vivere in famiglia
Sheltered è un gestionale ambientato in un mondo post-atomico, una famiglia di quattro persone deve fare tutto il possibile per sopravvivere all'olocausto nucleare. Questo è quello che ci viene chiesto in
Sheltered da
Unicube, software house creatrice del gioco, e da
Team 17, suo publisher.
Analizziamo nella
recensione come sono andate le cose per la nostra famigliola post-atomica.
Vivere, è passato tanto tempo, vivere
Possiamo riassumere la storia alla base di
Sheltered in maniera molto semplice e senza troppi fronzoli, la nostra famiglia è sopravvissuta miracolosamente ad un attacco nucleare grazie alla scoperta di un bunker sotterraneo. Tutto molto bello, non fosse altro che ora, tocca di combattere contro la fame e la sete, i predoni e le proprie abitudini,
bisogna sopravvivere.
Appena iniziata la partita ci viene chiesto di creare la famiglia protagonista dell'avventura, in questo momento possiamo decidere tutto dei componenti del nucleo familiare, dalla razza dei nostri personaggi al loro modo di vestire, dalle loro attitudini al loro carattere. La famiglia del gioco è composta da padre, madre, due figli e un animale domestico.
Il gioco non presenta una trama strutturata e l'incipit ha il solo scopo di introdurci al gioco e darci un motivo per proseguire, non c'è una storia già scritta, dobbiamo sopravvivere il più a lungo possibile e, possibilmente, nel migliore dei modi.
Fare per sopravvivere
Una volta creati i componenti del nostro nucleo famigliare, e dato quindi un imprinting alla nostra famiglia dobbiamo iniziare a organizzarci per evitare di soccombere. Durante la creazione dei personaggi abbiamo potuto selezionare due tipi di caratteristiche, quelle prettamente grafico/stilistiche e quelle relative ad
attitudini e comportamenti. Mentre le prime svolgono una funzione meramente estetica e permettono di creare visivamente una famiglia a nostro piacimento le secondo
sono fondamentali per la nostra sopravvivenza e per il gameplay che decideremo di impostare.
Una volta all'interno del bunker dobbiamo iniziare a impartire comandi ai nostri personaggi, chi si dedicherà alla pulizia, chi si occuperà della manutenzione e chi andrà in missione, ogni lavoro è fondamentale per la sopravvivenza dell'intero gruppo. Razionare le scorte alimentari potrebbe non essere sufficiente se non facciamo dormire i membri della famiglia ad esempio.
Il gioco permette al giocatore di organizzare delle
missioni nella zona contaminata, queste richiedono scorte di cibo e acqua ma di contro portano oggetti e equipaggiamenti che potrebbero
significare la differenza tra la vita e la morte.
Anche l'ampliamento del nostro bunker è una parte fondamentale del gameplay, se non farete crescere il vault difficilmente la vostra partita durerà a lungo, creare nuove stanza permette di organizzare meglio i servizi igienici e le varie zone della nostra "nuova casa".
Il gioco non fa sconti, lo diciamo subito, non è un gioco da prendere sotto gamba, è un titolo che per essere goduto appieno necessita che gli si dedichi del tempo, Vedere la nostra famiglia vivere e "prosperare" per quanto possibile, in un ambiente ostile offre però grandi soddisfazioni.
Un futuro in 2D
Dal lato tecnico
Sheltered mostra la sua natura indie nel modo più marcato. La grafica, interamente disegnata in pixel art è molto piacevole ed è in grado di trasmettere molto bene la desolazione che un mondo post-apocalittico deve trasmettere. L'art direction del titolo è stata curata con attenzione e tutto è stato pensato per comunicare solitudine e senso di disagio.
Il ciclo giorno e notte, il clima, tutto è curato nei minimi dettagli e tutto serve per creare l'atmosfera che un titolo di questo tipo richiede. Le ambientazioni, sia interne che esterne rendono benissimo l'atmosfera desolata di un mondo post-apocalittico.