Siamo soli nell'Universo?
C'è poco da fare, passano gli anni ma questo tarlo degli alieni che arrivano e invadono il pianeta non riusciamo a togliercelo. Che si tratti di film, videogame o fumetti il tema è presente e sentito (e sfruttato) moltissimo. Oggi parliamo di
Scars Above, opera prima di
Mad Head Games e pubblicato da
Prime Matter (che ci ha gentilmente fornito un codice per testare il titolo), un titolo dalle molto sfaccettature che non riesce a districarsi a dovere tra le luci e le ombre che lo affliggono. Se volete sapere cosa succede alla dottoressa
Kate (non Kate Walker, se volete saperne di più su di lei leggete la nostra
recensione di Syberia: The World Before) non vi resta altro da fare che seguirci nella
recensione di Scars Above.
La trama di Scars Above
Difficile etichettare come "originale" la trama raccontata in
Scars Above, il titolo di
Mad Head Games apre con un'astronave umana che si trova di fronte un oggetto non identificato che è da poco apparso intorno all'orbita terrestre. Come da copione i nostri scienziati e il personale della nave è intimorito ma al contempo attratto dal misterioso oggetto. Il comandante decide quindi di avvicinarsi alla struttura per cercare di studiarla al meglio. Noi, nei panni della dottoressa
Kate Ward ci troviamo a capo della spedizione e, seguendo dettagliatamente i comandi del nostro comandante in capo ci avviciniamo all'oggetto ma non tutto va come sperato.
La nostra protagonista sembra infatti cadere in uno stato di catalessi e il gruppo facente parte del team
SCAR (acronimo che sta ad indicare Spedizione di Contatto, Analisi e Ricerca) si ritrova teletrasportato su un pianeta che definire inospitale sarebbe un eufemismo. Il pianeta su cui siamo capitati non è propriamente un nuovo Eden e le creature che lo abitano sono decisamente poco felici di vederci li (o meglio, forse sono felici se diventiamo parte della loro dieta). Non ci resta altro da fare che combattere per sopravvivere e cercare, al contempo, di salvare più compagni possibile. Come da tradizione i membri del gruppo hanno lasciato delle tracce del loro passaggio tramite file audio che potremo recuperare cammin facendo.
Anche se da come l'abbiamo descritta la trama potrà sembrarvi terribilmente simile a molte altre storie che avete già letto/vissuto/visto non dovete farvi trarre completamente in inganno. Se infatti il tema principale è ampiamente stra-abusato, abbiamo trovato interessanti alcune scelte narrative e alcuni colpi di scena che riescono ad elevare il titolo sopra la media. Buona anche la
localizzazione in italiano, Scars Above è infatti doppiato in inglese e sottotitolato in italiano.
Il gameplay di Scars Above
Il
gameplay di Scars Above è forse la parte della produzione che ci ha più lasciati interdetti: da una parte troviamo una serie di idee interessanti e meccaniche di gameplay che possono fare la differenza mentre dall'altra troviamo una messa in pratica delle stesse che potremo definire claudicante. Già
classificare Scars Above non è semplicissimo: il titolo di
Mad Head Games può essere visto come un FPS in terza persona con elementi di crescita del personaggio da gioco di ruolo ed una componente di marcata provenienza souslike. Avete letto tra le righe anche voi tanti generi vero? E sapete anche voi che, solitamente, aggiungere tanti elementi non riesce a farne emergere nemmeno uno vero? Ecco, forse
è proprio questo il vero problema di Scars Above: il bilanciamento del suo gameplay.
Scars Above è un titolo che, se fosse uscito qualche anno fa avrebbe fatto gridare al miracolo
Partiamo dal principio: la nostra protagonista, la dottoressa Kate si trova sperduta su questo pianeta ostile e può contare su una sorta di machete e un fucile per farsi largo tra le orde di avversari. Fin dai primi minuti ci si rende conto di come il combat system dal lato melee non sia esattamente come ce lo saremo aspettati: il machete risulta infatti funzionale contro gli avversari di piccole dimensioni ma già quando ci troviamo di fronte a nemici più corpulenti risulta completamente inutile. Il fucile da qualche soddisfazione in più ma il gunplay è decisamente basilare (con anche qualche problema con le animazioni qui e la). A questo scenario (in cui potrete utilizzare diverse armi ranged) dovete aggiungere una barra della stamina di derivazione soulslike che rischia di rendere il titolo molto più "lento" di quello che sarebbe potuto essere e no, siamo lontani anni luce da
Wo Long: Fallen Dynasty (se volete conoscere il nostro parere sull'ultimo lavoro di
Team NINJA date una letta alla
recensione di Wo Long: Fallen Dynasty). Sempre dai soulslike gli sviluppatori hanno ereditato (se così si può dire) i restore point dove potremo recuperare la salute al prezzo di far ripoppare tutti gli avversari e la possibilità di sbloccare dei passaggi tra un'area e l'altra (per evitare la frustrazione di dover sterminare orde di alieni in continuazione tra un'area e l'altra).
Non poteva ovviamente mancare un sistema di crescita del personaggio che permette alla nostra Kate di diventare più forte durante l'avventura tramite l'acquisizione di
nuove abilità, abilità che rendono (effettivamente) la vita più facile in alcune circostanze. Come potete capire il tutto si traduce in un mega minestrone di meccaniche, di sistemi che cercano di fare tutto e non riescono a fare nulla realmente bene. Se gli sviluppatori avessero scelto con più cura come strutturare il gameplay probabilmente
Scars Above sarebbe risultato un prodotto più curato e con un focus decisamente diverso. Siamo anche convinti che se fosse uscito qualche anno fa avrebbe fatto gridare al miracolo perchè, in effetti, qualche anno fa non era così comune trovare tante possibilità di gameplay nello stesso titolo: il problema è che, ad oggi, non è sufficiente mettere in pista "tante cose" ma bisogna anche "farle bene".
L'arte e la tecnica di Scars Above
Il comparto artistico e tecnico soffre un po' degli stessi problemi del gameplay:
Scars Above è una continua altalena tra "però, che bella idea" e "Hey, ma dove ho già visto quell'asset?". La direzione artistica non riesce a dare una vera e propria impronta al titolo, gli alieni sanno di già visto e Scars Above non riesce ad avere una sua identità chiaramente riconoscibile. Alcuni paesaggi e passaggi ci sono sembrati molto ispirati, altri completamente anonimi, anche in questo frangente sembra che sia mancato un po' di cuore (o di visione generale) nel design del prodotto.
Dal punto di vista tecnico dobbiamo dire che il motore di gioco si è comportato bene e che il titolo ha una resa accettabile anche su macchine non particolarmente potenti. Se avete una Steam Deck e volete giocarci sappiate che, al momento in cui scriviamo,
Scars Above non è compatibile con Steam Deck. Abbiamo incontrato qualche bug e qualche problema ma niente di realmente bloccante. Forse si poteva curare un po' di più l'intelligenza artificiale e le procedure di calcolo delle collisioni che ci sono sembrate abbastanza approssimative.
Buono il sonoro che fa la sua parte senza eccellere in modo particolare.