C'era una volta
C'era un tempo in cui i gli FPS non erano il solo benchmark utilizzato per mostrare i muscoli di una console, un tempo in cui i giochi di corsa non erano solo di Formula 1 o di corse clandestine. C'era un tempo in cui esisteva un sottogenere dei racing game dedicato alle corse futuristiche, un genere purtroppo caduto in disgrazia.
Redout, dell'Italianissima 34BigThings, riporta in auge questo glorioso genere che ha segnato la storia dei videogiochi con titoli del calibro di
Wipeout e
F-Zero e lo fa alla grande, con un titolo che ha ben poco da invidiare alle produzioni tripla A.
Redout riporta sui nostri monitor il feeling delle gare decise all'ultima curva tra power up ed esplosioni spettacolari, tra circuiti che passano dai vulcani alle città futuristiche,
Redout ci fa tornare un po' bambini ripensando ai pomeriggi passati davanti a Wipeout e patatine.
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Uno spettacolo per gli occhi
Redout, mosso dal blasonato
Unreal Engine 4, vi farà restare a bocca aperta, la velocità dell'azione, gli effetti particellari sapientemente utilizzati dal team di sviluppo rendono le atmosfere di gioco davvero fantastiche. Il gioco permette un'ottima scalabilità permettendo anche a PC non recentissimi di far girare il gioco con una
grafica spettacolare e un frame rate granitico. Abbiamo infatti visto pochissimi cali di frame rate e solo in situazioni decisamente concitate.
Le ambientazioni sono state preparate con cura anche se il numero di poligoni utilizzati non fa gridare al miracolo, se questo è servito ad avere una stabilità di frame rate e una fluidità come quella che abbiamo provato, il sacrificio è ben accetto.
Una nota di merito va agli effetti particellari, utilizzati con una maestria non comune, il loro utilizzo copre infatti alcune imperfezioni grafiche, ma anche in questo caso se dobbiamo valutare la visione d'insieme non si può che restare stupefatti dal lavoro fatto dai ragazzi di
34BigThings. Ottimo anche il level design e la direzione artistica che utilizza una palette cromatica dalle tinte pastello, un po' retrò e di sicuro effetto.
Sfrecciare a tutta velocità
Redout offre ai giocatori un ventaglio di modalità di gioco che non possono che fare la felicità di tutti, dalla modalità campagna, alla gara veloce, per passare dal multiplayer alle sfide proposte dal gioco.
Intraprendendo la modalità carriera avrete la possibilità di configurare i power up e le prestazioni del vostro veicolo gara dopo gara cn un sistema di level up abbastanza classico per il genere. Per passare alla sfida successiva dovrete necessariamente arrivare tra i primi 3, cosa non sempre semplicissima visto che
Redout non fa sconti, non è un gioco che "ti fa vincere" è un gioco dove l'esperienza conta più della classica "botta di culo" da ultima curva.
E' anche difficile che alle prime partite arriviate subito ai primi posti, imparare a dosare l'utilizzo del freno, dei power up e del turbo è fondamentale per la vittoria.
Il veicolo ha due parametri che dovrete sempre tenere sott'occhio: lo stato di salute del veicolo e la barra del turbo. Facendo incidenti o "raschiando" l'asfalto il vostro veicolo subirà dei danni, una volta che la barra sarà terminata il mezzo esploderà con conseguente perdita di tempo e posizioni nella gara. La barra del turbo invece vi permetterà di spingere il vostro veicolo oltre la velocità massima, l'uso sapiente del turbo è un'altra delle caratteristiche che dovrete imparare a padroneggiare per portare a casa la gara. Entrambe le barre si rigenerano durante la gara.
Di carne al fuoco ce n'è
Anche dal punto di vista delle cose da fare, delle modalità, delle vetture e delle ambientazioni
Redout non delude. Il titolo propone infatti una carriera con più di 75 eventi, 20 tracciati divisi in 4 differenti ambientazioni, 6 Team e 4 classi di veicoli ad altissime prestazioni. Oltre a tutto questo ben di Dio avrete la possibilità di gareggiare in corse online fino a 12 giocatori, potrete potenziare il vostro veicolo scegliendo tra 10 power up divisi tra attivi e passivi.
Insomma, per essere un gioco indipendente non si fa mancare nulla, è un titolo che non teme confronti con prodotti tripla A anche dal punto di vista di quantità di contenuti proposti.