A volte ritornano... e per fortuna
Mettetevi comodi, oggi parliamo di una remastered di un titolo che ha rapito ben più di un cuore alla sua uscita: stiamo parlando di ben dodici (12) anni fa e di
Puzzle Quest che hai giorni nostri torna su
Switch col nome di
Puzzle Quest: The Legend Returns. Il titolo di
D3 proponeva ai tempi una formula ludica decisamente nuova per il suo tempo unendo le classiche meccaniche dei puzzle 3-match con la progressione RPG che tanto piace (e piaceva) a grandi e piccini. Siete pronti a scoprire come se la cava un titolo con dodici anni sul groppone ai giorni nostri? Bene! Allora seguiteci nella nostra
recensione di Puzzle Quest: The Legend Returns.
La trama di Puzzle Quest: The Legend Returns
Bello poter parlare di trama e storia in un puzzle game vero? Certo, ultimamente molti puzzle game presentano anche una storia più o meno interessante ma fino a qualche anno fa (e qui stiamo parlando di oltre un decennio fa, ricordiamocelo) questa pratica era decisamente più rara.
Puzzle Quest da questo punto di vista arrivò quasi come un fulmine a ciel sereno proponendo un titolo che ibridava RPG e meccaniche
match-3 (che hai tempi erano dominate da
Bejeweled) e insieme alla crescita del personaggio tipico dei GDR si trovava anche la componente narrativa.
La trama di
Puzzle Quest: The Legend Returns si svolte nel regno di
Etheria, un mondo immaginario ti stampo medievale che sta vivendo (almeno fino all'inizio della nostra avventura) un periodo abbastanza tranquillo dove le guerre tra luce e oscurità sono ormai un lontano passato. Ma qualcosa sta cambiando e venti di tempesta cominciano a soffiare da quelle zone dove un tempo il signore oscuro cercò di invadere il regno. Noi prendiamo il posto del classico eroe di turno e all'inizio dell'avventura veniamo chiamati a recapitare un importante messaggio circa l'apparizione di mostri che non si vedevano da diverso tempo. Inutile dire che il nostro eroe viene preso d'assalto nel bel mezzo della foresta e, prese le dovute bastonate, torniamo al castello e li scopriamo che in realtà erano state inviate due pattuglie e quella vera, col messaggio originale è arrivata sana e salva. Da qui in avanti la situazione degenera e noi ci troviamo nel bel mezzo dell'occhio del ciclone con il salvataggio del regno che grava sulle nostre spalle.
Inutile dire che la trama (pur con qualche colpo di scena ben sistemato) non brilla certo per originalità ma il racconto messo in pista dagli sviluppatori riesce a tenere alto l'interesse del titolo fino ai titoli di coda.
Il gameplay di Puzzle Quest: The Legend Returns
L'abbiamo già scritto sopra e torniamo a scriverlo ora perchè è proprio qui che
Puzzle Quest: The Legend Returns ha segnato il distacco tra i classici
match-3 e il titolo stesso: il gameplay. Gli sviluppatori hanno infatti avuto la brillante idea di ibridare le meccaniche più classiche dei match-3 con un sistema RPG ben rodato e non solo nella crescita del personaggio ma anche nelle meccaniche più strettamente "in-game" del gioco vero e proprio. Ecco quindi che trovare le combinazioni di tre o più elementi non diventa solo un mero esercizio di stile volto al raggiungimento di un punteggio più alto del precedente ma una vera e proprio opportunità per pianificare l'incontro (e quindi il combattimento) con l'avversario di turno. Si perchè per ogni combinazione di gemme il nostro eroe recupererà del mana con cui potrà lanciare magie (o abilità speciali) contro l'avversario. Alcune combinazioni permettono invece di ottenere esperienza, altre ancora monete ed altre infliggono danni diretti. Inutile dire che, per finire lo scontro, uno dei due deve morire (molto meglio se a perire è il nostro avversario); anche da questo punto di vista è interessante come gli sviluppatori siano stati in grado di trasformare un semplice "un livello dopo l'altro" in una catena di eventi e di "round" con cui confrontarsi in modo non lineare e con una difficoltà crescente ben calibrata.
Ma cosa c'è oltre il classico scontro in match-3? Beh, tanto per iniziare, una mappa di gioco molto vasta (e divisa in varie regioni a temi diversi) ci permette di scegliere quale sarà il nostro prossimo sfidante ma non solo, è proprio grazie a questa mappa, ai suoi nuovi territori, ai forti ecc che l'avventura proseguirà lungo le linee prestabilite. Un sistema di quest semplice ma convincente permette al giocatore di avere sempre qualcosa da fare durante le partite e grazie alle sub-quest si ha sempre modo di livellare ed eventualmente potenziarsi per poter essere in grado di affrontare con maggior vigore le sfide più ostiche.
La componente RPG però non si esaurisce solo nella mappa di gioco e nella trama che il nostro eroe seguirà ma anche nella scelta della classe iniziale del nostro personaggio: ad inizio partita saremo infatti chiamati a scegliere che classe adottare (e per la cronaca questa nuova versione vede anche l'arrivo di cinque nuove classi: monaco, sacerdote, mago sanguinario, paladino ed elementalista oltre a quelle già presenti). Ogni classe ha le proprie caratteristiche tipiche e offre al giocatore un approccio al combattimento differente.
E potevano mancare in una edizione remastered le varie espansioni uscite fino ad ora? Certo che no, ma gli sviluppatori hanno voluto far di più stavolta aggiungendo una campagna nuova di pacca chiamata
Attack of the Golem Lord!). In
Puzzle Quest: The Legend Returns troviamo infatti, oltre alla trama principale, anche le espansioni
Challenge of the Warlords e
Revenge of the Plague Lord. Infine il titolo è localizzato in italiano e anche i non anglofoni non avranno alcun problema nel comprendere ogni singolo tratto della trama o scritta a video (anche perchè la traduzione è realizzata discretamente bene).
L'arte e la tecnica di Puzzle Quest: The Legend Returns
Ed eccoci infine a parlare della parte che ha subito meno variazioni rispetto all'originale: il comparto tecnico. Dal punto di vista artistico il titolo non è particolarmente ispirato,
Puzzle Quest: The Legend Returns si rifà infatti in gran parte ai canoni del fantasy più classico senza smuovere chissà che novità dal punto di vista creativo ma c'è da dire che il tratto utilizzato è sempre pulito e le scelte cromatiche o artistiche non cozzano. Sul fronte tecnico invece è possibile notare una maggiore pulizia grafica e
Puzzle Quest giocato su
Nintendo Switch risulta estremamente godibile.
Anche il comparto audio risulta piacevole sia per la soundtrack che per gli effetti sonori e ambientali utilizzati nell'avventura. L'unica pecca (che potrebbe non essere però un grosso problema) è abituarsi ai comandi col pad, molto meglio la modalità touch: motivo per cui il nostro consiglio è quello di giocarlo in modalità handled.