Torniamo a Golarion
Eccoci a parlare nuovamente di giochi di ruolo e non di un GDR qualunque ma del seguito di un titolo di che abbiamo già trattato su queste pagine: stiamo parlando di
Pathfinder: The Wrath of the Righteous. Se volete saperne di più sull'universo creato da
Paizo vi invitiamo a leggere la nostra
recensione di Pathfinder: Kingmaker dove analizzavamo il titolo nella sua versione definitiva per
XBOX One. Bene, cultori dei GDR classici non vi resta che rimboccare le maniche e seguirci nella nostra
recensione di Pathfinder: The Wrath of the Righteous per XBOX One.
La trama di Pathfinder: The Wrath of the Righteous
Da dove possiamo mai partire quando si parla di un gioco di ruolo se non dalla sua
trama? Ecco, ve lo anticipiamo subito: se state cercando un GDR con un trama sopraffina dobbiamo dirvi che, purtroppo,
Pathfinder: The Wrath of the Righteous da questo punto di vista non brilla particolarmente. Fermi, fermi questo non vuol dire che il titolo sviluppato da
Owlcat Games non si cura della componente narrativa ne tantomeno che l'universo di gioco sia poco interessante, anzi tutt'altro, è che la main quest non ha quel mordente che abbiamo trovato in
Pathfinder: Kingmaker o in altri GDR dello stesso calibro. Tutto questo discorso non toglie una virgola sull'epicità della trama e del racconto in se, ci è solo sembrata poco originale.
Pathfinder: The Wrath of the Righteous mette il giocatore (e il suo giocar di ruolo) al centro della scena, nel vero senso della parola. La narrazione è infatti soggiogata alle scelte del giocatore e allo scorrere degli eventi tant'è che, a fronte di una trama principale poco incisiva le quest secondarie si dimostrano profonde e molto interessanti. Il titolo di Owlcat Games tende a dare più peso ai personaggi, alle loro storie e a quello che gli capita più che raccontare la classica epopea dell'eroe che salva il mondo. Anche l'incipit non è dei più originali, la trama vede infatti il nostro eroe trovarsi nella città di
Kenabres proprio nel mezzo di un'invasione demoniaca ed è qui che si rende conto di avere un potere decisamente sovrannaturale: può assorbire l'essenza di reliquie intrise di magia. E vuoi che con questo potere non ti senta in dovere di andare fino in fondo per estirpare il male una volta per tutte? Ecco, la nostra avventura inizia proprio così.
Al netto dell'incipit un po' classico e del fatto che la trama non riesce mai a decollare, vedere come la storia si modifica in base alle nostre scelte è molto interessante. Anche la mole di contenuti è notevole e da questo punto di vista gli sviluppatori non si sono per nulla lasciati frenare. Peccato solo che
Pathfinder: The Wrath of the Righteous non sia localizzato in italiano e che per seguire le vicende sia necessaria una buona conoscenza della lingua inglese (questo potrebbe essere il pretesto per tornare sui libri!).
Il gameplay di Pathfinder: The Wrath of the Righteous
Quello che Pathfinder: The Wrath of the Righteous non è in grado di esprimere nella sua trama principale è però in grado di offrirlo sul fronte del gameplay: come abbiamo già scritto poco sopra il protagonista è il vero centro dell'esperienza di gioco. Quasi ogni scelta che il vostro personaggio farà nel corso della sua avventura influenzerà il mondo di gioco, il rapporto che avrà con i suoi alleati e con i personaggi che incontrerà sul suo cammino. Da questo punto di vista Pathfinder: The Wrath of the Righteous è molto raffinato, così come è molto raffinata la possibilità di personalizzazione: il titolo offre al giocatore la possibilità di scegliere tra 25 classi giocabili e considerate poi che di queste potrete a sbloccare i
Mythic Path che sono altri 20 livelli extra oltre quelli standard del titolo.
Pathfinder: The Wrath of the Righteous è un GDR duro e puro che farà la gioia dei puristi del genere.
Pathfinder: The Wrath of the Righteous permette al giocatore molte cose che alcuni giochi di ruolo non permettono consentendo, ad esempio, di maxare delle abilità in modo devastante tanto da andare, in alcuni casi, a sbilanciare l'esperienza di gioco. Certo, le varie aree sono pensate per essere affrontate con personaggi di determinati livelli ma alcune combinazioni sembrano studiate a tavolino per poter creare dei veri e propri super-personaggi. Questo sistema non deve però farvi pensare che il titolo diventi, ad un certo punto, facile o poco interessante: Pathfinder: The Wrath of the Righteous è un titolo che (rispetto a tanti altri giochi) risulta difficile e che obbliga il giocatore ad utilizzare cervello e tattica per uscire dalle situazioni più critiche.
Pathfinder: The Wrath of the Righteous utilizza le regole di Pathfinder, regole che sono mutuate da
Dungeons & Dragons edizione 3.5 un po' come avveniva in
Pathfinder: Kingmaker. Esattamente come nei GDR in stile Baldur's Gate anche qui avrete a che fare con un sistema di combattimento dove la pausa veste un ruolo fondamentale per pianificare le varie mosse e uscire dal combattimento a testa alta (o, se non altro, ancora tutti interi). Se siete appassionati dei puri combattimenti a turni potrete optare invece per quella modalità senza alcun tipo di problema. Non mancano le battaglie tra eserciti e torna anche la
componente gestionale del titolo che porta il giocatore su un piano di gameplay che va oltre il gioco di ruolo in se e per se. Pad alla mano
Pathfinder: The Wrath of the Righteous si fa giocare benissimo anche col joypad e non abbiamo incontrato problemi particolari durante le nostre partite su
XBOX One X.
L'arte e la tecnica di Pathfinder: The Wrath of the Righteous
Ed eccoci a parlare della
componente artistica e tecnica di Pathfinder: The Wrath of the Righteous: gli sviluppatori hanno fatto notevoli passi avanti rispetto a
Pathfinder: Kingmaker e ci si accorge delle migliorie fin dai primi minuti passati davanti allo schermo. Molto buona la direzione artistica che prosegue con quanto di positivo visto nel primo capitolo: il titolo è infatti molto fedele alle atmosfere del gioco di ruolo e ai suoi principali cardini. Abbiamo molto apprezzato diversi luoghi e, soprattutto, la caratterizzazione di molti personaggi (comprimari e non) che abbiamo incrociato sul nostro cammino.
Dal punto di vista tecnico si denota un miglioramento nell'utilizzo dello
Unity Engine: i modelli dei personaggi risultano più definiti e meglio animati e anche la resa degli ambienti è sensibilmente migliore rispetto al passato. Durante le nostre partite su XBOX One X non abbiamo riscontrato problemi di rallentamento o relativi al motore di gioco ma abbiamo invece notato, come è abbastanza normale che sia, diversi bug grandi e piccoli. Scriviamo "come è abbastanza normale che sia" perchè il titolo offre davvero innumerevoli possibilità e alcuni problemi è comune metterli in conto (una corposa patch dovrebbe già essere disponibile quando leggerete queste righe).
Buono anche il comparto audio, sia per quanto riguarda la parte di colonna sonora che degli effetti audio.