L'immenso mondo di Golarion
Oggi parliamo di un titolo che, sicuramente, non è adatto a tutti, parliamo di un
GDR vecchia scuola che ci ha riportato indietro di tanti, tanti anni: stiamo parlando di
Pathfinder: Kingmaker e più precisamente della sua definitive edition approdata da pochissimo anche su
XBOX One e
Playstation 4. Negli ultimi anni abbiamo visto molti GDR approdare su console (
Divinity: Original Sin 2 e
Pillars of Eternity II sono solo i primi che ci sono venuti in mente) e i risultati di questi porting ci sono sembrati molto soddisfacenti e, soprattutto, sono stati in grado di riscuotere un buon successo anche dai videogiocatori console. Oggi siamo quindi qui per parlarvi dell'ultimo (prestigioso) arrivo su
XBOX One e
Playstation 4 in ambito GDR: seguiteci nella nostra
recensione di Pathfinder: Kingmaker - Definitive Edition per XBOX One.
La trama di Pathfinder: Kingmaker - Definitive Edition
Prima di parlare della trama e dell'ambiente narrativo dove si svolgono le vicende di
Pathfinder: Kingmaker conviene fare un piccolo salto indietro per scoprire dove è nato il titolo sviluppato da
Owlcat Games. Pathfinder: Kingmaker è stato proposto al grande pubblico attraverso un Kickstarter tre anni fa, correva infatti l'anno 2017 quando gli sviluppatori russi di
Owlcat Games pubblicarono sulla popolare piattaforma di crowdfunding il loro progetto. Pathfinder: Kingmaker ottenne subito un clamoroso successo raccogliendo oltre 900.000 $, una cifra di tutto rispetto per un piccolo studio indipendente. Effettivamente le premesse per un capolavoro annunciato c'erano tutte: il titolo si basava appunto sul GDR cartaceo di
Paizo Publishing (chiamato Pathfinder) e basato sulle regole di
Dungeons & Dragons 3.5, insomma uno stile di gioco decisamente classico che hai più ricordò subito
Baldur's Gate. Pubblicato su PC ottenne un grande successo e
Deep Silver si impegnò per portare il titolo su
XBOX One e
Playstation 4, ed infatti eccolo qui nella sua Definitive Edition che contiene, oltre al gioco base, anche i 6 DLC rilasciati; 6 DLC decisamente corposi che aggiungono
oltre 40 ore di gioco alle 100 e passa del gioco base.
Partiamo subito con le buone notizie, la trama è stata scritta col supporto di
Chris Avellone (penna dietro alcuni dei più grandi GDR di tutti i tempi e, in tempi più recenti anche di giochi di altro genere come l'eccellente
Into the Breach) e, anche se ha un incipit molto semplice riesce in pochissimo tempo a cambiare le carte in tavola e a innestare nel giocatore quella voglia insaziabile di "saperne di più". Il giocatore si trova infatti molto presto vittima di un vortice di eventi che lo vedono, suo malgrado, partecipe e protagonista.
Pathfinder: Kingmaker inizia con la
regina di Restov che convoca il nostro protagonista (insieme ad altri eroi) per offrirgli una missione importante e molto pericolosa. Le
Stolen Lands sono sotto il controllo di un gruppo di briganti e chiunque riuscirà a liberare il territorio da quei malviventi ne potrà diventare a tutti gli effetti il Re. Non fatevi ingannare dall'incipit molto semplice e che sa di già visto perchè
Pathfinder: Kingmaker ci mette davvero poco a cambiare le carte in tavola e a trasformare quella che sembra una "semplice" missione in una vera e propria epopea che condurrà il protagonista per tutto il
regno di Golarion.
Non vogliamo spoilerarvi nulla ne, tantomeno, rovinarvi la sorpresa quindi vi lasciamo il piacere di scoprire cosa accade nel mondo di Golarion direttamente da voi, ci teniamo però a fare qualche piccola osservazione che potrà tornarvi molto utile: prima di tutto non preoccupatevi se non siete esperti conoscitori del mondo di Pathfinder, all'interno del gioco troverete infatti tonnellate di materiale per erudirvi in merito (grazie ad una efficace enciclopedia in-game), considerate poi che
Pathfinder: Kingmaker è un titolo che vi porterà via molto tempo (la sola main quest può durare tranquillamente oltre le 100 ore e i 6 DLC presenti nella
Definitive Edition vanno ad aggiungere più di 40 ore di contenuti aggiuntivi). Tenete poi presente che, purtroppo,
Pathfinder: Kingmaker non è localizzato in italiano (almeno per il momento) se quindi non conoscete abbastanza bene l'inglese rischierete di non comprendere a fondo tutto quello che sta succedendo intorno a voi (al momento in cui scriviamo però i ragazzi di
T.I.G.E.R. Team stanno lavorando ad una traduzione in italiano).
Il gameplay di Pathfinder: Kingmaker - Definitive Edition
Saltiamo i preliminari e arriviamo subito al sodo: abbiamo scritto poco sopra che
Pathfinder: Kingmaker è un vero e proproi GDR old school, un titolo che riporta alla memoria titoli del calibro di
Baldur's Gate e, più un generale, i GDR della mai troppo compianta
Black Isle Studio. E' proprio così, se state cercando un titolo action non è questo il posto giusto, Pathfinder è un GDR duro e puro che vi permetterà di giocare di ruolo nel vero senso della parola. Partiamo dal fatto che il nostro personaggio potrà avere a che fare con dodici compagni, ognuno completamente diverso dagli altri e che, sia narrativamente, che a livello di gameplay gli sviluppatori hanno fatto un ottimo lavoro per caratterizzarli al meglio. Ogni azione che compirete nel mondo di gioco avrà vere e proprie ripercussioni non solo sulla trama (che tra le altre cose potrà essere modificata anche da scelte prese attraverso storie parallele nei DLC) ma anche sul mondo di gioco.
Ovviamente portare un GDR isometrico su console non è stata una passeggiata di salute per
Owlcat Games e
Deep Silver, molte delle meccaniche tipiche di questo genere sono state pensate per essere utilizzate con mouse e tastiera e il pad, solitamente, non si presta molto bene a quel genere di interazioni. Per ovviare ai problemi di gameplay derivanti per l'appunto dall'utilizzo del pad gli sviluppatori hanno introdotto una modalità di combattimento a turni che consente al giocatore di pianificare con più attenzione le proprie mosse. Se da un punto di vista questo toglie sicuramente un po' di adrenalina al combattimento dall'altra consente di ridurre il gap tra velocità di puntamento col mouse o con l'analogico del pad.
Pathfinder: Kingmaker sfrutta infatti l'analogico per far muovere il cursore come se fosse un puntatore del mouse e l'effetto (soprattutto nelle prime battute) non è dei migliori, anche se poi ci si prende abbastanza rapidamente la mano.
La profondità del mondo di gioco e delle meccaniche che
Pathfinder: Kingmaker mette in campo è però imbarazzante (in senso positivo ovviamene), il titolo offre ai giocatori la scelta di
16 classi e
9 razze principali, come se non bastasse ogni classe permette di essere customizzata con ben tre archetipi differenti. Già da soli questi numeri vi danno un'idea di come possiate personalizzare il vostro alter-ego durante la creazione del personaggio. Come se questo non potesse bastare
Pathfinder: Kingmaker vi permette di prendere decisioni vitali per il futuro del regno e del vostro personaggio, decisioni che influenzeranno i vostri compagni e parte della trama. Il titolo mette anche nelle mani del giocatore un sistema di
creazione degli edifici, un sistema di gestione della diplomazia e molto altro ancora. Il rischio è di
perdersi letteralmente nel mondo di Golarion.
L'arte e la tecnica di Pathfinder: Kingmaker - Definitive Edition
La
direzione artistica di Pathfinder: Kingmaker segue le stesse regole del gameplay, il titolo di
Owlcat Games ha un look 'n feel molto classico con una visuale isometrica che ricorda immediatamente
Baldur's Gate e compagnia cantante. Sotto il comparto artistico non possiamo dire che gli sviluppatori abbiano dormito sugli allori: il mondo di Golarion è vario, enorme e ricco di ambientazioni differenti, tutte ottimamente caratterizzate. Anche se il titolo si rifà ad un fantasy medievale abbastanza classico
Pathfinder: Kingmaker riesce ad avere una propria personalità che lo distingue dalla massa.
Tecnicamente parlando non abbiamo niente da dire,
Pathfinder: Kingmaker - Definitive Edition gira perfettamente su XBOX One X (la console dove abbiamo giocato il titolo) e non presta il fianco a rallentamenti in alcuna situazione. Ottima la resa cromatica delle ambientazioni, buono il numero di poligoni che compongono gli ambienti e i personaggi, così come le animazioni e gli effetti speciali che animano le varie scene di combattimento.
Chiudiamo infine con un comparto audio degno di un titolo di questo spessore che accompagna il giocatore nelle partite senza mai essere troppo invasivo o fastidioso.