Pixel dopo pixel dopo pixel
Ah la pixel art, croce e delizia di moltissime produzioni indie, se per i nostalgici degli anni '90 è sempre una manna dal cielo vedere un titolo in pixel art, dall'altra è anche vero che non sempre il risultato finale è quello sperato. E' anche vero che si può fare una netta distinzione tra un utilizzo più moderno come avviene, ad esempio, in
Dead Cells oppure con un utilizzo più tradizionale come in
Crypt of the Necrodancer. Oggi parliamo di un titolo che scava ancora più a fondo, portandoci una vera e propria esperienza pixel art ad 8bit: stiamo parlando di
Panzer Paladin. Ultima fatica del team di sviluppo
Tribute Games, il titolo ci riporta davvero ai titoli del vecchio NES, ma ora bando alle ciance e buttiamoci a capofitto nella nostra
recensione di Panzer Paladin per Nintendo Switch.
La trama di Panzer Paladin
Panzer Paladin è un titolo, come abbiamo ampiamente scritto nella nostra introduzione, che guarda con profondo rispetto al passato videoludico e se questo è vero per la sua componente artistica lo è anche per la sua parte narrativa. La storia dietro
Panzer Paladin è molto semplice, il terribile
Ravenous ha deciso di invadere il mondo e per farlo ha dato fondo alla sua forza più terribile e brutale. Il malvagio villain ha infatti evocato tutti i più temibili demoni della mitologia, si va da
Medusa fino a
Baba Yaga (si la stessa presente anche in
Yaga che abbiamo recensito tempo fa) e un sacco di altri avversari provenienti dalle storie mitologiche di tutto il mondo.
Fortunatamente però ci siamo noi, a bordo del nostro super mech a ergerci come paladini (appunto) della razza umana. I mostri sono arrivati sulla Terra sotto forma di meteoriti e, ognuno di essi, cela il potere di un'arma oscura con la quale è pronto a seminare morte e distruzione.
Flame (la nostra eroina) e
Grit (il suo fidato mech) possono però cambiare le carte in tavola e spetta proprio a loro mettere fine alle mire di conquista di
Ravenous.
Dal punto di vista narrativo Panzer Paladin non ha molto da offrire, i vari livelli sono infatti introdotti da brevi sequenze animate (sempre e rigorosamente in 8bit) dove viene raccontata la storia che procede, in modo molto lineare, fino ai titoli di coda. Possiamo tranquillamente dire che la trama è un vero e proprio pretesto per gettarci nella mischia. Anche se la storia è molto semplice potrà essere seguita senza problemi anche da chi non conosce l'inglese visto che
Panzer Paladin è tradotto in italiano.
Il gameplay di Panzer Paladin
Fondamentalmente il
gameplay di Panzer Paladin è una lettera d'amore ai classici arcade dell'epoca degli 8 bit, il titolo di
Tribute Games attinge senza soluzione di continuità ad una serie di titoli che hanno fatto la storia del videogioco e non lo fa plagiando il gameplay o copiando spudoratamente, ma lo fa "a tributo" degli stessi. Inutile dire che il livello di difficoltà è leggermente sopra la media,
Panzer Paladin non vi permetterà troppi errori durante le partite e la barra della salute dei nostri protagonisti scende senza troppa clemenza sotto i colpi dei nostri avversari. Se dovessimo definire il genere di Panzer Paladin lo classificheremo come un platform in 2D molto, ma molto action, a scorrimento laterale.
In
Panzer Paladin siamo chiamati ad affrontare una serie di livelli dal design moooolto old school a bordo del nostro mech, o meglio, non solo a bordo del mech visto che possiamo in ogni momento lasciare
Grit e esplorare il livello (o la porzione di livello) con
Flame. Se la nostra eroina è, ovviamente, più agile e scattante del nostro fidato robot, è altrettanto vero che la sua resistenza fisica è sensibilmente inferiore, così come la sua capacità di far danno.
Flame è infatti armata di una sola frusta che le consente, più che altro, di raggiungere posti altrimenti inaccessibili e recuperare così dei preziosi oggetti.
A bordo del nostro mech invece le cose cambiano e la forza bruta del bestione è immediatamente percettibile soprattutto quando quest'ultimo impugna una delle sue possenti armi. All'interno dei livelli di gioco è infatti possibile recuperare una sequela di armi diverse per il nostro bestione, ognuna di queste armi ha caratteristiche diverse che le rendono più o meno utili nelle varie situazioni, abbiamo armi che hanno un range d'azione maggiore, altre che fanno più danno ed altre ancora particolarmente adatte agli scontri corpo a corpo. Scegliere l'arma giusta al momento giusto è una delle cose che dovrete imparare quanto prima per evitare di perire sotto i colpi degli avversari. Le armi hanno anche una caratteristica unica: non sono eterne, si rompono e quindi imparare ad utilizzare i buff sulle armi o usare le mosse speciali è fondamentale per sopravvivere nel mondo di
Panzer Paladin.
Pad alla mano (o meglio console alla mano visto che l'abbiamo giocato in modalità portatile su
Nintendo Switch) Panzer Paladin si comporta in maniera pressochè perfetta: i comandi di gioco son ben disposti e molto reattivi. Si vede che gli sviluppatori hanno prestato particolare attenzione ai comandi e alla loro ottimizzazione, non ci è mai capitato di sbagliare un salto, di incastrarci o di dover eseguire impossibili combinazioni di tasti per poter fare quello che volevamo.
Panzer Paladin è godurioso e divertente ma al contempo senza scrupoli: le boss fight in particolar modo metteranno a dura prova i vostri nervi è anche vero che, studiando i pattern di attacco le cose di fanno più semplici ma dovrete sempre e comunque prestare molta attenzione. Interessante infine, la possibilità di creare le proprie armi (si potete proprio disegnarle) e dare un vostro tocco personale al titolo.
L'arte e la tecnica di Panzer Paladin
Artisticamente parlando
Panzer Paladin sembra uscito da uno studio di sviluppo di trent'anni fa e questa non è una critica, anzi. La cura che i ragazzi di
Tribute Games hanno messo nel riproporre tutti gli stilemi di quel periodo è impressionante. Ogni singolo pixel è posizionato perfettamente, le scelte cromatiche, il contrasto e le ombre disegnate sono davvero eccezionali.
Sotto il profilo tecnico
Panzer Paladin non ha mostrato problemi di sorta durante le nostre partite su
Nintendo Switch. Il gioco scorre fluido dall'inizio alla fine e le animazioni dei protagonisti e dei personaggi principali sono eccellenti. Menzione d'onore va fatta per gli intermezzi tra un livello e l'altro, pura poesia ad 8 bit.
Buono infine anche il comparto sonoro che ben si sposa con l'intera produzione e che riesce a dare quel tocco retrò in più che tutti quanti ci aspettavamo.