Oltre il velo
Ricordiamo ancora con estrema chiarezza la prima volta che la piccola software house polacca presentò al mondo la sua prima fatica, quel
Painkiller che riuscì (pur senza stravolgere il genere degli FPS) a dimostrare la qualità del team di sviluppo. Di acqua ne è passata sotto i ponti e i vari
Gears of War: Judgment,
Bulletstorm e altre partecipazioni ad altri progetti (anche a
Fortnite sapete?) hanno dato ancora maggior lustro alla software house polacca. Oggi siamo qui per parlarvi della loro ultima fatica, quel
OUTRIDERS di cui tanto abbiamo parlato negli ultimi mesi, nato sotto l'ala protettrice di
Square Enix che si appresta oggi a buttarsi nel mondo dei looter shooter. Se volete sapere di più non vi resta che imbracciare il vostro fucile (virtuale) e seguirci nella nostra
recensione di OUTRIDERS per XBOX One.
La trama di OUTRIDERS
Iniziamo parlando della trama di
OUTRIDERS, sappiamo che i ragazzi di
People Can Fly hanno sempre dato più risalto al gameplay piuttosto che al comparto narrativo ma è altrettanto vero che, fin dalla sua presentazione, OUTRIDERS ha fatto capire ai videogiocatori che c'era da aspettarsi qualcosa in più anche sotto questo aspetto. Ecco, possiamo dire che le promesse sono state parzialmente mantenuto, ma andiamo con ordine e scopriamo insieme la storia del nostro arrivo su
Enoch. Non possiamo certo dire che i ragazzi di People Can Fly non si siano impegnati ma purtroppo il risultato finale non riesce ad eccellere come si vorrebbe (o magari come gli sforzi profusi meriterebbero).
OUTRIDERS inizia con un contesto narrativo abbastanza abusato: ormai la nostra cara Terra è allo stremo, è chiaro a tutti che il pianeta non ce la può più fare ad essere il paradiso naturale che era un tempo, l'uomo ha devastato tutto con guerre insensate e terribilmente devastanti, cambiamenti climatici e disastri naturali hanno fatto il resto. Per l'umanità non c'è altra soluzione se non quella di trasferirsi su un nuovo pianeta e, grazie ad un programma sperimentale, questo pianeta viene scoperto: si chiama Enoch e dista parecchi anni luce ma sembra essere davvero l'ultima speranza. E' così la missione inizia e un manipolo di uomini vengono inviati su Enoch, alla ricerca della terra promessa.
Il viaggio è lungo ma il sonno criogenico preserva l'equipaggio che, alla fine, arriva su Enoch, viene svegliato solo un piccolo gruppo di uomini: lo scopo è quello di fare delle prime verifiche e capire se il pianeta è davvero abitabile. Sembra tutto troppo bello per essere vero, Enoch sembra un vero paradiso, ruscelli, cascate e rigogliose foreste sono ovunque, le premesse per un nuovo strepitoso inizio ci sono tutte ma il sogno non è destinato a durare molto. Durante l'esplorazione infatti il nostro manipolo di eroi (possiamo definirli così) viene in contatto con una specie di muffa nera che intacca l'organismo e le vie respiratorie, a dare il colpo di grazia è poi una terribile tempesta magnetica che distrugge praticamente qualsiasi apparato tecnologico. Il gruppo ritorna sulla Flores (l'astronave madre) e, per cercare di proteggersi da tutto questo torna in uno stato di sonno criogenico per risvegliarsi trent'anni dopo, ma anche stavolta, non ci sono buone notizie...
Gli altri esseri umani presenti sulla Flores si sono risvegliati e, divisi in fazioni hanno cominciato a farsi guerra per contendersi le risorse di Enoch, la guerra è arrivata anche qui. A peggiorare le cose poi, ci si mette anche una strana forza che ha dotato alcuni uomini di poteri soprannaturali. Tra questi "mutanti" ci siamo anche noi (fortunatamente). Iniziamo così a cercare di ricostruire i cocci di una specie (quella umana) che sembra stia cercando, una volta per tutte, la via dell'estinzione. Questo è l'incipit della trama di
OUTRIDERS, trama che vi terrà incollati allo schermo per oltre trenta ore prima di arrivare ai titoli di coda. La storia è un continuo saliscendi di emozioni, se da una parte infatti la trama sa tanto di "già visto" e risulta poco originale, dall'altro quello che gli sviluppatori hanno messo in campo è decisamente opulento. I testi, i dettagli che animano il mondo di Enoch sono moltissimi e la lore costruita è impressionante. Gli sviluppatori hanno gettato delle ottime basi per un universo narrativo che può ancora dare molto ma che, ad oggi, è ostacolato da una trama con poco mordente.
Il gameplay di OUTRIDERS
Se la trama scricchiola un po' sotto il peso della banalità e dei continui clichè lo stesso non si può dire per il gameplay dove gli sviluppatori sembra abbiano concentrato (appieno) le proprie forze. Bastano davvero pochi minuti per iniziare ad intravedere il potenziale di OUTRIDERS ma serve qualche ora di gioco per apprenderne appieno le potenzialità. Non siamo di fronte ad uno sparatutto caciarone e "ignorante" come può essere stato
Bulletstorm o
Painkiller, no,
OUTRIDERS offre un sacco di possibilità in più rispetto ai due (comunque illustri) predecessori e mette a disposizione delle
meccaniche da third person shooter un ventaglio di possibilità che solo un action-RPG è in grado di offrire.
Bastano davvero pochi minuti per iniziare ad intravedere il potenziale di OUTRIDERS ma serve qualche ora di gioco per apprenderne appieno le potenzialità.
Iniziamo subito con la scelta della classe di appartenenza, OUTRIDERS ve ne mette a disposizione quattro:
Devastatore,
Piromante,
Mistificatore e
Tecnomante. Inutile dire che ognuna di esse ha caratteristiche uniche e proprie che vi permetteranno di approcciare il gameplay in modo personale e unico, inoltre alcune classi si prestano meglio al gioco in cooperativa (OUTRIDERS offre un sistema di multiplayer in co-op che farà la gioia degli amanti del genere). Se siete appassionati di combattimenti corpo a corpo troverete nel Devastatore la vostra classe ideale, se invece preferiti degli scontri a medio raggio il Piromante con la sua capacità di controllare il fuoco farà sicuramente la vostra felicità. Preferite nascondervi nell'ombra e cogliere i vostri avversari di sorpresa? Il Mistificatore è la classe che fa per voi, se invece siete un giocatore da supporto allora il Tecnomante vi garantirà tutte le skill necessarie per fare al meglio il vostro lavoro.
Maestoso poi il sistema di crescita del personaggio che viene mutuato da quello presente nei giochi di ruolo classici: completando le missioni ed eliminando gli avversari guadagnerete esperienza che potrete investire in un albero di abilità e di crescita del personaggio davvero sterminato. Questo sistema vi consentirà di personalizzare a vostro piacimento il vostro alter ego e forgiarlo come meglio credete. Il level cap è fissato al livello 30 ma, grazie ad una sorta di world tendency sarete in grado di imbracciare armi ed equipaggiamento che andranno ben oltre il livello 30.
Prima di fare due parole proprio su questo nuovo sistema di livellamento del mondo di gioco, ci teniamo a farvi presente un'altra chicca del sistema di combattimento: la rigenerazione della salute. Se volete stare il più possibile sul campo di battaglia è bene che impariate presto la meccanica di rigenerazione della salute: a seconda della classe di appartenenza scelta infatti potrete
acquisire dei bonus salute in base alle azioni che andrete a compiere. In modo più diretto: più colpirete ed abbatterete gli avversari più la barra della salute si rigenererà rapidamente. Capite bene che questo sistema rende gli scontri sempre molto rapidi e frenetici, stare fermi a ragionare troppo rischia di mettervi in una condizione di difficoltà, affrontare direttamente gli avversari vi espone invece a rischi sicuramente maggiori ma con benefici che possono essere molto interessanti sotto il profilo della vitalità.
La meccanica che più ci ha colpito è però quella relativa al Livello del Mondo. In poche parole il livello del mondo funge da regolatore della difficoltà e durante la campagna principale permette di adattare la difficoltà di gioco alle effettive capacità del giocatore. Il meglio però arriva nell'endgame, è qui che infatti il Livello del Mondo permette al giocatore di avere dei drop molto più prestigiosi (e potenti). Questo sistema riesce a tenere incollato il giocatore allo schermo per tantissimo tempo e riesce appieno a sposare la filosofia dei looter shooter.
L'arte e la tecnica di OUTRIDERS
Parliamo ora di direzione artistica e di vera e propria "forza bruta" del motore di gioco: inutile girarci tanto attorno,
OUTRIDERS è un titolo cross gen e soffre di tutti i problemi che questo genere di produzioni hanno. Abbiamo molto apprezzato la direzione artistica del progetto, OUTRIDERS è immediatamente riconoscibile e il mondo di Enoch è originale, denso e ricco di dettagli: da questo punto di vista i ragazzi di People Can Fly hanno gettato le basi per un vero e proprio universo narrativo. Ottimo anche il design delle armi e dei personaggi, il tutto ha un tono di "epico" perfettamente riuscito.
Sotto il profilo tecnico invece la nostra opinione è un po' altalenante: se da una parte siamo rimasti soddisfatti delle performance durante le nostre partite su
XBOX One X, dall'altra parte è innegabile che il titolo di Square Enix non frutta a dovere le caratteristiche delle console di nuova generazione. Anche i tempi di caricamento ci hanno lasciato un po' con l'amaro in bocca mentre siamo soddisfatti del frame rate generale e dell'ottima risposta del sistema di controllo.
Buona anche la componente sonora, dalla soundtrack fino alle campionature degli effetti speciali OUTRIDERS non delude.