Di antichi dei e profondità marine
Abbiamo più volte recensito titoli ambientati nell'universo creato da Lovecraft, in alcuni casi chiaramente ispirati all'opera dello scrittore, in altri invece solo con alcuni punti in comune. Oggi parliamo di un titolo che, dopo essere approdato su PC, arriva anche su console con una serie di ritocchi e modifiche: stiamo parlando di
Outbuddies DX titolo sviluppato da
Julian Laufer e pubblicato da
Headup. Siete ansiosi di sapere come ce la siamo cavata nei labirintici ambienti sottomarini di Bathlam? Allora seguiteci nella nostra
recensione di Outbuddies DX per Nintendo Switch.
La trama di Outbuddies DX
Outbuddies DX è un metroidvania di stampo abbastanza classico, come spesso accade nel genere la trama del titolo non viene completamente svelata al giocatore ma, passo dopo passo, ambiente dopo ambiente è possibile ricostruire le vicende accadute secoli prima e, di riflesso, quello che il nostro protagonista sta vivendo.
Outbuddies DX vede come protagonista
Nikolay Bernstein un archeologo che dopo un terribile naufragio si ritrova in compagnia di un essere decisamente particolare nelle rovine di
Bathlam una fortezza costruita da antichi dei.
Ma perchè nell'introduzione accennavamo a
Lovecraft e alle sue opere? Beh perchè
Outbuddies DX pur non rifacendosi direttamente a quel filone narrativo prende diversi spunti dai testi dello scrittore americano, dalle ambientazioni nate dalla sua penna e dall'atmosfera generale che, protagonista e giocatore, vivono in continuazione.
Outbuddies DX non vuole raccontare una storia in modo diretto al giocatore ma, come in un capitolo della serie
Dark Souls preferisce fare in modo che sia il mondo di gioco, l'ambiente stesso a raccontarsi tramite messaggi, il ritrovamento di reperti ecc. In poche parole l'opera di
Julian Laufer non sgrana in faccia al giocatore una trama chiara e immediatamente comprensibile, vuole invece far immergere il giocatore in un mondo e farglielo scoprire passo dopo passo.
Ad ogni modo il nostro povero geologo e il suo compagno (una specie di automa che troviamo di fianco a noi al nostro risveglio) devono tornare in superficie e per farlo dovranno esplorare a fondo la fortezza di Bathlam e scoprire i suoi più nascosti segreti. Purtroppo, se non masticate la lingua inglese, dovrete munirvi di dizionario perchè
Outbuddies DX non è localizzato in italiano.
Il gameplay di Outbuddies DX
Outbuddies DX è un metroidvania vecchio stampo, chiaramente ispirato alle origini del genere, questo però non ha impedito a
Julian Laufer di aggiungere degli elementi più al passo con i tempi e vari. Partiamo dal presupposto che in
Outbuddies DX non abbiamo solo il controllo di
Nikolay Bernstein ma anche del suo piccolo aiutante: imparare ad utilizzare le caratteristiche peculiari di entrambi i protagonisti (oppure passare il joycon ad un amico e affidargli il controllo del nostro compagno) per avanzare senza lasciarci le penne all'interno della fortezza. Come ogni
metroidvania che si rispetti anche Outbuddies vi obbligherà a tornare sui vostri passi per avanzare in luoghi fino a poche ore prima impensabili da raggiungere.
Giocare ad
Outbuddies DX è un rollercoaster di emozioni, da una parte l'esplorazione di
Bathlam è interessante e le varie aree che si aprono sono sempre molto interessanti e caratterizzate, ricche di segreti da scoprire e, per certi versi, siamo anche chiamati ad utilizzare la nostra materia grigia per risolvere gli enigmi ambientali che ci vengono proposti grazie all'azione combinata di Nikolay e del suo aiutante. Di contro però il sistema di controllo del titolo ci è sembrato inspiegabilmente macchinoso, il passaggio da un personaggio all'altro è stato deputato alla levetta destra e ci è capitato più volte di cambiare personaggio anche quando non avremo voluto con conseguenze non sempre piacevoli.
Il problema di
Outbuddies DX risiede proprio quando si impugna il pad e si comincia ad esplorare le rovine della roccaforte sommersa, ed è un vero peccato. E' un peccato perchè il mondo di gioco invoglia il giocatore a continuare ad esplorare, a cercare i vari elementi che consentono l'avanzamento nei livelli attraverso il variegato mondo di gioco. Se giocato in cooperativa, demandando il controllo del nostro compagno ad un amico, la situazione migliora visto che possiamo concentrarci su quello che effettivamente dobbiamo fare senza necessariamente incastrarci nel sistema di controllo.
L'arte e la tecnica di Outbuddies DX
E sotto il profilo artistico e tecnico come se la cava
Outbuddies DX? Beh partiamo dal presupposto che tutto quello che vedete muoversi sullo schermo è stato creato da una sola persona:
Julian Laufer e che il budget per la realizzazione del titolo non era certo milionario. Una piccola campagna Kickstarter ha aiutato il gioco ad arrivare sugli scaffali digitali ma è chiaro che Julian ha dovuto prendere una serie di decisioni e sacrificare irrimediabilmente qualcosa sull'altare del budget e delle risorse da allocare.
Detto questo sotto il profilo artistico
Outbuddies DX ha saputo catturare la nostra attenzione, le atmosfere claustrofobiche, gli ambienti di ispirazione lovecraftiana e il mondo di gioco che scopre le sue carte passo dopo passo sono stati in grado di tenere sempre alta la nostra attenzione. Anche il design super-deformed del protagonista ha una sua logica nel titolo e stempera le atmosfere tetre senza fargli perdere un briciolo della loro caratterizzazione.
Dal punto di vista tecnico non abbiamo molto da dire, la pixel art di
Outbuddies DX è molto buona, classica ma estremamente efficace nella realizzazione degli ambienti di gioco. Durante le nostre partite su
Nintendo Switch non abbiamo mai notato rallentamenti o problemi vari, buona anche la colonna sonora e gli effetti audio che aiutano a creare l'atmosfera.