La classe non è acqua
Negli ultimi anni sono stati parecchi i titoli che hanno fatto, più o meno velatamente, riferimento agli anni 80. D'altra parte è anche abbastanza normale, gli anni delle luci al neon, della musica synthwave, dei colori sgargianti, l'avvento della televisione; gli anni della presa di coscienza di un mondo che cambiava, che mutava e che "correva verso il futuro". Parti di quel futuro lo si intravedeva anche in quel media nato da pochissimo: il
videogioco. D'altra parte chi scrive ha passato di molto i trent'anni e ha vissuto quegli anni con gli occhi di chi guardava al videogioco come una vera e propria rivoluzione. E sono anche gli anni che
Eduardo Fornieles e
Studio Koba hanno voluto omaggiare col titolo di cui parliamo oggi:
Narita Boy. Nato da una campagna di successo su Kickstarter e successivamente finito sotto l'ala protettrice di
Team17 (publisher che ha un occhio particolarmente attento ai piccoli capolavori della scena indie) il titolo è finalmente disponibile su PC e console e noi siamo qui a parlarvi proprio di questo, seguiteci quindi nella nostra
recensione di Narita Boy per Nintendo Switch.
La trama di Narita Boy
Iniziamo come al solito parlando della
trama di Narita Boy e a riguardo dobbiamo fare subito una piccola ma fondamentale premessa: se è vero che il titolo è un action platform di stampo abbastanza classico, è altrettanto vero che la mano autoriale del team di sviluppo si vede in tutti gli aspetti della produzione: dalla trama fino alle meccaniche di gameplay. Oggi vi racconteremo l'incipit narrativo di
Narita Boy che, per certi versi, è quasi una trasposizione virtuale della vera vita di
Eduardo Fornieles (o meglio, possiamo dire che tra la vita del designer e quella del protagonista del titolo ci sono vari punti in comune).
Tutto nasce con un programmatore e più precisamente il più grande programmatore di tutti i tempi:
The Creator. Spetta quindi a noi, uno come tanti (o forse no?) l'arduo compito di riportare la pace nel Digital Kingdom. Il ritorno di Him (che ha messo fuori gioco The Creator) ha però attivato il protocollo Narita Boy ed è così che, con un salto fisico/digitale ci ritroviamo in quel mondo che tanto abbiamo apprezzato da videogiocatori. Ora il nostro scopo è quello di trovare la
Techno-sword e ripristinare la memoria di The Creator per riportare il tutto alla normalità.
Nei dodici capitoli che compongono il titolo di Koba Studio avremo modo di svelare la vita del programmatore supremo, di scoprire le sue origini e le sue paure, le sue forze e le sue debolezze e, livello dopo livello, ci immedesimeremo sempre di più in lui. La
narrazione di Narita Boy procede spedita durante il gioco e, seppur a volte rischia di incartarsi su se stessa è sempre interessante e mostra un lato umano inaspettato. Per poter godere a pieno della trama però dovete armarvi di un dizionario d'inglese nel caso non siate pratici della lingua d'Albione perchè purtroppo
Narita Boy non è localizzato in italiano.
Il gameplay di Narita Boy
Ma pad alla mano, come si comporta
Narita Boy? Beh anche sotto questo punto di vista i ragazzi di Koba Studio hanno fatto un lavoro eccellente. A voler dare una definizione semplicistica (ma comunque veritiera) del titolo possiamo definirlo come:
action platform con elementi da metroidvania. Già da questa prima definizione però possiamo dire che, a differenza di titoli basati proprio sulle meccaniche da metroidvania più strette, Narita Boy non centra il suo gameplay su questa componente. Certo, in alcuni casi è chiesto al giocatore di tornare sui propri passi e intraprendere una strada che prima sembrava preclusa ma questa meccanica fa più da riempitivo tra un livello e l'altro che non da chiave di volta dell'intera esperienza.
Narita Boy riesce a fondere meccaniche di gameplay semplici e differenti in un unico prodotto con un risultato estremamente bilanciato.
Lo stesso non si può invece dire del sistema di combattimento che abbiamo trovato centrato e molto ben bilanciato. Già nelle prime fasi della nostra avventura entreremo in possesso della Techno-sword e questa ci permetterà di difenderci dagli avversari e di sentirci, decisamente, più protetti. La
Techno-sword fa un po' le veci della spada di Link e del famoso
"It's dangerous to go alone! Take this." quasi si voglia offrire al giocatore un elemento che lo accompagnerà fino alla fine e con la quale crescerà di potenza e forza. Durante l'avventura il nostro eroe ha modo di apprendere nuove tecniche che lo renderanno molto più pericoloso e mortale. Avanzando nel gioco le meccaniche del combat system si stratificano utilizzando i poteri della Trichroma Sword che, proprio grazie i suoi tre colori (e domini) sarà in grado di essere molto più efficace contro particolari tipi di avversari. In poche parole, per portarvi a casa la pelle, dovete imparare ad utilizzare al meglio i vari attacchi e a concatenarli, col giusto tempismo, per sbaragliare i numerosi avversari.
Giocare a Narita Boy è divertente e appagante e, una volta presa confidenza col sistema di controllo, il divertimento aumenta ancora di molto. È proprio il sistema di controllo che però rischia di infastidire i più, appena avrete a che fare col vostro super-eroe vi renderete conto di come quest'ultimo tenda a "slittare" e all'inizio abbiamo trovato un po' problematico questo tipo di risposta agli input. Certo, dopo qualche tempo diventa tutto abbastanza naturale ma all'inizio è stato un po' snervante. Abbiamo trovato invece molto ben posizionati i controlli e durante le nostre partite su Nintendo Switch siamo sempre stati in grado di giocare senza intoppi (anche e soprattutto in modalità portatile).
L'arte e la tecnica di Narita Boy
Se c'è un elemento che più di qualunque altro ci ha colpito della produzione questo è da ricercare nella
direzione artistica. Abbiamo trovato lo studio artistico dietro la produzione decisamente fuori parametro. Narita Boy è originale, dannatamente affascinante e trasuda carisma da ogni poro. Abbiamo notato fin da subito le somiglianze stilistiche con
Superbrothers: Sword & Sworcery EP (se non l'avete ancora fatto leggetevi la nostra
recensione di Superbrothers: Sword & Sworcery EP per Nintendo Switch) e questo è un gran bene perchè abbiamo adorato la direzione intrapresa dal team dei ragazzi di
Capybara Games. Tutto, dall'uso dei colori, all'effetto tubo catodico, fino alle animazioni (oltre 20'000 disegnate a mano) rendono Narita Boy un piccolo capolavoro d'arte videoludica, una pixel art decisamente fuori parametro ed un contesto artistico che si fonde perfettamente con quello ludico e narrativo.
Narita Boy scorre fluido su Nintendo Switch e durante le nostre partite non siamo mai incappati in problemi bloccanti o malfunzionamenti che minassero l'esperienza di gioco. Anche se era abbastanza lecito aspettarselo (visto che le richieste hardware non sono propriamente esose) è sempre importante sottolineare come una sensazione di gioco fluida e senza intoppi sia fondamentale per poter far realmente apprezzare un titolo.
Ottime notizie anche sul fronte audio, la colonna sonora è perfetta per il titolo e si sposa magistralmente con tutta la produzione. Giusto per farvi capire quanto è stata apprezzata la colonna sonora vi basti sapere che è finita direttamente nella nostra libreria di Apple Music.