I nati tra gli anni '70 e '80 sicuramente ricorderanno i cartoni animati di quel periodo, oltre all'enorme numero di cartoni animati giapponesi ce ne erano alcuni di produzione occidentale, alcuni dei quali sono diventati davvero dei veri e propri pilastri. Tra questi quello che ci è rimasto più impresso è sicuramente He-Man and The Masters of the Universe (da cui hanno fatto anche un film di cui vi sconsigliamo la visione, davvero fatelo per i bei ricordi che avete del cartone ndr.) ed è proprio questo cartone quello che ci è venuto in mente quando abbiamo visto per la prima volta un video di Mythforce. Il titolo di cui parliamo oggi è stato sviluppato dai ragazzi di Beamdog e pubblicato da Aspyr (che ringraziamo per averci fornito un codice per recensire il prodotto) e ricalca marcatamente le atmosfere e lo stile dei cartoni animati detti del "Saturday Morning Cartoon". Se siete pronti a provare un pizzico di nostalgia? Si? Allora seguiteci nella recensione di Mythforce per PC (giocato su Steam Deck).
La trama di MythForce
Partiamo dal contesto narrativo di Mythforce perchè, se da una parte la tipologia di gioco non si presta proprio ad una trama e una narrazione particolarmente impattante, dall'altra parte è evidente lo sforzo che lo studio di sviluppo ha messo nel cercare di proporre anche una componente single player legata alla narrazione (anche se il titolo è pensato più per essere giocato in cooperativa online piuttosto che in solitaria offline ndr.). Prima di raccontarvi delle premesse narrative del titolo ci teniamo a ricordarvi che Mythforce è tradotto in italiano e che quindi non faticherete a seguire le vicende a video (o a comprendere i vari power up) anche se non conoscete la lingua inglese.
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Non lo diciamo molto spesso ma vi invitiamo a guarda il video qui sopra prima di proseguire perchè, siamo sicuri, quel video vi aiuterà ad entrare nel giusto mood per continuare la lettura di questa recensione. Come potete vedere il video riprende tutti i tratti caratteristici dei cartoni animati occidentali degli anni '80: dalla canzone di sottofondo, agli effetti audio fino al tratto dei personaggi, alle animazioni e ai tipi di personaggi che si presentano a video (con forti stereotipi proprio legati all'universo di He-Man ndr.). Bene, ora che siamo tornati indietro di oltre trent'anni e che siamo tornai ai ricordi di pomeriggi con Billy e Girella alla mano passiamo a parlare della trama di Mythforce perchè il titolo di Beamdog propone una campagna che cerca di raccontare una storia.
Ci troviamo nell'immaginario Regno di Eldryth, un luogo particolare, un regno decisamente poco terrestre ma che sembra ancorato ad un'era decisamente fantasy (pur non sdegnando qualche elemento sci-fi, se non altro nello stile artistico e grafico) qua e la. Ovviamente, come nella quasi totalità dei giochi presenti sul mercato non siamo qui a raccontarvi che le cose vanno tremendamente bene e che stanno tutti vivendo il proprio "Per sempre felici e contenti" (Ciao Shrek, ci manchi! ndr.) e infatti Daedalus un malvagio signore dei vampiri sta mettendo a ferro e fuoco l'intero regno. Non potevano altresì mancare il classico manipolo di eroi senza macchia e senza paura che si ergono a difesa del regno e dei più deboli ed è proprio qui che entriamo in scena noi che possiamo decidere di interpretare uno dei quattro personaggi giocabili. Ogni personaggio rappresenta una classe e ogni personaggio ha caratteristiche uniche ma di questo vi parleremo nel paragrafo dedicato al gameplay. Sappiate che la campagna vi terrà impegnati per qualche ora con una trama che non riesce mai a risultare davvero convincente ma che fa da tramite ai vari livelli e vi prepara, di fatto, agli scontri in cooperativa con altri giocatori.
Il gameplay di MythForce
Per parlare del gameplay cominciamo col raccontarci cos'è Mythforce. Mythforce può essere considerato un roguelike in prima persona dove il giocatore è chiamato a passare per una serie di livelli generati proceduralmente in cui dovrà eliminare ogni minaccia dalla mappa per poter proseguire verso la missione successiva. Premettiamo che il titolo sa essere decisamente più divertente in cooperativa dove, in compagnia di un amico, le cose si fanno sicuramente più confusionarie ma altrettanto divertenti. Ad ogni modo, la prima cosa che dovrete fare è quella di scegliere il vostro alter ego e potete scegliere tra quattro personaggi che rappresentano, come scrivevano poco sopra, quattro differenti classi. Possiamo scegliere tra il classico paladino armato di mazza e scudo (qui rappresentato dalla bionda Victoria), oppure il rogue (Rico) che fa delle doppie lame la sua arma di distruzione passando per la maga Maggie che utilizza le arti arcane per sterminare gli avversari. No, non ci siamo dimenticati di Hawkins che rappresenta la classe ranged per eccellenza armato del suo fido arco arcano. Ovviamente in partita avrete modo di personalizzare i vostri personaggi nell'equipaggiamento e non solo.
Mythforce sembra guidato da ottime idee ma la realizzazione non riesce a dimostrarsi solida come ci saremo aspettati.
Diciamo che la prima volta che impugnerete il pad per affrontare una missione di Mythforce, al netto del personaggio che avrete scelto, vi sentirete un po' spaesati e quando scriviamo "un po' " intendiamo "davvero tanto". Sia ben inteso, una volta presa confidenza col sistema di controllo Mythforce risulta divertente e godibile ma è proprio il primo approccio che lascia un po' con l'amaro in bocca: i controlli sembrano legnosi, gli avversari arrivano da tutte le parti e schivare gli attacchi risulta tutto fuorchè facile... insomma i primi minuti sono stati abbastanza un casino. Partita dopo partita le cose migliorano e, forse anche grazie alle prime personalizzazioni si comincia a sentire una confidenza maggiore col gioco.
Dobbiamo dire di aver apprezzato le boss fight, spesso impegnative ma appaganti mentre abbiamo trovato il meccanismo di sopravvivenza ad oltranza di fine livello dove una serie praticamente infinita di avversari cerca di farti la pelle l'abbiamo trovata molto meno riuscita (è una specie di modalità orda dove ci è capitato di morire per piccoli errori). Man a mano che proseguirete potrete potenziare il vostro personaggio e Mythforce diventerà più gestibile, più godibile. Pad alla mano (abbiamo giocato a Mythforce su Steam Deck) una volta presa confidenza con i comandi il tutto risulta piuttosto godibile ma, come scrivevamo poco sopra, potrebbe volerci un po' di tempo per arrivare a sentirsi a proprio agio col sistema di controllo del gioco.
L'arte e la tecnica di MythForce
La direzione artistica è senza dubbio la componente più riuscita dell'intera produzione. Mythforce emana stile anni '80 da tutti i pori: dal design dei personaggi alle animazioni passando per gli ambienti di gioco fino alla colonna sonora e agli effetti audio. Abbiamo particolarmente apprezzato il tratto dei personaggi e abbiamo cercato di associare ognuno dei buoni (o dei cattivi) a dei personaggi visti nei cartoni di quegli anni. Peccato per gli ambienti di gioco che ci sono sembrati spesso spogli e poco dettagliati e, anche se in parte può essere giustificato proprio dallo stile dei cartoni di quegli anni, si poteva fare di più in quel frangente.
Dal punto di vista tecnico abbiamo avuto qualche problema a far girare con un frame rate decente Mythforce su Steam Deck. Abbiamo dovuto abbassare notevolmente il livello di dettagli e il frame rate è rimasto comunque abbastanza ballerino. Non abbiamo però riscontrato problemi di sorta e anche giocato sul piccolo schermo di Steam Deck la resa finale è buona. Ovviamente su uno schermo di quelle dimensioni il casino a video rischia di minare ulteriormente la leggibilità degli scontri ma quello è un problema collaterale del piccolo schermo.
Ottima la colonna sonora che sembra davvero uscita da un cartone degli anni '80 così come li effetti audio della produzione.
Giudicare Mythforce non è affatto semplice, da una parte il titolo di Beamdog e Aspyr soffre di evidenti difetti ma dall'altra è difficile non apprezzare lo stile unico del titolo e il suo carisma. Pad alla mano Mythforce risulta un po' troppo legnoso e non di facile comprensione almeno nelle prime partite. Con un po' di pazienza e di esperienza le cose diventano più semplici da gestire ma l'impatto col titolo non riesce ad essere dolce. Ottima invece la direzione artistica che tuffa il giocatore di colpo negli anni '80 con una grafica unica e assolutamente piacevole da vedere.