Traslocare, traslocare oh oh!
Abbiamo parlato pochi giorni fa di
Totally Reliable Delivery Service che ci faceva vestire i panni di un fattorino alle prese con la consegna di ogni genere di oggetto in giro per la città. Oggi invece impersoniamo un addetto ai traslochi in
Moving Out! Mettetevi il cappellino, la tuta di lavoro e seguiteci nella nostra
recensione di Moving Out per Nintendo Switch.
La trama di Moving Out
Partiamo col fare subito qualche precisazione:
Moving Out è un titlo che fa della sua componente cooperativa il vero e proprio asso nella manica e si concentra soprattutto sulla sua componente di gameplay che non su quella narrativa. Detto questo però il titolo di
SMG Studio e
Team17 mantiene un suo senso anche giocato in singolo e ha anche un incipit narrativo che vogliamo raccontarvi.
Siamo una giovane promessa (davvero si può parlare di giovani promesse nell'ambito dei traslochi) della più importante, valutata e quotata società di trasporti di tutta la città:
Smooth Moves. Eccoci quindi che, la prima cosa che il titolo ci chiede è quella di impersonare il nuovo addetto che riceverà subito il titolo di F.A.R.T. (si avete letto bene FART) che sta per
Furniture Arrangement & Relocation Technician e già dal titolo che ci viene appioppato e dalle facce dei personaggi che possiamo andare ad impersonare è chiaro a tutti il tiro della produzione.
Durante la partita vi verrà chiesto di effettuare traslochi in luoghi più disparati e folli e, un po' come avveniva in
Overcooked 2 i livelli più assurdi sono anche quelli più divertenti. Il bello di
Moving Out è che fin dalle prime battute invoglia il giocatore ad affrontare la partita in compagnia di un amico tanto più che la campagna è integrata nel multiplayer locale. Inutile dire che la trama non è certamente da Oscar ma riesce a tenere il giocatore attaccato allo schermo fino ai titoli di coda.
Il gameplay di Moving Out
Eccoci finalmente a parlare del
gameplay di Moving Out, del vero e proprio cuore pulsante della produzione. Il titolo purtroppo parte con una grossa limitazione a causa della situazione attuale: Moving Out infatti offre una componente multiplayer locale, da divano ed ora, con tutte le limitazioni di movimento del caso, il titolo potrebbe soffrire di qualche problema in più (in effetti i titoli multiplayer online invece stanno riscuotendo un ottimo successo proprio a causa del "blocco" delle persone di questi ultimi mesi).
Ad ogni modo
Moving Out fa di tutto per mettervi subito a proprio agio e la prima cosa che fa è quella di presentarvi un
piccolo (ma esaustivo) tutorial che vi consente di prendere immediatamente confidenza con i comandi di gioco e con quelle che sono le meccaniche che verranno poi esplose durante tutta la durata dell'avventura.
La sensazione pad alla mano è subito ottima, il proprio alter-ego si muove in modo perfetto e risponde ottimamente ai comandi impartiti. Fin dai primi secondi impugnando il
Nintendo Switch tra le mani ci siamo resi conto di come i comandi fossero immediati e semplici. Il tutorial ci insegna come prendere i pacchi o gli oggetti, come lasciarli e come lanciarli, come usare le proprie mani per colpire e come saltare, tutti elementi che vanno a comporre il gameplay vero e proprio.
In ogni missione siamo chiamati a svuotare case, aerei e a sbarazzarci di oggetti in posti sempre più fuori di testa (da questo punto di vista
Moving Out offre una varietà davvero importante di location e situazioni) in un tempo prestabilito. Molto più facile a dirsi che a farsi però visto che ogni oggetto ha un suo peso e sottostà alle leggi della fisica: sollevare un frigorifero è completamente diverso rispetto a sollevare un comodino ad esempio, così come potrete lanciare senza problemi un pallone dalla finestra per tirarlo direttamente nel camioncino mentre la stessa cosa con dei bicchieri di cristallo darebbe un risultato poco raccomandabile.
Moving Out si presta ottimamente al gioco in cooperativa, giocare con un familiare a
Moving Out è divertente e vedere due persone che si danno comandi assurdi mentre cercano di svuotare una casa nel minor tempo possibile è esilarante. Come molto spesso accade dei "cooperativi da divano" è più quello che si crea "fuori" dal gioco stesso che il gioco a rendere il tutto molto speciale. Infine vogliamo rassicurare i non-anglofoni:
Moving Out è localizzato in italiano e, per altro, con una buona traduzione.
L'arte e la tecnica di Moving Out
Sembra che i titoli pubblicati da
Team17 abbiano una marcia in più sotto il profilo della direzione artistica. Forse è solo una nostra impressione ma l'etichetta inglese ha questa caratteristica di sfornare titoli decisamente interessanti sotto questo profilo: pensate a
Blasphemous, oppure
Overcooked 2 piuttosto che
Yooka-Laylee ma potremmo continuare per ore e,
Moving Out, va esattamente nella stessa direzione.
Il titolo sfoggia un design low poly fresco e dai colori pastello rilassanti e delicati, una visione che riesce quasi "a rilassare" il giocatore. La cosa bella è che tutto questo relax poco si combina con il ritmo frenetico del gameplay che invece ci rende sempre sull'attenti in ogni singolo secondo di gioco.
Ottimo il lavoro svolto dai ragazzi di SMG Studio nella caratterizzazione dei personaggi così come nella creazione del mondo di gioco e della sua "lore" (se così possiamo definirla).
Dobbiamo dire di essere rimasti piacevolmente colpiti anche dalla componente tecnica che si è rivelata eccellente anche su
Nintendo Switch: il gioco gira infatti fluido e senza scatti anche nelle situazioni più concitate. E' vero che il mondo di gioco non è estremamente dettagliato e che la risoluzione è sicuramente scalata rispetto alle altre console ma vedere il tutto così fluido sul piccolo schermo di Switch è sempre un piacere. Molto bene anche la componente sonora che si presta degnamente al mondo di gioco e al suo mood.