Fatality non ti temo!
Mortal Kombat è una delle saghe più longeve e iconiche della storia dei videogiochi, conosciuta per il suo approccio brutale e violento ai combattimenti, che ha saputo tenere incollati allo schermo milioni di giocatori nel corso degli anni.
Mortal Kombat 1: Khaos Reigns si inserisce perfettamente in questo solco, rappresentando una sorta di reboot del franchise, ma con alcune novità che faranno felici sia i veterani che i nuovi arrivati. La violenza coreografata, i personaggi memorabili e una trama che si muove su binari epici sono gli elementi cardine che ci hanno accompagnato nel nostro ritorno nell’arena più sanguinosa del mondo videoludico. Grazie ad un codice di test ricevuto da Warner abbiamo avuto modo di mettere le mani su questa grande espansione ed oggi vogliamo raccontarvi il nostro punto di vista: mettetevi comodi, preparate i pop corn e seguiteci nella
recensione di Mortal Kombat 1: Khaos Reigns per PC (giocato su Steam Deck).
La trama di Mortal Kombat 1
La
trama di Mortal Kombat 1: Khaos Reigns si sviluppa attorno a una linea temporale che mescola il classico e il moderno, con i personaggi che i fan hanno amato per decenni, ma con una nuova profondità narrativa. La storia riparte con una sorta di reset del mondo, orchestrato da Liu Kang, che ora è il dio del fuoco e protettore del regno terrestre. Tuttavia, il caos non tarda a farsi avanti, con
Shang Tsung, il maestro della stregoneria oscura, che tenta nuovamente di distruggere l’ordine creato da
Liu Kang.
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L’intreccio narrativo si sviluppa attraverso una serie di eventi in cui i protagonisti si trovano a combattere per il destino dei regni, contro una forza oscura che minaccia di riportare il caos nell’intero universo. La
trama è intrigante e ricca di colpi di scena, con un cast di personaggi vecchi e nuovi che si intrecciano in modo sorprendente. Ogni combattente ha una motivazione forte e personale per entrare nell’arena, e questo rende ogni scontro ancora più appassionante. Il tutto è reso ancora più coinvolgente da una narrazione cinematografica, che alterna sapientemente momenti di pura adrenalina a scene più narrative.
Pur non rivelando troppo per evitare spoiler, possiamo dire che la storia di
Mortal Kombat 1: Khaos Reigns riesce a essere interessante e a tenere alta l’attenzione fino alla fine, anche se in alcuni momenti potrebbe risultare un po’ prevedibile per chi conosce bene la saga.
Il gioco è interamente localizzato in italiano, un’aggiunta che sicuramente facilita l’immersione per il pubblico nostrano.
Il gameplay di Mortal Kombat 1
Uno degli aspetti su cui
Mortal Kombat 1: Khaos Reigns punta maggiormente è il gameplay, e possiamo confermare che NetherRealm Studios ha fatto un lavoro eccellente nel bilanciare tradizione e innovazione. I combattimenti rimangono brutali e spettacolari come da tradizione, con le Fatality che continuano a rappresentare l’apice della violenza coreografata del titolo. I comandi sono reattivi e i combattimenti fluidi, rendendo ogni incontro una vera sfida sia per i veterani che per i nuovi arrivati.
Khaos Reigns (o Kaos Sovrano in italiano ndr.) non vuole rivoluzionare MK1, ma punta invece, ad aggiungere contenuti al titolo base
La novità principale introdotta in
Khaos Reigns è la
modalità Khaos Mode, che introduce un livello di casualità in ogni scontro. Durante un combattimento, eventi imprevedibili possono scatenarsi, modificando le dinamiche in modo radicale. Potreste vedere esplosioni che spazzano via metà dello scenario, portali dimensionali che teletrasportano i combattenti in aree diverse, o piogge di armi che cadono dal cielo. Questa modalità rende ogni scontro unico, aumentando il livello di sfida e richiedendo ai giocatori di adattarsi costantemente. (
Immaginate di dover riflettere a ogni mossa per evitare un improvviso crollo dello scenario ndr.).
Un altro punto di forza è la varietà di personaggi disponibili, ognuno con il proprio stile di combattimento e mosse speciali. Ritornano figure iconiche come
Sub-Zero,
Scorpion e
Raiden, ma troviamo anche nuovi combattenti che si inseriscono perfettamente nel roster. La personalizzazione delle mosse e delle abilità offre una profondità strategica che può fare la differenza tra la vittoria e la sconfitta. Nonostante queste innovazioni,
Mortal Kombat 1: Khaos Reigns mantiene le sue radici. Il sistema di combo è ancora presente, permettendo ai giocatori esperti di concatenare attacchi devastanti. La curva di apprendimento è ben calibrata, con un
tutorial che aiuta i novizi a prendere confidenza con le meccaniche di base, ma il vero potenziale si sblocca solo con la pratica e la dedizione.
L'arte e la tecnica di Mortal Kombat 1
Dal punto di vista visivo,
Mortal Kombat 1: Khaos Reigns è semplicemente straordinario. La
direzione artistica del gioco riesce a combinare perfettamente la tradizione con un tocco di modernità, creando ambientazioni cupe, ricche di dettagli e fortemente evocative. Gli scenari di combattimento sono vibranti e diversificati, con ambientazioni che spaziano da templi orientali immersi in una pioggia battente a caverne infernali con fiumi di lava. Ogni arena è un’opera d’arte a sé stante e contribuisce a rendere ogni combattimento visivamente spettacolare.
Dal punto di vista tecnico, il gioco gira fluidamente su
PC, con un’ottimizzazione eccellente anche su configurazioni hardware meno potenti (
l'abbiamo giocato anche su Steam Deck ndr.). Le animazioni dei personaggi sono fluide e realistiche, e il livello di dettaglio nei modelli dei combattenti è impressionante. Le
Fatality, da sempre il marchio di fabbrica della saga, sono state portate a un livello superiore di brutalità e creatività, e vedere i propri avversari fare una fine raccapricciante non è mai stato così soddisfacente (
sì, sappiamo che suona un po’ macabro, ma è Mortal Kombat ndr.).
Infine, il comparto audio è altrettanto eccellente. La colonna sonora enfatizzano perfettamente i momenti di tensione, mentre gli effetti sonori dei colpi e delle mosse speciali sono incredibilmente realistici e soddisfacenti. Il doppiaggio in italiano è di buona qualità, anche se in alcune occasioni alcuni personaggi potrebbero suonare leggermente fuori tono rispetto all’originale inglese.