Sette, come i peccati capitali
Dark Souls e
FROM Software hanno fatto da apripista per un vero e proprio nuovo genere videoludico, se il titolo di
Hidetaka Miyazaki sembrava all'inizio destinato ad un pubblico davvero di nicchia, con la potenza del passaparola e una incrollabile fiducia della software house Dark Souls ha saputo letteralmente creare un genere: quello dei
souls like. Abbiamo recensito più titoli appartenenti a questo grande genere, dalle produzioni indie come l'eccellente
Salt And Santuary (date una letta alla
nostra recensione se volete saperne di più) fino a produzioni di software house con titoli come
The Surge 2 (e anche qui se siete curiosi e avete tempo, dedicate dieci minuti alla nostra
recensione di The Surge 2). Oggi siamo qui per parlarvi ancora di un souls like in pixel art che ha saputo attirare da subito la nostra attenzione: stiamo parlando di
Morbid: The Seven Acolytes di
Still Running. Se siete pronti a gettarvi nella mischia di un mondo tetro e gotico seguiteci nella nostra
recensione di Morbid: The Seven Acolytes per Nintendo Switch.
La trama di Morbid: The Seven Acolytes
Come si può, in questo mondo così rapido e frenetico soffermarsi a discernere le produzioni che possono sembrare interessanti da quelle che sono, più o meno, delle mere fotocopie o fac simile di titoli originali? Il mercato videoludico segue delle mode, come tutto il resto del mondo del resto e, da quando
FROM Software ha fatto letteralmente la sua fortuna grazie ad un titolo punitivo, spietato e "hard core" per definizione, in tanti si sono portati in scia cercando di produrre titoli che potessero, in qualche modo, cercare di seguire le orme di
Dark Souls. Abbiamo visto risultati altalenanti con titoli di sicuro spessore e altri decisamente meno riusciti. Si perchè per creare un souls like come si deve non basta mettere riempire una mappa di avversari più o meno cazzuti, no bisogna sapere creare la giusta atmosfera, condire il tutto con una lore e una narrazione sottesa, miscelare con una certa difficoltà (certamente) il tutto ma stare attenti a non esagerare. Deve essere proprio da questi elementi che i ragazzi di
Still Running hanno iniziato a pensare al loro
Morbid: The Seven Acolytes.
Partiamo proprio dall'universo narrativo del titolo pubblicato da
Merge Games, in
Morbid: The Seven Acolytes ci ritroviamo con il nostro protagonista su una spiaggia, in quello che sembra, a tutti gli effetti, il luogo di un naufragio. Il regno di
Mornia è sotto il gioco di un male che ha radici profonde, un male che si manifesta grazie ai
Gahars e alle loro rappresentazioni terrene fatte di esseri orribili che sembrano usciti dai libri di
H.P. Lovecraft. Non sappiamo perchè siamo li, ma sappiamo che il nostro compito è quello di estirpare il male dai Sette: sette terribili mostri (chiamati appunto i
Seven Acolytes) in cui alberga il male che sta mettendo in ginocchio il mondo di
Mornia. Così, con questa certezza in cuore, ci accingiamo ad addentarci in questo regno con un obiettivo per chiaro:
salvare Mornia.
La trama, come spesso accade in questo genere di giochi, è molto semplice, le informazioni che abbiamo a disposizione sono poche e molto di quello che scopriremo lo scopriremo grazie a libri, testimonianze ed elementi che troveremo nell'esplorazione del mondo di gioco. Purtroppo però
Morbid: The Seven Acolytes non è tradotto in italiano e chi non ha dimestichezza con la lingua d'Albione rischia di perdersi molti dei dettagli che il mondo di gioco porta alla sua attenzione.
Il gameplay di Morbid: The Seven Acolytes
Altro caposaldo delle produzioni souls like è da ricercarsi nella difficoltà dell'avventura tarata su un livello medio/alto (dove più è alto più il titolo diventa di nicchia e quindi "importante" per alcuni). State tranquilli
Morbid: The Seven Acolytes è un titolo che offre un livello di sfida interessante ma mai impossibile, per intenderci non vi troverete mai davanti a muri come quelli che potete incontrare in
Sekiro: Shadows Die Twice ad esempio. Iniziamo quindi parlando della componente che, sicuramente, vi interesserà maggiormente: il combat system. Morbid: The Seven Acolytes strizza l'occhio ad un approccio più simile a quello di
Bloodborne piuttosto che a quello di
Dark Souls:
Morbid: The Seven Acolytes premia l'uso della schivata più che della parata (tant'è che nel titolo non sono praticamente presenti scudi).
Abbiamo giocato a Morbid: The Seven Acolytes su Nintendo Switch e abbiamo trovato il sistema di comandi comodo ed efficace per il tipo di gioco, forse un po' legnoso all'inizio ma ci si fa presto l'abitudine.
In Morbid: The Seven Acolytes non sono presenti scudi, sono considerati inutili, meglio utilizzare altri approcci per avere la meglio sui nemici
Sempre parlando di combat system vi farà piacere sapere che in
Morbid: The Seven Acolytes potrete avere a che fare con diverse tipologie di armi: si passa dalle lame delle spade e delle asce fino ad arrivare ai cannoni delle armi da fuoco passando per tirapugni e mazze di varia natura. Il titolo di
Still Running offre al giocatore una varietà di approccio all'avventura davvero completa e permette ad ogni giocatore di creare il proprio stile di combattimento a seconda dell'equipaggiamento indossato. Resta chiaro e ben inteso che determinate combinazioni funzionano meglio contro alcuni avversari ma è sempre possibile adattare il proprio sistema di combattimento per trovare "la giusta strada" verso la vittoria. Anche in
Morbid: The Seven Acolytes è presente un sistema di salvataggio stile Dark Souls e anche in questo caso dovrete sempre prestare molta attenzione a decidere se e dove salvare.
Ovviamente le boss fight sono uno dei componenti chiave del titolo e dobbiamo dire di essere rimasti piacevolmente colpiti da quelle presenti in
Morbid: The Seven Acolytes. Pur senza poterle definire "memorabili" ci sono sembrate varie e ben strutturate in grado di mettere in difficoltà il giocatore ma fornendo sempre una chiave di lettura chiara su come approcciare il boss di turno. Pad alla mano Morbid: The Seven Acolytes si lascia giocare molto bene, non abbiamo notato input lag e la reattività di
Striver (la nostra protagonista) ci ha soddisfatto.
L'arte e la tecnica di Morbid: The Seven Acolytes
Morbid: The Seven Acolytes è un titolo che sa sfruttare a dovere le ambientazioni disegnate e messe su schermo dai suoi sviluppatori. Avvertirete il senso di decadimento del regno di Mornia fin dai primi minuti che passerete con il pad in mano. I ragazzi di Still Running hanno messo a video un'idea molto chiara di quello che volevano per il loro titolo e hanno cosparso nel mondo di gioco una serie di riferimenti, più o meno velati, alla lore della loro creazione. Girovagando ed esplorando troverete documenti, oggetti e luoghi che vi racconteranno qualcosa di più sul regno di Mornia e sui Sette.
Anche tecnicamente
Morbid: The Seven Acolytes ha saputo soddisfare le nostre aspettative: il titolo gira decisamente bene su
Nintendo Switch e la realizzazione tecnica si attesta su ottimi livelli. La pixel art è dettagliata al punto giusto, non troppo esagerata e decisamente riconoscibile. Lo stile gotico di
Morbid: The Seven Acolytes rende il titolo differente da tante altre produzioni simili ed evita i classici stereotipi dei dark fantasy che hanno inondato le nostre console e pc per parecchio tempo.
Buona anche se non eccellente la colonna sonora, non che sia di cattiva fattura ma certamente non si può definire memorabile.