Il Grande Fratello
Abbiamo affrontato spesso videogiochi con tematiche legate a futuri distopici (o realtà alternative), abbiamo giocato e adorato
INSIDE ad esempio, ci siamo appassionati con
We Happy Few e abbiamo fatto buon viso a cattivo gioco in
Beholder. In tutti gli esempi che abbiamo citato il nostro protagonista era all'interno del mondo di gioco, e se invece fossimo protagonisti di un reality? E' questa l'idea che è venuta in mente a quattro sviluppatori e il risultato è qui: eccoci a
recensire Ministry of Broadcast per Nintendo Switch!
La trama di Ministry of Broadcast
Cosa sarebbe un videogioco basato su un mondo distopico senza una trama, o ancor meglio, senza una lore abbastanza profonda da incuriosire il giocatore e portarlo a ragionare su quello che accade intorno a lui? Beh da questo punto di vista
Ministry Of Broadcast non si fa cogliere impreparato, l'opera prima dei ragazzi di
Ministry Of Broadcast Studio (potevano però trovare un nome diverso per il loro team di sviluppo eh!) ci trascina nel suo universo fin dai primi istanti di gioco.
La neve scende fitta, un furgone si sta avvicinando ad una sorta di campo di prigionia, è una scena che sembra di aver già visto, una scena abbastanza tipica: grigio intorno, neve bianca, filo spinato. Un uomo viene schiacciato dal furgone in corsa, non succede nulla, come se niente fosse il camion continua la sua corsa. Si ferma, il mondo intorno a noi è ovattato dalla continua neve che scende, un uomo, uno qualunque come potrebbero essercene milioni sulla faccia della terra scende, parlotta con dei tizi armati e viene accompagnato oltre l'ingresso.
Questo è l'incipit che da il via a
Ministry of Broadcast, noi impersoniamo proprio quel tizio qualunque sceso dal furgone, e siamo li per un motivo molto chiaro: dobbiamo vincere un reality show (no, per fortuna non è il
Grande Fratello) e dobbiamo vincerlo perchè arrivare alla fine sarà l'unico modo per poter rivedere e incontrare la nostra famiglia. Già, niente prigionia (o meglio, non così diretta), è tutto "solo un gioco", un gioco dove la gente muore, gli individui vengono sacrificati sull'altare della propaganda e di vite ne verranno spezzate parecchie dall'inizio del gioco ai titoli di coda.
Non vogliamo andare oltre, non vi racconteremo nient'altro se non che, con una patch che dovrebbe essere rilasciata in questi giorni avrete modo di affrontare l'avventura settando un livello di difficoltà più o meno semplice permettendovi di indagare maggiormente il mondo di gioco. Questa nuova modalità si chiama "
Modalità Storia" e verrà aggiunta con l'ultima patch, renderà il gioco più semplice e avrete più tempo (e più modi) per guardarvi attorno e scoprire di più sulla lore.
Il gameplay di Ministry of Broadcast
Se la trama e il mondo di gioco strizzano l'occhio al romanzo
1984 di George Orwell anche il
gameplay di Ministry of Broadcast si rifà a classici più o meno recenti. Così a prima vista è facile catalogare il titolo come un platform 2D con elementi puzzle e enigmi da risolvere, e in effetti è così, in parte. Se si va ad analizzare in fondo il gameplay si trovano rimeniscenze dell'antico (si dai, possiamo definirlo antico)
Prince of Persia ma anche chiari riferimenti e meccaniche presi di peso dal più recente
INSIDE (mai troppo lodato).
Una volta preso in mano il pad (o la console nel nostro caso,
abbiamo infatti giocato Ministry of Broadcast su Switch in modalità handled) i più vecchietti tra voi noteranno subito una cerca somiglianza nei movimenti e nelle meccaniche con Prince of Persia. Il nostro eroe può correre, saltare, aggrapparsi a sporgenze e interagire col mondo circostante. Se dovessimo riassumere in pochissime righe il gameplay di
Ministry of Broadcast diremo che,
in ogni stage dobbiamo fare di tutto per arrivare in fondo e quando diciamo "di tutto" intendiamo proprio qualsiasi cosa. E' qui che il gameplay si fonde con la lore, infatti in alcuni casi saremo chiamati a prendere delle decisioni drastiche e sacrificare la vita di altri concorrenti: una vita (o più) in cambio del raggiungimento del nostro obiettivo (e del piacere di chi guarda il reality). In alcuni casi dovremo lanciare uomini in mezzo a fossati ricolmi di spuntoni, in modo da poterli attraversare senza problemi. In Ministry of Broadcast siamo chiamati a prendere decisioni e scelte praticamente in ogni momento.
Pad alla mano Ministry of Broadcast si comporta molto bene, i comandi sono reattivi e solo raramente ci è capitato di lasciarci le penne per via di errori di ricezione degli input. La nuova patch in arrivo, inoltre, migliorerà sensibilmente la situazione (a detta degli sviluppatori). Inoltre, il titolo sarà localizzato in italiano quindi non temete non vi perderete nemmeno una virgola di quello che succede a video.
L'arte e la tecnica di Ministry of Broadcast
Ed eccoci giunti alla fine della nostra
recensione, e come al solito ci troviamo a disquisire del lato artistico e tecnico della produzione. C'è da dire che siamo rimasti subito attratti (come spesso accade per le produzioni di questo tipo) dalla pixel art che i ragazzi di
Ministry of Broadcast Studio hanno realizzato, ci sono piaciute molto le scelte cromatiche e il look che gli sviluppatori hanno saputo dare all'intera produzione. Spesso ci siamo trovati a dire quanto la pixel art sia abusata in questo periodo ma, ogni volta che un titolo riesce a riproporla così bene pensiamo che ci sia sempre spazio per questa tecnica.
Ministry of Broadcast riesce, grazie alla sua direzione artistica, a rendere molto bene la sensazione di oppressione che il titolo vuole trasmettere e proprio per questo riteniamo che il lavoro svolto dagli sviluppatori sia decisamente buono. Anche se il profilo artistico non eccelle in originalità il titolo riesce ad essere efficace sotto il profilo della comunicazione visiva.
Dal lato tecnico non abbiamo particolari critiche da fare,
Ministry of Broadcast gira benissimo su Nintendo Switch e non abbiamo incontrato problemi bloccanti nel corso delle nostre partite. Buono anche (ma non certo indimenticabile) il comparto audio che contribuisce a creare e a mantenere l'atmosfera tesa durante tutta la durata del titolo.