Lacrime agli occhi
Pochi giochi ci hanno emozionato come il primo
Mafia: era il 2002 e i ragazzi di
Illusion Softworks misero sul mercato quello che sarebbe diventato uno dei titoli più impressionanti per l'epoca. E no, non stiamo parlando del comparto prettamente estetico (che faceva comunque la sua porca figura), ma di tutte le emozioni che il gioco riusciva a stimolare nel giocatore. Inutile dire che quando fu annunciato
Mafia: Definitive Edition sobbalzammo dalla sedia: era un sogno che diventava realtà. Ora siamo qui, con davanti i titoli di coda e con una lacrima che taglia il volto a domandarci quando avremo la fortuna di vivere un'altra storia così. Se avete giocato il titolo originale e volete scoprire cosa è cambiato in questo
remake oppure se non avete mai sentito parlare di
Mafia: The City of Lost Heaven seguiteci nella nostra
recensione di Mafia: Definitive Edition e ne vedrete sicuramente delle belle.
La trama di Mafia: Definitive Edition
Prima di parlare della trama (elemento cardine e portante di tutta l'esperienza di
Mafia) vogliamo fare un piccolo passo indietro e raccontare (per chi non ne fosse a conoscenza) il perchè Mafia fu, nel periodo della sua uscita, un titolo così importante e un vero e proprio spartiacque per il mondo dei free-roaming. Era uscito da solo un anno ma
Grand Theft Auto III aveva già cambiato il mondo dei videogiochi, le avventure di
Claude a Liberty City avevano creato un vero e proprio genere: quello dei free roaming come li conosciamo oggi. Un anno più tardi
Grand Theft Auto Vice City consacrò la serie portando i giocatori nel pieno degli anni 80. Nei titoli Rockstar si poteva fare tutto quello che si voleva, la libertà era la regola principale che dominava il gameplay. I ragazzi di
Illusion Softworks capirono le potenzialità del genere ma vollero dare al loro titolo un'impronta completamente diversa: volevano mettere al centro del titolo la storia e in un titolo free roaming non era così facile, eppure ce la fecero, eccome se ce la fecero.
Mafia: The City of Lost Heaven raccontava la storia di un ragazzo qualunque degli anni 30, un ragazzo (di origini italiane) che di lavoro fa il taxista ma che sogna una vita diversa, un ragazzo come tanti altri. Ci volle davvero pochissimo per appassionarsi alle vicende di
Tommy Angelo, la storia avvolgeva il giocatore fin dai primissimi attimi, la città di Lost Heaven poi faceva il resto: creava l'atmosfera e il contesto per renderla reale. Sono passati 18 anni, un'eternità per il mondo videoludico e oggi siamo qui a parlarvi del remake dei ragazzi di
Hangar 13. La prima parola magica è
remake: non siamo infatti di fronte ad una remastered, i ragazzi di Hangar 13 hanno infatti ricreato interamente il gioco: ci sono delle piccole modifiche sia nella trama che nel gameplay ma nessuna di queste sconvolge il titolo originale anzi, soprattutto sul fronte narrativo tendono a dare maggior risalto ai personaggi. In questa rielaborazione ci sono personaggi che ne giovano e altri meno, Tommy risulta più umano, più realistico, il nuovo Paulie invece perde un po' il confronto col Paulie originale, stavolta forse troppo esasperato. Al netto di questi dettagli
la trama di Mafia: Definitive Edition resta meravigliosa.
Senza spoilerarvi nulla vi raccontiamo il contesto e l'incipit del titolo:
Tommy Angelo è in un bar in compagnia del detective Norman e gli sta raccontando (in cambio di protezione per se e la sua famiglia) tutto quello che visto, vissuto e fatto in questi anni con e per l'importante famiglia
Salieri. La storia di Mafia è infatti raccontata in un incredibile flashback che riporta il giocatore agli inizi della vicenda quando Thomas Angelo era solo un semplice taxista che, senza volerlo, salvò la vita di due mafiosi affiliati a
Don Salieri, uno degli uomini più importanti e in vista di
Lost Heaven. Tommy racconta di come è entrato nelle grazie del Don, di cosa ha fatto, come ha vissuto e del perchè ora si trova davanti a lui. Non vi vogliamo svelare nulla quindi ci fermeremo qui, non vogliamo parlarvi dei personaggi incredibilmente caratterizzati o della città di Lost Heaven che vi farà respirare l'aria degli anni '30 americani. Sappiate inoltre che
Mafia: Definitive Edition è completamente tradotta in italiano e con un doppiaggio di tutto rispetto tra l'altro (ma ne parliamo meglio più avanti).
Il gameplay di Mafia: Definitive Edition
L'abbiamo detto anche in apertura: il focus di Mafia era incentrato più sulla sua storia che sul suo gameplay, pad alla mano il titolo di
Illusion Softworks soffriva molto il paragone con il "rivale" (se così possiamo chiamarlo)
GTA. In Mafia si affrontavano varie missioni una dopo l'altra e i tempi morti o liberi erano davvero pochi e poco sfruttabili: in buona sostanza non c'erano molte cose da fare fuori dall'avventura principale. In questo nuovo remake gli sviluppatori hanno cercato di porre rimedio almeno parzialmente alla questione regalando una città più esplorabile ma non andando a intaccare (forse per non staccarsi troppo dal titolo originale) le meccaniche di gameplay alla base. Se vi aspettavate nuove missioni extra o missioni ripetibili come succede spesso negli open-world attuali resterete delusi. Ovviamente le missioni sono molto più rifinite e varie rispetto a quelle generiche che troverete in altri giochi ma il conto si paga in termini di quantità di cose da fare.
In Mafia siete chiamati a svolgere tutte le mansioni e i compiti che ogni "bravo ragazzo" degli anni 30 (al soldo di una famiglia mafiosa) doveva compiere: vi troverete così ad effettuare fuori, contrabbandare alcolici, fuggire dalla polizia e, ovviamente, eliminare i membri dei clan rivali. Non dobbiamo dimenticare infatti che
Mafia: Definitive Edition è un titolo action fatto e finito, ricco di sparatorie ed è proprio qui che i ragazzi di Hangar 13 hanno lavorato sodo per rimodernizzare il titolo. Ora
Tommy ha la possibilità di ripararsi e le sparatorie sono molto più immersive anche se l'intelligenza artificiale non ci ha fatto gridare al miracolo anche se, per migliorare un po' le cose, conviene iniziare la partita scegliendo la
Modalità Classica. La Modalità Classica è una modalità pensata apposta per chi vuole un livello di sfida più alto e più simile al titolo originale, in questa modalità l'intelligenza artificiale è più reattiva così come la polizia e, in generale, dovrete sudare un po' di più durante le partite.
Pad alla mano Mafia: Definitive Edition si è comportato benissimo, i controlli sono stati ripensati ed ora sono molto meno legnosi rispetto al titolo originale (anche se, rispetto a titoli più attuali noterete sicuramente la differenza). Migliorato anche il sistema di guida dei veicoli ora più realistico e dotato di una fisica in grado di esaltare il modello di guida dei veicoli del tempo. Parlando di veicoli dobbiamo poi far notare un'altra aggiunta, quella delle motociclette che ora potete guidare anche nell'autodromo cittadino. Considerate che nelle circa dieci ore che vi serviranno per arrivare ai titoli di coda avrete a che fare con una serie di cose da fare che variano dal completare le missioni per il Don, guidare all'autodromo cittadino e recuperare i veicoli che vi permetteranno di ampliare notevolmente il vostro garage.
L'arte e la tecnica di Mafia: Definitive Edition
Ed eccoci a parlare del versante artistico e tecnico della produzione. Abbiamo giocato
Mafia: Definitive Edition su
XBOX One X e dobbiamo dire di essere rimasti davvero colpiti da quello che gli sviluppatori sono riusciti a fare. se già l'originale
Lost Heaven era incantevole, dettagliata e immersiva quella nuova lo è ancora di più. Giocando a
Mafia: Definitive Edition si respira aria di anni '30 in ogni dove, dalle auto che girano per le vie della città fino agli edifici e alle persone che passeggiano per strada: tutto è stato pensato per immergere il giocatore in una vera e propria bolla temporale.
Ottimo il lavoro svolto sull'illuminazione ora molto più realistica, la stessa cosa si può dire per le animazioni dei personaggi (principali e non) che rendono il tutto più fluido. Eccellente anche il lavoro fatto sulle texture, alcune decisamente di pregio, altre un po' meno. Incrementata anche la mole poligonale dei vari elementi presenti nel gioco che garantiscono al gioco un realismo impensabile diciotto anni fa. Quello che lascia più stupiti però non è il singolo dettaglio in se ma il colpo d'occhio e
come Lost Heaven sia in grado di regalare scorsi e panorami decisamente mozzafiato. Ovvio che cercando il dettaglio si possono trovare imprecisioni, sbavature e incongruenze ma il lavoro svolto, preso nel suo insieme, ha dello stupefacente. Dobbiamo evidenziare qualche rallentamento di troppo anche su
XBOX One X e, sotto questo profilo, ci saremo aspettati un lavoro leggermente più ottimizzato: niente che comprometta l'esperienza di gioco ma probabilmente c'era margine per fare di meglio.
Un discorso a parte lo merita il comparto audio con un doppiaggio italiano ben riuscito anche se forse un po' troppo sforzato (soprattutto sugli accenti dei personaggi) ma sicuramente molto cinematografico e fondamentale per aumentare l'immersione del giocatore. Anche le musiche e la colonna sonora svolgono egregiamente il proprio compito regalando un quadro sonoro di tutto rispetto.