Triangolo delle Bermuda
Era da un po' di tempo che un gioco non veniva ambientato nel misterioso
Triangolo delle Bermuda, in questo luogo leggenda e realtà si mischiano fino a rendere labile il confine tra ciò che è vero e quello che non lo è. Tra naufragi senza spiegazioni e sparizioni di velivoli ha sempre suscitato un certo senso di mistero. I ragazzi di
EasAsiaSoft devono essersi lasciati guidare particolarmente da questo clima perchè hanno deciso di ambientare proprio qui la loro ultima fatica:
Lost Sea. Continuate a leggere la nostra recensione per saperne di più su questo roguelike dalla grafica cartoonesca!
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La vita è un viaggio
Lost Sea è ambientato, come scrivevamo nell'introduzione, nell'arcipelago del
Triangolo delle Bermuda. Il nostro protagonista (o la nostra protagonista visto che possiamo sceglierne il sesso) si risveglia su una spiaggia dopo un atterraggio di fortuna con il suo velivolo. Ci troviamo su un'isola all'apparenza deserta nel mitico
Triangolo delle Bermuda.
Il gioco ci chiede subito di selezionare il protagonista tra una serie di personaggi, dal capitano di vecchio corso all'avventuriera e di iniziare così la nostra partita armati di machete e farci strada all'interno dell'isola tropicale.
Poco dopo l'inizio del gioco (come potete vedere anche dal video qui sopra), faremo la conoscenza di un
personaggio un po' particolare, che ci spiega che siamo finiti in vittima di un loop spazio tempo e che l'unico modo per poter portare a casa la pelle è trovare delle tavolette magiche che ci permetteranno di lasciare l'isola sulla quale siamo e percorrere tutto l'arcipelago. Isola dopo isola le cose si metteranno sempre peggio fino allo scontro col boss finale.
Nel gioco troviamo altri personaggi che ci possono aiutare nell'avanzamento dell'avventura grazie alle loro abilità, ogni persona incontrata sulle varie isole (avremo infatti a che fare con un vero e proprio
arcipelago da esplorare) ci può aiutare in modi diversi a proseguire.
Chi di machete ferisce
Lost Sea è un roguelike con vista dall'alto che si sviluppa su varie isole all'interno di un arcipelago. Per arrivare al termine di ogni isola e poter così passare a quella successiva dobbiamo trovare della tavolette magiche nascoste e riportarle alla base che viene magicamente teletrasportata su ogni isola ogni volta che compiamo un viaggio.
Conviene spendere subito due parole riguardo a questo hub di gioco che ci consente di effettuare vari upgrade, sia al nostro personaggio che alla base stessa. Questo sistema di avanzamento ci consente di ottenere delle nuove abilità (o di migliorare quelle che già abbiamo) in puro stile RPG. Il nostro alter ego cresce quindi con l'avanzare dell'avventura, e con lui anche la nostra base può essere migliorata per ottenere nuovo equipaggiamento.
Il titolo di
EastAsiaSoft mostra tutta la sua natura roguelike nella generazione procedurale delle isole, nel sistema di avanzamento del nostro protagonista e nel permadeath.
L'uccisione dei vari avversari che incontriamo durante il nostro peregrinare e l'esplorazione dell'isola ci permette di guadagnare del denaro, moneta di scambio fondamentale per poter far crescere il nostro eroe.
Esplorando le isole ci accorgeremo subito di come sia impossibile riuscire a proseguire senza l'aiuto di altri personaggi rimasti anch'essi imprigionati nel
Triangolo delle Bermuda. Grazie a questi NPC possiamo costruire ponti o ottenere abilità extra molto utili alla nostra causa, ma dobbiamo tener presente che possiamo portare con noi solo quattro gregari alla volta, è quindi fondamentale scegliere bene i compagni di squadra.
Lost Sea è un'avventura in stile roguelike, il
permadeath è presente e la morte metterà fine alle nostra storia e a tutto quello che abbiamo guadagnato fino a quel momento. Anche la generazione delle isole è procedurale, questo vuol dire che non avremo mai a che fare con la stessa isola
I cartoni della morte
Graficamente parlando
Lost Sea si presenta come un titolo dall'aspetto spensierato, i colori sono vivaci e in genere l'art direction non ricorda un
roguelike con permadeath tipicamente cupi.
Tutto nel gioco ha un'
atmosfera scanzonata, dalle monete che raccogliamo spaccando le casse (che ricordano molto lo stile di Super Mario) ai nemici dalle fattezze super deformed o comunque sempre molto giocose. Il titolo offre una grafica in stile cell-shading di ottima fattura, così come di ottima fattura sono le animazioni, sempre fluide.
Anche i dettagli delle finestre di dialogo dei menù, dei menù di gioco stessi e dei personaggi che incontriamo nel nostro cammino sono realizzati con cura.
Il comparto sonoro del titolo offre un piacevole sottofondo durante la nostra esplorazione e pur non presentando vette d'eccellenza non mostra nemmeno gravi lacune.
Il lavoro svolto dagli sviluppatori di
EastAsiaSoft dal punto di vista tecnico è molto buono, così come le routine che generano le varie isole e posizionano gli avversari.