La via della redenzione
Ci sono titoli che, al netto della loro componente ludica, riecheggiano nelle nostre memorie per diverso tempo.
Lost Ember è, senza ombra di dubbio, uno di questi. Il titolo di
Mooneye Studios offre un'esperienza particolare, ricca di momenti unici che ricorderete per parecchio tempo. Intraprendete con noi un viaggio nella parte più intima dell'anima nella nostra
recensione di Lost Ember per Nintendo Switch.
La trama di Lost Ember
Lost Ember è un titolo che
basa le sue fondamenta sulla trama e sulla narrazione, proprio per questo motivo non ci addentreremo troppo approfonditamente nel comparto narrativo del titolo ma ci limiteremo a descrivervi il contesto in cui inizia l'avventura del nostro protagonista. Partiamo parlando proprio del protagonista: in Lost Ember non impersonerete il classico eroe coraggioso senza macchia e senza paura che si può trovare in molti altri titoli. No, in
Lost Ember assumete il controllo dell'anima di
Kalani una ragazza deceduta della popolazione
Yanren.
Ogni uomo o donna
Yanren, una volta deceduta vede la sua anima viaggiare verso la
Città di Luce, un luogo ultraterreno dove le anime possono riposare in pace per l'eternità. Ovviamente questo paradiso non è garantito a tutti, solo le anime più pure e le persone che in vita hanno condotto una vita giusta e retta ne hanno accesso. La nostra protagonista in vita ha invece compiuto atti ben poco onorevoli, Kalani era una ladra, una poco di buono, una persona ai margini della società che utilizzava la violenza per sopravvivere nella sua città. Durante l'ultimo viaggio (gli Yaren non seppelliscono i loro morti ma li mettono su imbarcazioni a cui danno fuoco per liberare l'anima dal corpo terreno), l'anima di Kalani non è però degna della città della luce e
diventa quindi una Lost Ember: una brace smarrita.
Reincarnata in un lupo Kalani incontra un'anima dispersa che è alla ricerca della strada verso la
Città di Luce. E' con questo improbabile duo che avremo a che fare nel tempo che trascorreremo su
Lost Ember.
Lost Ember è la storia di un viaggio di redenzione, un viaggio che ripercorrere le gesta di Kalani quando era in vita dandole l'opportunità di comprendere i propri errori e far scoprire al giocatore il passato della ragazza. Il viaggio in
Lost Ember dura una manciata d'ore (vi occorreranno poco più di tre ore per arrivare ai titoli di coda) e purtroppo
non è presente la localizzazione italiana.
Il gameplay di Lost Ember
E' molto difficile parlare di gameplay in un titolo come
Lost Ember: la creatura dei ragazzi di
Mooneye Studios può essere assimilata più ad un walking simulator piuttosto che ad una vera e proprio avventura tanto l'elemento di giocabilità è sottile nella produzione. Guardando gli screen in questa pagina si è portati a pensare che Lost Ember sia classificabile come un titolo action (che potrebbe ricordare
Okami di Capcom) ma non è assolutamente così.
Kalani non impersonerà sempre e solo un lupo: la nostra protagonista può infatti prendere il controllo di altri animali ed è proprio questa meccanica che consente al giocatore di raggiungere le memorie di Kalani e trovare così la propria redenzione. Possiamo impersonare pesci e attraversare così corsi d'acqua oppure trasmigrare in piccoli colibrì ed arrivare in punti altrimenti inaccessibili.
Per tutta la durata di Lost Ember ci si ritrova a viaggiare per paesaggi naturali incontaminati alla ricerca dei propri ricordi: tutto il gioco è pensato e strutturato per suscitare emozioni nel giocatore. Se state cercando un titolo dove massacrare avversarsi o dimostrare la vostra capacità in sezioni platform non siete nel posto giusto ma, se invece siete alla ricerca di un titolo che possa accompagnarvi in un viaggio interiore ricco di momenti emozionanti Lost Ember farà sicuramente per voi.
Pad alla mano
Lost Ember si fa giocare molto bene, i controlli sono ben mappati e sia su
XBOX One X che su
Nintendo Switch ci siamo trovati ugualmente bene. Controllare Kalani col pad di XBOX One ci è risultato più comodo ma non abbiamo trovato particolari problemi anche giocandolo in modalità handled su Switch.
L'arte e la tecnica di Lost Ember
Parlando della componente tecnica e artistica dobbiamo affrontare due discorsi diversi e diametralmente opposti. I ragazzi di
Mooneye Studios sono stati tanto attenti al comparto artistico ed emozionale quanto superficiali su quello prettamente tecnico. Sia inteso, non è che
Lost Ember sia brutto da vedere o presti il fianco a chissà che problemi insormontabili ma la sensazione è che la componente tecnica non sia stata curata a dovere.
Come potete vedere dagli screen di questa pagina
Lost Ember ha giocato molte delle sue carte proprie sulla capacità di trasmettere emozioni e sensazioni al videogiocatore e questo obiettivo è completamente centrato.
Lost Ember è bello da vedere, il colpo d'occhio appaga la vista e le ambientazioni naturali e quasi idilliache riescono a trasmettere emozioni praticamente in ogni istante. Il problema è che spesso vi troverete ad avere a che fare con bug grandi e piccoli, errori che pur non rovinando la vostra partita minano sicuramente l'esperienza di gioco. Anche sulle animazioni si poteva fare un lavoro migliore: belli i modelli poligonali dei vari animali ma sulle animazioni si poteva (e si doveva) fare di più.
Un altro discorso invece va fatto per la colonna sonora, probabilmente la componente artistica più curata di tutta la produzione. Parte del senso di immersione che il giocatore prova è dovuto proprio ad una soundtrack raffinatissima che si sposa perfettamente con gli ambienti a video.