Un'altra grande avventura
La
serie Yakuza è, senza dubbio, una delle saga videoludiche più importanti di
SEGA, una delle serie che ha faticato ad arrivare in occidente ma che, una volta giunta in questi lidi, ha saputo ritagliarsi la sua fetta di appassionati che gli si sono dimostrati assolutamente fedeli. D'altra parte il lavoro svolto dai ragazzi di
Ryu Ga Gotoku Studio è sempre stato di livello decisamente buono con un affetto alla saga assolutamente invidiabile. Abbiamo avuto modo di parlare più volte di titoli della saga sulle nostre pagine, che si trattasse di spin off come
Like a Dragon: Ishin! piuttosto che il recente
Like a Dragon Gaiden: The Man Who Erasad His Name. Di entrambi i titoli abbiamo scritto le recensioni e vi invitiamo a leggerle nel caso vogliate approfondire l'argomento (più precisamente
qui per quanto riguarda Like a Dragon: Ishin! e
qui per quanto concerne The Man Who Erased His Name). Detto questo veniamo al titolo protagonista della nostra odierna recensione:
Like a Dragon: Infinite Wealth, grazie ad un codice ricevuto da
SEGA abbiamo avuto modo di poter testare il titolo ed oggi siamo qui a darvi il nostro parere a riguardo. Se siete curiosi di conoscere la nostra opinione non dovete far altro che mettervi comodi e seguirci nella
recensione di Like a Dragon: Infinite Wealth per PC (giocato su Steam Deck).
La trama di Like a Dragon: Infinite Wealth
Prima di accennarvi la
trama di Like a Dragon: Infinite Wealth vogliamo fare una piccola premessa sulla serie e sull'importanza di avere una conoscenza, anche basilari, dei precedenti capitoli per poter apprezzare appieno l'opera nel suo complesso. Partiamo dal presupposto che la serie Yakuza (di cui fa parte anche questo ultimo capitolo), è una serie che affonda le sue radici in un lontano passato e che dobbiamo tornare indietro fino al 2005 per poter vedere il primo capitolo fare la sua comparsa su
Playstation 2. Essendo poi una serie dove la
componente narrativa ha sempre avuto un suo peso specifico è altrettanto facile e intuibile capire come gli appassionati della saga da tanti anni potrebbero avere una visione diversa da questo nuovo capitolo. Ad ogni modo non c'è bisogno che riattacchiate la vecchia Playstation 2 alla TV della nonna ma, dal nostro punto di vista, aver almeno giocato
Yakuza: Like a Dragon è importante per comprendere a fondo determinate situazioni presenti nel gioco. Se non avete tempo/modo/voglia potrete comunque giocare a questo nuovo capitolo ma siate consci che, qualcosa, lo perderete di sicuro.
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Al netto di questa introduzione dobbiamo dire che
Like a Dragon: Infinite Wealth fa molto per far entrare subito il giocatore nel mood della serie e lo fa con un inizio che possiamo definire assolutamente "morbido" dove cerca di presentare i personaggi e le loro storie con tutta la calma del caso. Considerate infatti che il solo prologo dell'avventura vi terrà impegnati per circa quattro ore (
si, avete letto bene, quattro ore ndr.) e che nelle prime ore non girerete per le strade di
Honolulu e queste ore vi serviranno giusto per cominciare a fare chiarezza su personaggi principali e dinamiche. Non spaventatevi però, questa introduzione è stata fatta e pensata per aiutare il giocatore ed in effetti il tempo vola velocissimo e ci si rende conto che questa parte è solo un'introduzione una volta che il nostro protagonista arriva alle
Hawaii e qui, davvero,
Like a Dragon: Infinite Wealth mostra la sua nuova anima, un'anima che cerca di staccarsi dai canoni della serie e ci riesce anche discretamente bene pur senza rinnegare nulla del suo passato.
Volutamente non vi vogliamo raccontare troppo della trama, in primis per evitarvi spoiler e, sopra tutto, perchè la componente narrativa è un elemento portante per la serie e rischiare di anticipare anche pochi eventi vorrebbe dire rovinarvi, inevitabilmente, la fruizione del gioco. Di certo possiamo dirvi che vestirete, anche questa volta, i panni di
Ichiban che ora lavoro in un'agenzia di collocamento dove cerca di aiutare gli ex yakuza a trovare un nuovo posto nella società. La sua vita sembra procedere, tutto sommato, in modo abbastanza tranquillo dopo gli eventi narrati nei precedenti capitoli fino a quando le carte in tavola cambiano radicalmente e il nostro eroe si ritrova nudo su una spiaggia delle Hawaii. Insomma,
Like a Dragon: Infinite Wealth sembra iniziare dalla fine ma, a tutti gli effetti, quella fine è il nuovo inizio di un'avventura (in cui non vestirete solo i panni di
Ichiban ma, oltre ad altri personaggi già noti, avrete modo di vivere le vicende anche di
Kazuma. Per restare fedeli a quanto detto non proseguiremo oltre e vi lasciamo il piacere di scoprire Honolulu in prima persona, vi vogliamo solo ricordare che
Like a Dragon: Infinite Wealth è localizzato in italiano e che la traduzione è anche di ottima fattura.
Il gameplay di Like a Dragon: Infinite Wealth
Se la componente narrativa di
Like a Dragon: Infinite Wealth ha subito un leggero depotenziamento rispetto ad altri capitoli della saga lo stesso non si può certo dire per il gameplay che trova, anzi, un rinnovato vigore di alcune meccaniche e cerca di aggiungere una ventata di novità a quanto già proposto dai precedenti capitoli. Possiamo dire subito, e senza timore d'essere smentiti che
Like a Dragon: Infinite Wealth è il capitolo più grande e ingombrante dell'intera saga. Questo non è dovuto unicamente dalla dimensione, effettivamente maggiore, della mappa di gioco (che non include più solo Yokohama e company ma anche un'intera isola delle
Hawaii. Insomma, cambia il setting e cambiano alcune meccaniche ma il cuore di Yakuza è rimasto lo stesso o ha subito grosse variazioni?
Like a Dragon: Infinite Wealth è un capitolo che non ha paura di osare e spinge l'acceleratore sul volere offrire di più ai giocatori.
Per chi non sapesse cosa sia esattamente
Like a Dragon: Infinite Wealth possiamo riassumere il titolo di
Ryu Ga Gotoku Studio come un JRPG in cui elementi, solitamente di secondo piano come minigiochi ecc, rivestono un ruolo molto importante nell'avventura, quasi centrale come a voler creare una sorta di mondo virtuale dove i giocatori possano immergersi a mo' di life sim. Ecco quindi che il mini gioco dei
Sujimon acquisisce una notevole importanza nell'universo di Like a Dragon: Infinite Wealth (i Sujimon sono una sorta di clone di Pokemon interno al gioco), oppure la gestione dell'isola di
Dondoko Island che trasforma Like a Dragon: Infinite Wealth in una sorta di
Animal Crossing per adulti (il nostro eroe dovrà infatti ripulire l'isola dai pirati e dalla spazzatura per farla diventare un grande e importante resort). Ovviamente nessuna di queste attività secondarie (e che ne sono ancora molte) è obbligatoria per poter portare a termine l'avventura ma, tutte insieme, compongono un mondo virtuale in cui, una volta entrati, faticherete ad uscire. Abbiamo anche apprezzato come Like a Dragon: Infinite Wealth abbia introdotto (e rivisto in una chiave tutta sua) il concetto di social network rendendolo più "umano" e meno virtuale e, di fatto, assolutamente utile e integrato ai fini del gameplay.
Dal punto di vista prettamente ludico Like a Dragon: Infinite Wealth mantiene i capisaldi dettati dalla saga e, pad alla mano, non si discosta molto da quanto abbiamo già visto in
Yakuza: Like a Dragon. Il sistema di combattimento a turni risulta assolutamente più dinamico rispetto ai classici combattimenti dei
JRPG tradizionali. Al netto del fatto che il posizionamento dei personaggi gioca un ruolo fondamentale nell'incontro, la cosa interessante è la profondità che il titolo esprime quando si parla di possibilità di personalizzazione. Ogni personaggio potrà infatti, al netto da quanto offerto dalla sua classe, fare affidamento sulle skill apprese dal lavoro che compie quotidianamente o che ha fatto in passato. Questo permette di modificare l'approccio al gioco senza doversi mettere a guardare elenchi e numerini come in tanti altri giochi di ruolo.
Like a Dragon: Infinite Wealth è un titolo davvero immenso, portarlo a termine vi potrebbe costare oltre cento ore di gameplay e il bello è che, in queste ore vi troverete di fronte a scene assurde, momenti di grande spessore emotivo (anche se sensibilmente meno rispetto ad altri capitoli della saga) e non solo. Dovrete imparare a guadagnarvi da vivere, avrete un'isola da mettere a posto, chilometri e chilometri da percorrere (viste le grandi dimensioni della mappa potrete contare su un segway sempre a disposizione oppure sfruttare i mezzi di trasporto. Vi troverete a dover seguire missioni secondarie più interessanti di altre ma tutto va sempre vista nell'ottica di immersione nel mondo di gioco che il titolo fa di tutto per ricreare.
Abbiamo giocato a Like a Dragon: Infinite Wealth su Steam Deck e dobbiamo dire che il sistema di controllo ci è sembrato assolutamente ben strutturato e configurato anche per la portatile di casa
Valve.
L'arte e la tecnica di Like a Dragon: Infinite Wealth
Difficile infine non rimanere colpiti dalla
direzione artistica che il team di
Ryu Ga Gotoku Studio ha impresso a
Like a Dragon: Infinite Wealth. Lo studio di
SEGA è infatti riuscito nell'intento di riunire gli elementi cardini della serie e le novità che, giocoforza, sono emerse con il nuovo setting del capitolo. D'altra parte spostarsi dal Giappone alle Hawaii non è assolutamente semplice e, sopra tutto, non è stato facile mantenere i ponti con il passato cambiando radicalmente il mondo intorno al protagonista. Ottima come sempre la caratterizzazione di ambienti e personaggi, è sempre piacevole vedere poi l'estro con cui sono stati resi alcuni avversari e come l'immaginazione di Ichiban riesce a creare davvero nemici assurdi.
Buone notizie arrivano anche dal piano tecnico della produzione. Il motore di
Like a Dragon: Infinite Wealth, il
Dragon Engine ha sicuramente diversi anni sulle spalle ma la resa estetica generata è in linea con quello che la serie vuole trasmettere e portare.
Abbiamo giocato a Like a Dragon: Infinite Wealth su Steam Deck e, pur dovendo scendere a qualche compromesso sul piano grafico, il titolo risulta assolutamente godibile e non abbiamo riscontrato problemi di performance.
Molto buona anche la componente audio anche se, considerando il passato della saga, questo ci sembra forse l'elemento meno curato della produzione. Ottimo invece il doppiaggio giapponese e molto buono anche quello inglese (dal canto nostro vi consigliamo, ovviamente, di
giocarlo in giapponese con i sottotitoli in italiano.