Amalur nelle nostre mani
Siamo felici di poter parlare, un'altra volta, di
Kingdom of Amalur.
THQ Nordic è stata di parola e l'opera di
R.A. Salvatore,
Todd McFarlane e
Ken Rolston arriva, finalmente, anche su
Nintendo Switch in una versione che non fa assolutamente rimpiangere le release per le console "maggiori". Nella nostra recensione
Kingdom of Amalur: Re-Reckoning per
Nintendo Switch analizzeremo le differenze rispetto alla controparte (già recensita tempo fa) per
XBOX One, in questa prima parte parleremo nello specifico della versione per la console Nintendo, nei paragrafi successivi trovate invece gli approfondimenti su trama, gameplay e comparto tecnico e artistico.
Partiamo subito con le buone notizie: la versione per
Nintendo Switch di Kingdom of Amalur: Re-Reckoning offre la stessa giocabilità e l'incredibile mole di contenuti che abbiamo avuto modo di apprezzare su
XBOX One X. L'immediatezza che ha contraddistinto da sempre Kingdom of Amalur si trova immutata anche un questa nuova versione, i comandi sono reattivi e il sistema di combattimento è divertente e immediato. Le prime fasi dell'avventura permettono a tutti i giocatori di prendere confidenza con il combat system, un sistema semplice ma al contempo appagante. Kingdom of Amalur infatti riesce a fondere combattimenti all'arma bianca con armi ranged e magia in un sistema fluido e lineare. Il titolo di THQ Nordic però non è solo action, anche la componente RPG riesce ad essere interessante anche se non profonda come quella dei veri giochi di ruolo (non stiamo parlando di
Divinity: Original Sin 2 giusto per capirci). E' possibile personalizzare il proprio personaggio grazie ad un albero delle abilità esteso e vario. Peccato per le fetch quest che ricordano molto da vicino quelle dei MMORPG, tutte molto simili tra loro, ma la main quest è interessante e riesce a tenere alta l'attenzione del giocatore fino ai titoli di coda.
Sappiamo però che la domanda che vi starete facendo è: "Ma
come gira Kingdom of Amalur: Re-Rekoning su Switch?", vediamo di dare una risposta semplice e diretta: "Molto bene, decisamente molto bene". I ragazzi di
KAIKO hanno svolto un ottimo lavoro, e la resa estetica del titolo è di tutto rispetto. Veder girare Kingdom of Amalur nel piccolo schermo di Switch ci ha colpito, il piccolo schermo nasconde parte dei difetti che abbiamo riscontrato nella nostra
recensione della versione XBOX One, è vero, anche qui abbiamo a che fare con una qualità altalenante delle texture e si vede chiaramente che non è un gioco dell'attuale generazione ma il colpo d'occhio offerto è senza dubbio piacevole. Anche il frame rate è abbastanza stabile, certo non stiamo parlando di 60 fps ma non abbiamo notato cali di frame rate anche nelle situazioni più concitate. La nota negativa si può invece trovare nei caricamenti tra una zona e l'altra, alle volte un po' troppo lunghi.
Ovviamente la marcia in più di questa versione è data dalla possibilità di essere giocata in mobilità, e pensare che la prima volta che giocano al titolo originale per XBOX 360 sembrava impossibile l'idea di poterci giocare comodamente svaccati sul divano o in treno andando in ufficio.
La trama di Kingdoms Of Amalur: Re-Reckoning
Nell'introduzione abbiamo già accennato a come è nato
Kingdoms of Amalur Reckoning, non abbiamo però detto come è andata a finire la storia e, purtroppo, la storia è andata a finire molto male (almeno per
38 Studios). Il titolo arrivò in un momento particolare del mercato, di titoli belli da giocare ce ne erano molti, il team di sviluppo aveva fatto promesse molto "ingombranti" e i direttori del progetto facevano presagire un titolo indimenticabile. Purtroppo però la critica (e anche il pubblico) non fu entusiasta del risultato, intendiamoci, il gioco era bello, interessante, vendette anche bene ma la situazione economica di
38 Studios era decisamente compromessa. Fatto sta che, casini su casini la software house fu chiusa e il "progetto Amalur" (di cui Reckoning doveva essere solo il primo tassello) fu abbandonato, almeno fino all'arrivo di THQ Nordic che ha acquisto l'IP e che ha riportato il titolo in questa generazione con la
remastered di cui parliamo in questa
recensione.
Ma parliamo della
trama di Kingdoms of Amalur Re-Reckoning e, soprattutto, del suo mondo di gioco, partiamo dal presupposto che il titolo vanta un mondo originale e nuovo creato dalle mani dello scrittore
R.A. Salvatore. L'incipit della trama è abbastanza semplice: il regno di Amalur è sotto scacco, tutto il continente della Faelandia infatti è minacciato da
Gadflow, un fae (una delle razze presenti nel mondo di gioco), ha preso il comando e ha l'obiettivo di porre tutto il regno sotto il suo controllo, costi quel che costi. Tutto sembra perduto, i morti non si contano e Amalur sembra davvero vicino alla fine, quando lo gnomo
Fomorous Hugues (uno degli gnomi più importanti e intelligenti del regno) riesce a completare la sua ultima creazione: il
Pozzo delle Anime. Il Pozzo delle Anime ha un unico scopo, riportare in vita i caduti e non per creare degli zombi al proprio servizio, ma per riuscire a donare la vita ad una persona senza destino, che sia cioè immune al controllo che
Gadflow riesce ad esercitare sul fato. Un risorto risulterebbe infatti esterno alla tela del destino e quindi in grado di modificare il futuro del mondo di Amalur. Migliaia di tentativi non vanno a buon fine fino al nostro arrivo: siamo noi i prescelti per salvare il regno.
La prima cosa che ci viene chiesta in
Kingdoms of Amalur Re-Reckoning è quella di creare il nostro alter ego, possiamo scegliere tra diverse razze e diverse classi, la creazione del personaggio è abbastanza classica, l'editor di gioco era sufficientemente completo per il 2012 e abbastanza stretto per come siamo abituati oggi ma, a voler ben guardare non manca nulla. Inutile dire che la main quest ci porta in un mondo di gioco vario, pieno di cose da fare e persone da incontrare, con biomi e ambienti molto diversi tra loro. La trama scorre tranquilla e il problema che si può intravedere è quello di perdersi per le quest secondarie rischiando di dimenticarci del nostro obiettivo primario: salvare Amalur.
Kingdoms of Amalur Re-Reckoning è localizzato in italiano (come il gioco originale) quindi non avrete problemi a seguire la storia anche se non conoscete l'inglese.
Ovviamente questa remastered non cambia una virgola della trama già presente nel gioco originale ma è stato annunciato un nuovo DLC che verrà rilasciato più avanti.
Il gameplay di Kingdoms Of Amalur: Re-Reckoning
Anche sotto il profilo del gameplay questa remastered non cambia di una virgola quando di buono è stato fatto dal titolo originale ma, andiamo con ordine e partiamo con la definizione del genere:
Kingdoms of Amalur Re-Reckoning è un action-RPG open world estremamente votato all'azione dove combo, equipaggiamento e le abilità dell'utente lavorano all'unisono per distruggere tutto quello che si muove a schermo. Ok, ok detta così sembra che stiamo parlando di un musou e no,
Kingdoms of Amalur non è un musou.
A seconda della classe che abbiamo scelto il nostro eroe avrà a disposizione dell'equipaggiamento diverso, delle abilità speciali e delle ultimate uniche. Alla base della crescita del personaggio c'è, oltre che la crescita a livello di esperienza, il recupero di nuove (e più potenti) armi in grado di sbaragliare gli avversari. Ma non sono solo con le armi che potrete fare incetta di nemici, anche le magie vi verranno in aiuto e, da questo punto di vista,
Kingdoms of Amalur Re-Reckoning vi fa gestire la magia in modo molto semplice: esattamente come la barra della salute avrete a disposizione una barra del mana che vi consentirà di castare incantesimi fintanto che è piena. Se non siete amanti delle armi a corto raggio e detestate la magia non preoccupatevi, nulla vi vieta di creare un vostro alter ego "ranged" che utilizza cioè armi da distanza come archi, boomerang ecc. I combattimenti sono sempre molto action-based, non esistono turni e potrete inanellare combo e attacchi speciali uno dietro l'altro per eliminare le folte schiere di avversari che vi si pareranno davanti. Tutto il combat system è molto fluido e,
pad alla mano, Kingdoms of Amalur Re-Reckoning si lascia giocare proprio bene (anche perchè sotto questo profilo qualche modifica si nota in questa remastered).
Molto buona anche l'integrazione della componente narrativa con le varie quest e con il mondo di gioco: l'open world di
Kingdoms of Amalur Re-Reckoning è ricco di cose da fare, di persone da aiutare e conoscere. Seppur con i suoi otto anni sulle spalle e anche se non ci troviamo davanti all'eccellente mondo ricreato in
Red Dead Redemption II (giusto per dirne uno) girovagare per Amalur è piacevole e rilassante. Per certi versi le vaste distese in cui vi troverete a viaggiare ci hanno ricordato la
Azeroth di
World Of Warcraft (ed in effetti la
struttura ludica di Kingdoms of Amalur Re-Reckoning ricorda un po' quella di MMORPG).
L'arte e la tecnica di Kingdoms Of Amalur: Re-Reckoning
Al tempo della sua uscita
Kingdoms of Amalur Reckoning mostrò un design a una resa visiva in linea con le aspettative,
XBOX 360 e
Playstation 3 avevano sicuramente mostrato titoli graficamente migliori ma Kingdoms of Amalur "bucava il video" e, forse grazie alla sua direzione artistica, sembrava molto migliore di quello che (forse) in effetti era. Da questa remastered ci saremmo aspettati molto di più (visto anche l'ottimo lavoro che i ragazzi di
KAIKO hanno svolto con la
Darksiders Warmastered Edition) e invece il risultato è estremamente deludente.
Andiamo con ordine e partiamo dalle buone notizie: tutto quello che concerne la direzione artistica del titolo è rimasto pressochè invariato, ritroverete quindi gli ambienti di Amalur che forse ricordate ancora (se come noi avete amato il titolo alla sua uscita), ritroverete le varie razze, gli avversari e il mondo di gioco partorito dalla mente di
Todd McFarlane. Le buone notizie però finiscono qui perchè sotto il profilo tecnico il lavoro svolto è quasi impercettibile, la remastered è stata fatta in modo svogliato, sembra senza cuore. Non c'è un vero lavoro di pulitura delle texture, la mole poligonale è rimasta identica e il mondo di gioco soffre ancora di quella foschia che affliggeva diversi giochi della precedente generazione. Anche i menu di gioco non sono stati minimamente toccati, l'interfaccia è rimasta identica e, con le nuove risoluzioni, risulta sgranata e davvero brutta da vedere. Anche sotto il profilo delle performance non ci sono stati miglioramenti: insomma
sembra che KAIKO e THQ Nordic non abbiano voluto sfruttare fino in fondo l'occasione di dare un nuovo volto al mondo di Amalur.
Buono il comparto sonoro, epico come il titolo originale, anche sotto questo profilo dobbiamo però evidenziare gli stessi problemi del comparto tecnico: in buona sostanza non c'è stata una vera e propria rimasterizzazione.