Siete pronti a tornare sul Monte del Diavolo? Kholat fa la sua comparsa anche su Nintendo Switch, scopriamo insieme come se la cava nella nostra recensione
Sono passati quasi tre anni da quando, su queste pagine, abbiamo parlato di un prodotto sviluppato da uno studio indipendente che, al netto dei difetti proposti, aveva destato il nostro interesse. Stiamo parlando della recensione di Kholat per XBOX One. Sviluppato dai ragazzi di IMGN.PRO il titolo è arrivato, poco tempo fa, anche su Nintendo Switch (console che si sta rivelando sempre più adatta a sostenere ogni tipo di gioco).
Ma come se la cava quindi Kholat su Switch? Soffrirà anche lui dei classici problemi da porting che abbiamo già riscontrato in altri titoli? E la trama, saprà prenderci come ha fatto il titolo originale? La risposta a queste e a molte altre domande la trovate nella nostra recensione di Kholat per Nintendo Switch, che potete continuare a leggere qui sotto.
Bene, partiamo subito assicurando tutti quelli che avevano apprezzato la trama proposta dal titolo di IMGN.PRO, Kholat sotto il profilo narrativo non aggiunge ne toglie nulla rispetto a quanto già visto per le versioni XBOX One, Playstation 4 e PC. Potrete terminare la vostra avventura in poco più di cinque ore, un tempo che si presta molto bene al gioco in mobilità e che quindi calza a pennello con Switch (non che un titolo debba essere corto per poter essere apprezzato su Switch, tutt'altro, ma per il classico pendolare è un gioco che durerebbe meno di una settimana).
Facciamo una piccola introduzione sulla storia di Kholat per chi non avesse mai sentito parlare del titolo prima d'ora: gli sviluppatori polacchi di IMGN.PRO hanno pensato bene di costruire la trama di Kholat su dei fatti realmente accaduti sul finire degli anni '60 sul Passo di Djatlov. Il passo che porta al Monte del Diavolo era salito alle cronache per via di uno stranissimo "incidente" che un aveva visto protagonisti un gruppo di ragazzi trovati morti in circostanze assurde dopo una gita fuori porta. Correva l'anno 1959 e un gruppo di amici decise di organizzare una gita sul Monte del Diavolo (certo, già il nome non prometteva bene) e fin qui niente di male, se nonchè dei ragazzi si perse completamente traccia. Una squadra di ricerca inviata sul posto trovò, qualche giorno dopo, il campo base allestito dai ragazzi completamente devastato ma dei giovani non vi fu traccia. Continuando le ricerche vennero trovati anche i vari membri della comitiva, tutti in condizioni pietose. Alcuni cadaveri avevano la pelle bruciata, altri erano stati dilaniati e altri ancora fatti a pezzi: insomma si fece molto in fretta ad attribuire il tutto a cause soprannaturali.
E' proprio su questa storia vera che Kholat fonda la sua narrazione, i ragazzi di IMGN.PRO hanno preso spunto dalla storia e costruito una trama che ripercorre l'ipotetica avventura vissuta dai ragazzi capitanati dal giovane Djatlov. Non vivremo l'avventura nei panni dei protagonisti della vicenda ma in quelli di un investigatore tornato sul Monte del Diavolo per fare luce sulla vicenda. Non vi raccontiamo null'altro per evitarvi spoiler e rovinarvi così l'elemento che, a nostro modo di vedere, è quello più riuscito della produzione: la trama.
Kholat approda sulla console di casa Nintendo e, come altre produzioni, lo fa senza infamia ne lode. Del titolo di IMNG.PRO resta l'ottima narrazione e l'avventura in se che, nell'arco delle 4/6 ore di gioco riesce a regalare al giocatore momenti di forte emozione. Tecnicamente il titolo soffre di qualche carenza (resa ancora più evidente dal passare degli anni) ma, di contro, regala l'ottima interpretazione di Sean Bean come voce narrante.
Trama 8.00
Gameplay 7.00
Arte e tecnica 6.00
trama interessante
graficamente arretrato